FLORA, Ferdinando
Nacque a Colle Sannita (Benevento) il 19 ott. 1902, da Giuseppe e da Vincenza Di Lecce; fu fratello del noto critico e storico della letteratura italiana Francesco. Dopo avere conseguito il diploma presso l'Istituto nautico di Napoli, entrò all'Accademia navale di Livorno e ne uscì guardiamarina nel 1921. In tale veste prestò servizio anche in Libia nel 1923.
Negli anni successivi entrò nel ruolo degli osservatori astronomici, addetto alle misurazioni meteorologiche presso l'osservatono di Bologna quale assistente di G. Horn d'Arturo. Passato all'aeronautica militare tra il 1935 e il 1936, l'inizio della seconda guerra mondiale lo vide tenente di vascello nella zona di Assab in Africa orientale, al comando di una batteria antiaerea. Caduto prigioniero degli Inglesi, fu trasferito in Kenia tra il gruppo di ufficiali che formarono l'entourage del duca di Aosta.
È a questo periodo che risale la sua prima non fortunata esperienza letteraria, iniziata, sotto lo pseudonimo di Luciano Sannite, con la stesura del romanzo Bassa marea (Milano 1950), che narra, con intenti autobiografici, l'esperienza di guerra e di prigionia del protagonista, Andrea Grimaldi, in cui si intrecciano vicende avventurose e sentimentali.
Di ritorno dalla prigionia si trasferì a Milano e passò all'insegnamento di matematica e fisica al liceo artistico di Brera, insegnamento che conservò sino alla richiesta della pensione, nel 1962.
In questo periodo si dedicò all'attività didattica con profondo impegno: ne sono testimonianza numerose pubblicazioni, che gli dettero notevole fama in campo scolastico; una certa fortuna tra le altre ebbero gli Elementi di algebra (Milano 1946) e la Trigonometria piana (Milano 1948), ad uso delle scuole secondarie superiori. Prova dei suo mai dimenticato interesse per gli studi astronomici è l'utile e ricercato volume Astronomia nautica, stampato a Milano nel 1945 e giunto ora alla 5a edizione.
Ma l'attività nella quale il F. mostrò non comuni doti storiografiche e in cui manifestò versatilità d'ingegno è data dai suoi lavori di commento alle Opere di G. Galilei per la collana dei "Classici Ricciardi" (Milano-Napoli 1953), dall'introduzione e note al Dialogo dei massimi sistemi (Milano 1954), dalle sue acute osservazioni su Il processo di Galileo (in appendice alla rist. di V. Viviani, Vita di Galileo, Milano 1954), e dagli articoli pubblicati su tale argomento su Il Ponte, a seguito della polemica sorta con G. De Santillana a proposito del controverso precetto in forma nell'istruttoria del 1615-16, strumentalizzato per ottenere nel 1633 la condanna di Galileo (cfr. Il Dramma di Galileo, in Il Ponte, IX [1953], pp. 1239-1249; per la controversia con G. De Santillana: ibid., XII [1956], pp. 413-422, 881-883).
Il F. morì a Milano il 23 genn. 1968.
Fonti e Bibl.: Necrologi in Corriere della sera, 24 genn. 1968; Nuova Antologia, luglio 1968, pp. 405-408; Il Ponte (1968), pp. 557 ss.; Convivium, XXXVII (1968) pp. 105-109.