CARULLI, Ferdinando
Nacque a Napoli il 10 febbr. 1770 da Giuseppe, noto letterato e segretario del delegato della giurisdizione napoletana. Sembra che il C. abbia appreso da un religioso le prime nozioni di musica che poi sviluppò nello studio del violoncello, ben presto abbandonato per la chitarra. Per questo strumento provò un subitaneo e irresistibile trasporto e, autodidatta di genio pur mancandogli una preparazione scolastica sulla base di metodi idonei, seppe raggiungere la completa padronanza dello strumento che gli consentì ogni possibile virtuosismo.
Tuttavia il C. non deve essere considerato soltanto come un virtuoso, bensì un vero rinnovatore della tecnica strumentale. Gli studi da lui compiuti all'inizio per ottenere il massimo delle possibilità espressive dalla chitarra, non solo gli permisero di primeggiare tra i chitarristi della sua epoca, ma servirono di base per la sua mirabile opera didattica. Si ricorda, tra i vari metodi per chitarra, L'harmonie appliquée à la guitare (Paris 1825). Nell'aprile del 1808 il C. si stabilì a Parigi dove trascorse gran parte della sua vita. Al suo arrivo nella capitale francese, in pieno clima napoleonico, egli trovò che la chitarra andava riacquistando il favore raggiunto nei secoli precedenti e seppe fin dai primi concerti da lui dati guadagnarsi il favore di un uditorio particolarmente competente. Forte di un incontrastato successo, disputato dagli editori, il C. riuscì a dare alle stampe oltre 300 opere tra quelle originali e le concertazioni e riduzioni di altri musicisti suoi contemporanei; molte altre rimasero inedite.
Tra le opere, tutte pubblicate a Parigi, ma senza indicazione dell'anno, si trovano pezzi brevi e staccati, ma anche interi concerti per chitarra e strumenti e molta musica da camera. Si ricordano: Tre ouverture, op. 6; Morceaux faciles et progressifs, op. 15; Grande sonate, op. 16; Lesamours d'Adonis et Venus, op. 42; Les folies d'Espágne, op. 75; Trois serenades, op. 96; Nocturne concertant, op.118; 22pezzettini, op.121; 6 piccoli notturni, op. 128; Duo brillant et non difficile, op. 133; Tre piccoli duettini facili e diteggiati, op. 146; Airs du Barbier de Séville de G. Rossini, op.153; Andante variato e Rondò di L. v. Beethoven, op. 155; Adagio et final d'une symphonie de F. J. Haydn, op.163; 12petits morceaux caractéristiques, op. 204; 18 piccoli pezzi, op.311; Pensée musicale de Weber, op. 323; Les trois jours, p. 331. Tra le opere non numerate si conservano: Rondò per 2 chitarre; Studini n. 4, 6, 9; 3 duetti per chitarra e flauto; Ariette Italienne; Trois sonatines pour guitare ou lyre; Tema con variazioni su 5 composizioni di caposcuola; Notturno per chitarra e clarinetto,flauto e 2violini in re maggiore; Tema con variazioni a tempo di valzer; L'orage, sonate sentimentale; Se m'abbandoni, cavatina.
Tutta la musica composta dal C. per chitarra con accompagnamento di pianoforte è oggi improponibile per l'elevata sonorità del moderno pianoforte nei confronti della spinetta, usata in quei tempi. Le composizioni del musicista sono per la maggior parte dimenticate e ingiustamente forse rimarranno come rarità in biblioteche pubbliche o private. La sua opera didattica invece conserva intatta la sua attualità per l'apprendimento della chitarra.
Il C. morì a Parigi il 17 febbr. 1841.
Si ricordano in particolare, sempre pubblicate a Parigi ma senza indicazione dell'anno: Méthode complète pour guitare ou lyre, op. 27; Première suite à la méthode de guitare, ou méthode pour accompagner le chant, op. 61; Secondième suite à la méthode de guitare, ou Exercises dans tous les tons et à toutes les positions, soigneusement doigtées, op.71e Supplément…, op. 192; L'Harmonie appliquée à la guitare, ou traité pour lequel les amateurs pourront extraire et composer des accompagnements de guitare sans le secours d'un maître (1825); Méthode complète pour parvenir à pincer de la guitare, op.241; L'Anti-Méthode, ou l'élève guidé par le maître - Grand recueil complètement gradué, contenant 50 morceaux agréables, et 2 grands caprices ou véritables fantaisies; Un peu de tout, grand recueil, contenant 34 morceaux dans tous les genres, classés progressivement et divisés en 6 parties; Solfèges pour le [sic!] voix de baisse-taille avec accomp. de pianoforte.Il C. ebbe molti allievi, tra cui Filippo Gragnani e Victor Magnien.
Attivo come compositore e maestro di canto fu il figlio Gustavo, nato a Livorno il 20 giugno 1801. Questi, a differenza del C., ebbe l'opportunità di avvalersi di ottimi insegnanti. A Parigi, dove aveva seguito il padre nel 1808, studiò il piano con il polacco F. Mirecki, l'armonia con N. Isouard e la composizione con il famoso F. Paër. Sentendosi sicuro della sua preparazione musicale, compose la farsa I tre mariti su libretto di G. Rossi e riuscì a farla rappresentare il 18 marzo 1825 al teatro alla Scala di Milano.
Quest'opera, per quanto interpretata da ottimi cantanti come la L. Biagioli e C. Bonoldi, ebbe un modesto successo e non fu più riproposta. Non aveva certo giovato a Gustavo presentarsi in quella stagione della Scala dove di dodici opere in cartellone ben sei erano di G. Rossini e le altre rispettivamente di W. A. Mozart, G. Spontini, F. Sampieri e P. Generali. Dopo alcuni anni trascorsi in Italia, Gustavo nel 1829 tornò a Parigi per insegnare in quel conservatorio e con grande costanza tentò di far rappresentare in Francia qualche sua opera. Deluso nel suo intento, nel 1845 partì per l'Inghilterra soggiornando a Londra per un certo periodo. Tornato in Francia si stabilì a Boulogne-sur-Mer per rimanervi poi quasi ininterrottamente fino alla morte. Oltre che alla composizione, Gustavo, che era dotato di una bella voce tenorile, si dedicò all'insegnamento del canto. Tra i suoi allievi emerse Alexandre Guilmant divenuto poi organista. Dei molti lavori pubblicati da Gustavo a Parigi alcuni, e forse i più celebrati, riguardano opere didascaliche che ebbero poi numerose edizioni. Si ricordano: Vingt cinq études, op. 11 (1850); Méthode de chant (s.d.); Quinze vocalises faisant suite à la methode; Sulfège des sulfèges (in collaborazione con H. Lemoyne, 1876-1881); le serenate a 4 voci maschili (2 tenori e 2 bassi): Silence, Que cette mer est belle, Brise de soir, Flambeau d'amour, Dì le sommeil (s.d.). Compose anche molte romanze e canzonette "qui se font remarquer par l'élégance de la forme et une grande fraicheur d'inspiration" (Fétis). Per molti anni egli si dedicò anche alla musica strumentale componendo pezzi per pianoforte, per violino e violoncello e per chitarra.
Morì a Boulogne-sur-Mer il 27 ottobre 1876.
Si ignora se appartenne alla stessa famiglia anche Benedetto, clarinettista e compositore, nato ad Olginate (Como) il 3 apr. 1793. Si diplomò nel 1817 al R. Conservatorio di Milano ove ottenne la cattedra di clarinetto succedendo al suo maestro G. Adami. La considerazione in cui venne tenuto nell'ambiente musicale milanese è dimostrata dall'aver egli mantenuto la cattedra ininterrottamente fino all'anno 1870; ebbe tra i suoi allievi E. Cavallini; egli fece anche parte per un lungo periodo dell'orchestra del teatro alla Scala. Insieme al flautista G. Rabboni, all'oboista C. Yvon e al fagottista A. Cantù costituì un celebre quartetto "che tanta parte ebbe nelle rappresentazioni di Rossini, Bellini e Donizetti" (Schmidl). A cura del conservatorio di Milano vennero pubblicate le sue Lezioni melodiche per clarinetto con accompagnamento d'un secondo ad libitum, tratte da quelle di Antoin Covigny (Milano s.d.) su motivi di Donizetti, Bellini e Ricci. Tradusse, apportandovi importanti aggiunte, il Metodo per clarinetto di G. S. Lefèvre che era stato scritto per il conservatorio di Parigi (Milano s. d.).
Della molta musica per clarinetto che Benedetto scrisse nell'arco di molti anni si ricordano: Fantasie; Pezzi d'assieme; Terzetti opera 1 per 2 clarinetti e fagotto; un Divertimento per flauto, clarinetto ed orchestra ed un altro per clarinetto, oboe ed orchestra; 2 Pot-pourri per pianoforte e clarinetto; Romanzo e Terzetto nell'opera IlCrociato in Egitto per flauto, clavicembalo e fagotto. Compose pure un Divertimento per trombone conservato in manoscritto nella biblioteca del convento di S. Francesco a Bologna (segn. M.C.-VII-15: cfr. Zanotti). Sempre a Bologna nella biblioteca del Liceo musicale si trova il mottetto Iesus non conturbabitur a 3 voci ed orchestra.
Benedetto morì a Milano l'8 apr. 1877.
Fonti e Bibl.: Notizie in Allgemeine Musikal. Zeitung, XXVII(1825), p. 618 (per Gustavo); XXXII (1830), p. 802; XXXIII (1831), pp. 79, 130; XXXV (1833), pp. 31, 858; XXXVI (1834), p. 404; XXXIX (1837), pp. 407, 492; XLIII (1841), p. 472; G. Schilling, Encyclopädie der gesammten musikalischen Wissenschaften oder Universal-Lexikon der Tonkunst, II, Stuttgart 1835, pp. 141 ss.; G. Rosa di Villarosa, Mem. di compositori del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 31; G. Masutto, I maestri di musica ital., Venezia 1884, p. 37 (per Gustavo); G. Gaspari, Cat. del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, p.392 (per Benedetto); Città di Napoli. Archivio dell'oratorio dei filippini, a cura di S. Di Giacomo, Parma 1918, pp. 413, 548, 570; R. Profeta, Storia e letter. degli strumenti musicali, Firenze 1942, p. 581; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 204 (per Gustavo); C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte, I, Milano 1963, p. 73; II, ibid. 1964, p. 32 (per Gustavo); S. Pintacuda, Genova. Bibl. dell'Istituto musicale Nicolò Paganini, Milano 1966, p. 42; G. Zanotti, Catal. d. Bibl. del convento di S. Francesco, Bologna 1970, p. 107 (per Benedetto); F. J. Fetis, Biogr. univ. des musiciens, II, Paris 1873, pp. 198 (per il C.), Suppl., ibid. 1878, p. 155 (per Gustavo); C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 302 (anche per Gustavo e Benedetto), Suppl., p. 166; R. Eitner, Quellen-Lex. der Musiker, II, p.348 (per Benedetto); Encicl. della Musica Ricordi, I, p.420 (anche per Gustavo e Benedetto); Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XV, Supplement, coll. 1347 s. (anche per Gustavo).