Uomo politico (Moncalvo 1768 - Torino 1843); entrato nella pubblica amministrazione sotto i Savoia, vi rimase durante il dominio francese, quale consigliere generale delle Finanze; fu poi primo presidente della Corte d'appello di Genova dal 1809 al 1814. Destituito dalla restaurazione sabauda, ne criticò il sistema giuridico e politico negli anonimi Opuscoli d'un avvocato milanese e prese parte al moto del 1821, ottenendo la carica di ministro dell'Interno come persona di fiducia del reggente Carlo Alberto, del quale era stato tutore e difensore del patrimonio familiare. Esule in Svizzera alla caduta del governo costituzionale, passò (1823) in Inghilterra, poi (1831) a Parigi, ove nel 1833 pubblicò l'opuscolo Sulla felicità che gli Italiani possono e debbono dal governo austriaco procacciarsi, che suscitò violente tempeste nel mondo degli esuli e dei patrioti italiani. Nel 1834 poté tornare in patria.