BOJANI, Ferdinando de
Nato a Padova nel 1841 da Pietro e da Teresa Scari, in una famiglia nobile di origine friulana, trascorse buona parte della sua gioventù in Este, laureandosi all'università di Padova in legge e filosofia. Trasferitosi nel Regno d'Italia, dal 1863 prestò servizio presso il ministero degli Esteri: ammesso alla carriera consolare alla fine del 1864, fu destinato nel 1865 al consolato di Corfù e nel 1867 divenne viceconsole a Tolone. Passato alla carriera diplomatica, fu addetto alla legazione di Berna dal 1868 al 1870 e a quella di Berlino fino al 1872, quando si ritirò definitivamente per dedicarsi al pubblicismo politico.
Dai suoi opuscoli più noti (Della libertà politica in Italia, Padova 1874; Desideri e pericoli, Roma 1878; Dal '61 all'86. Esperienze ed avvertimenti. Per le nozze d'argento del Regno d'Italia, Roma 1885) il B. appare inserito in quel gruppo di moderati, cattolici e liberali, che si batterono per la costituzione di un partito conservatore che potesse opporsi all'avanzare delle correnti di estrema sinistra.
Nei suoi scritti il B. dedica ampio spazio ai rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede, avvicinandosi sempre più alla posizione dei cattolici transigenti. Dall'accettazione della legge delle guarentigie egli passa, infatti, alla proposta della creazione di un "piccolo San Marino" per garantire l'indipendenza del pontefice e dà anche dei lucidi giudizi sulla potenzialità rivoluzionaria della dottrina cristiana in campo sociale, mettendo in guardia contro un avventato anticlericalismo che avrebbe potuto indurre i cattolici a una convergenza con gli estremisti di sinistra.
In più d'una occasione il B. esercitò una funzione di intermediario non ufficiale tra il governo italiano e il Vaticano. Nel maggio e nel giugno 1887 riferì al Crispi su alcuni colloqui avuti con mons. M. Mocenni, sostituto alla segreteria di Stato: le sue speranze sulla possibilità di una trattativa si basavano, comunque, sull'errata convinzione che Leone XIII, rinunciando ad ogni pretesa territoriale, si sarebbe contentato della sovranità del Vaticano. Dopo l'irrigidimento del governo italiano, il B., fondando nell'ottobre 1887 il periodico bisettimanale politico-religioso il Monitore italiano, che ebbe brevissima vita, si accostò temporaneamente a posizioni più intransigenti, criticando aspramente il Crispi. Continuò tuttavia a nutrire speranze per una conciliazione. Nella primavera del '91 il B. interpose favorevolmente i suoi uffici nella questione degli exequatur e delle nomine a sedi vescovili vacanti di patronato regio; nell'estate funse da intermediario tra il card. Rampolla e il conte d'Arco, rappresentante del di Rudinì per nuovi tentativi d'intesa. Nel 1892 e nel 1893, mantenendo i contatti tra il card. Rampolla e Giolitti, si interpose nuovamente per la soluzione della ricorrente questione dei vescovati vacanti; ma l'irrigidimento del guardasigilli E. Gianturco, nella richiesta della supplica da parte di monsignor G. Sarto per ottenere l'exequatur per il patriarcato di Venezia, pregiudicò lo svolgersi delle trattative. Tornato al potere il Crispi, il B. fu messo da parte, sia perché ritenuto poco fidato, sia perché i contatti con il Vaticano potevano essere tenuti dal ministro della Guerra Stanislao Mocenni, cugino del card. Mocenni: lo stesso Leone XIII, che lo aveva ritenuto rappresentante autorizzato del governo italiano, lo giudicava ormai "rappresentante solo di se stesso".
Dedicatosi agli studi storici e alternando la sua residenza tra Roma e Parigi, il B. rivolse le sue indagini al pontificato di Innocenzo XI. Nel 1908 pubblicò nella Revue d'histoire diplomatique (1908, pp. 350-378) L'Affaire du "Quartier" à Rome à la fin du XVIIe siècle..., e tra il 1910 e il 1912 i tre volumi su Innocent XI -La correspondance avec ses nonces (Rome).
Di quest'opera, che doveva essere divisa in tre serie corrispondenti ai periodi 1676-79, 1680-84, 1684-89 del pontificato di Innocenzo XI, ci restano due volumi della prima serie, dedicati agli affari politici e agli affari ecclesiastici, e un volume della seconda serie concernente gli affari politici.
Il B. morì nel giugno del 1915.
Fonti e Bibl.: Le notizie biografiche sono state fornite dai discendenti, marchesi Buzzacarini di Padova. Annuario diplomatico del Regno d'Italia Per l'anno 1565..., p. 104; Agenti diplomatici e consiliari di S. M. il re d'Italia negli Stati Esteri al 15 maggio 1867, pp. 11, 51; Agenti diplomatici e consiliari di S. M. il re d'Italia negli Stati Esteri al 15 luglio 1867, pp. 11, 51; Ministero degli Affari Esteri, Personale del Ministero, delle legazioni e dei consolati, 15 aprile 1868, pp. 32, 53; G. R. Sinopoli Di Giunta, Il card. Mariano Rampolla del Tindaro, Roma 1923, p. 207; F. Crispi, Politica interna - Diario e documenti raccolti e ordinati da T. Palamenghi-Crispi, Milano 1924, pp. 128, 131; A. Houtin, Une vie de prêtre. Mon expérience 1867-1912, Paris 1925, pp. 346-47; A. Luzio, La questione romana e il card. Rampolla, in Chiesa e Stato, Studi storici e giuridici…, I, Milano 1939, pp. 441-479, passim; F. Fonzi, Documenti sul conciliatorismo e sulle trattative segrete fra governi italiani e S. Sede dal 1886 al 1897, in Chiesa e Stato nell'Ottocento, Padova 1962, I, pp. 167-242, passim; O. Maiolo Molinari, La stampa periodica romana dell'Ottocento, Roma 1963, p. 629; F. Malgeri, La stampa cattolica a Roma dal 1870 al 1915, Roma 1966, pp. 192 s.