RUSSO, Ferdinando
Poeta dialettale napoletano, nato a Napoli il 25 novembre 1868, morto a Capodimonte il 30 gennaio 1927. Fu giudicato, accanto a S. Di Giacomo, un autentico ed efficacissimo rappresentante e interprete dell'anima napoletana, sia per i sentimenti, le passioni, gli atteggiamenti singolari, sia per la pittoresca parlata ch'egli adoperò da maestro.
Senza studî profondi, visse da giornalista colto e cortese, acquistandosi anche per l'aspetto e per le maniere la stima affettuosa di tutti. Quasi per un di più attese ad illustrare la storia della poesia che egli stesso praticava (Il Gran Cortese, note critiche su la poesia napoletana del '600, Roma 1913; Il poeta napoletano Velardinello e la festa di san Giovanni a mare, ivi 1913); ma il meglio della sua attività diede a rimare in dialetto. Nel 1887 pubblicò Sunettiata, che gli valse il battesimo di poeta; seguitò poi a pubblicare, sempre più applaudito, poesie rappresentative ed espressive della vita, degli usi, dell'idioma della sua città. In un volume egli raccolse nel 1910 tali Poesie; quelle, cioè, che "rivelano la casa, la strada, le creature, l'anima della città partenopea", come quivi dichiarò egli medesimo per bocca dell'editore. Subito dopo la sua morte, uscì delle Poesie una ristampa arricchita di note illustrative e d'un glossario. Alle quali rime si devono accompagnare le "scene della mala-vita" in prosa, La Confessione, Lo spadaccino, I tre crisantemi (Napoli 1901). Quando si voglia indicare il meglio del R. è consueto citarne i poemetti 'O Cantastorie e 'N Paraviso; ma si avrebbe torto a badare ad alcuni momenti singoli piuttosto che a tutto l'insieme della produzione, da cui emana, nella rappresentazione varia, la vita di Napoli; gli aspetti cioè del suo popolo, compresavi la borghesia bassa con la curiosa miscela linguistica tra il volgare popolaresco e la cultura scolastica; le usanze, i pregiudizî, le passioni sentimentali e violente. Oltre le "scene" sopra citate, il R. pubblicò Le memorie d'un pazzo e Le memorie del Fante di Picche, cui diede lode anche il Fogazzaro; ma la sua fama si fondò e rimase salda sopra le rime napoletane.
Bibl.: F. De Filippis, F. R. poeta e scrittore di teatro, in Rivista d'Italia, 15 settembre 1913; C. Nazzaro, prefazione alle Poesie di F. R., Napoli 1927; F. Flora, Poeti napoletani, in Pègaso, dicembre 1929; In memoriam, F. R., Napoli, 30 gennaio 1928; e, tra i tanti articoli per la sua morte, F. R., in Giornale del Jonio, Catania, 15 marzo 1927.