BASSI, Ferdinando
Nacque a Trento nel 1812. Suo padre, Antonio, ingegnere, fu certo della sua vocazione nel 1829, quando gli fece copiare un affresco che egli stava per distruggere nel corso di lavori alla facciata del municipio di Trento; allora lo inviò a Milano, dove, nell'Accademia di Brera, il B. fu premiato nel 1833 per un disegno di copia da un bassorilievo con figure. L'anno seguente si trasferì all'Accademia di Venezia, ottenendovi, il 3 ag. 1834, tre primi premi, rispettivamente per l'"invenzione", il "disegno dal nudo aggruppato" e il "di, segno dal nudo semplice"; l'anno seguente, il 2 ag. 1835, ebbe un nuovo primo premio per l'"invenzione", avendo eseguito un dipinto rappresentante Metabo che insegna a tirar l'arco alla figlia Camilla; il quadro fu esposto in pubblico e fu donato poi dall'autore alla famiglia Consolati di Trento, per riconoscenza del suo mecenatismo. In seguito il B. scelse Venezia quale dimora stabile, ma mantenne frequenti contatti con la sua patria, dove aveva numerosi committenti. Fra gli artisti operanti a Venezia si legò particolarmente con il pittore Odorico Politi, udinese, titolare della cattedra di figura all'Accademia e suo maestro. Fu ammirato per la correttezza del disegno e per l'efficace gamma coloristica; particolarmente apprezzato quale ritrattista, assunse anche incarichi per composizioni di soggetto sacro. Fuitimato anche per l'esperienza acquisita nel riconoscere epoca e scuola dei dipinti antichi, e per un'estesa informazione nel campo della storia dell'arte.
Morì a Venezia il 18 febbr. 1883.
Di, lui si ricordano le seguenti opere di soggetto sacro: un'Addolorata, per la parrocchiale di Levico; una Maria con Gesù al tempio, per l'arcipretale di Borgo Val Sugana; una Madonna, perla chiesa di Torcegno; un'Immacolata, eseguita per San Pietro di Trento, poi venduta alla chiesa di Selva di Levico; una Maddalena, per la famiglia Consolati a Fontanasanta. Si ha notizia dei seguenti ritratti, di pochi dei quali si conosce l'attuale ubicazione: Il conte Eichendorf; Il conte Massimiliano Manci; La baronessa Notburga Mersi nata Manci; Tito Bassetti; La Baronessa Liechtenthurm-Catoni; Michele Tamanini; Carlo Coronini; Tommaso Gar; idue ultimi dipinti citati sono conservati alla Pinacoteca comunale di Trento, dove si trovano anche disegni del Bassi. Furono esposti alla Mostra del ritratto italiano, tenuta a Firenze nel 1911, La contessa Adelaide Bortolazzi ed Il conte Bartolomeo Bortolazzi, allora di proprietà delle signorine Fogazzaro di Trento; La baronessa Anna Trentini, della contessa Maria MarconiTrentini di Trento; Il nobile Pietro Vettorazzi, del cav. G. de Froschauer di Trento.
Fonti e Bibl.: Messaggero Tirolese, (Rovereto) 1836, nn. 92, 98; 1838, n. 10; 1841, n. 104; 1842, nn. 9, 47; 1843, nn. 5, 65; 1846, nn. 88, 104; F. Ambrosi, Scrittori e artisti trentini, Trento 1894, pp. 292, 293; Mostra del ritratto italiano dalla fine del sec. XVI all'anno 1861 (catal.), Firenze 1911, pp. 23, 43, 61; B. Emmert, Bibliografia della Venezia tridentina, Rovereto 1933, p. 229; S. Weber, Artisti trentini ed artisti che operarono nel Trentino, Trento 1933, pp. 32, 33; G. B. Emert, Fonti manoscritte inedite per la storia dell'arte nel Trentino, Firenze 1939, p. 140; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 13.