ANTONOLINI, Ferdinando
Compositore e direttore d'orchestra, nato a Venezia nella seconda metà del secolo XVIII, nipote dell'ultimo nunzio apostolico a Venezia, Giovanni Filippo Gallerati Scotti.
Si fece presto conoscere con il suo oratorio Jephte,eseguito all'Ospedale (Conservatorio) dei Mendicanti (forse nel 1795 o 1796), prima di recarsi in Russia al servizio della corte imperiale con 300 rubli di stipendio l'anno (1º ag. 1796). Il Mooser ritiene che probabilmente l'A. venne chiamato da Gennaro Astarita a far parte della compagnia d'opera buffa che il compositore napoletano era stato incaricato, nel 1795, di formare e dirigere per i teatri imperiali di Russia.
Nel 1797 l'A. figurava già come direttore d'orchestra negli spettacoli italiani di Pietroburgo, dove svolse in seguito una intensa e felice attività di compositore, unitamente a quella di maestro di cappella della corte - insieme con il suo concittadino Catterino Cavos - e di insegnante di canto alla Scuola teatrale (fra i suoi allievi si ricordano la celebre cantante Joséphine Fodor e il baritono N. V. Lovrof). L'A. morì, ancor giovane, a Pietroburgo ai primi del 1824 e il 29 aprile fu dato un concerto a beneficio della vedova e dei figli.
Compositore di vena facile e di notevole gusto, l'A. si dedicò al teatro nazionale russo pur senza conoscerne a fondo la lingua. Le opere che si ricordano, rimaste quasi tutte in partitura d'orchestra alla Biblioteca musicale dei Teatri accademici di Leningrado, sono Karatchoun, ou Les vieux sauvages (1805) su libretto del principe A. A. Chakhovskoï, Dobrynia Nikititch, ou Le château terrible (1818), scritta in collaborazione con C. Cavos, e Miroslava, ou Le bûcher de la mort (1827, postuma), che l'A. aveva composta in collaborazione con il Cavos. Numerosi anche i vaudevilles e i balletti, generi assai di moda allora in Russia, scritti dall'A.: Crispin au sérail (1812), Lomonossof, ou Le conscrit poète (1814) su libretto del Chakhovskoï (di cui fu pubblicata nel 1816 a Pietroburgo la partitura per canto e pianoforte), Le Carlo jaune (1815); Le retour des lions, per il ritorno di Alessandro I dopo il congresso di Parigi (1814), Mars et Vénus (1815), Le calif de Bagdad (1818), La victoire navale e Khensi et Teo (1819), Cora et Alonso (1820) e Alceste, ou La descente d'Hercule aux enfers (1821). Oltre alle opere citate, l'A. si giovò della collaborazione del suo amico Cavos anche per l'intreccio scenico-mitologico, con cori e balletti, di Sémélé, ou La vengeance de Junon (1818), libretto di A. Genre. S'ignora se il suo unico oratorio italiano, Il Giudizio universale, di cui si conserva la partitura alla Biblioteca musicale dei Teatri accademici di Leningrado, sia stato eseguito. Alcune strofette patriottiche russe, Tu es revenu, bienfaiteur, che l'A. musicò per il ritorno di Alessandro I (1814), si diffusero largamente con enorme successo. Nel giornale Le troubadour du Nord furono stampate una Polonaise des Amazones e una romanza francese Mon coeur soupire, nel 1805 e 1808, mentre un'Elégie per canto e pianoforte venne pubblicata a Pietroburgo nel 1815. Gran parte della produzione dell'A., romanze, pezzi d'occasione, ecc., deve ritenersi perduta.
Bibl.: F. Caffi, Storia della Musica sacra nella già Cappella Ducale di San Marco in Venezia dal 1318 al 1797, I, Venezia 1854, p. 460 s.; R.-Aloys Mooser, Annales de la Musique et des Musiciens en Russie au XVIIIeme siècle, II, Genève 1951, pp. 630, 643-645; III, pp. 751 e 881 ss.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, p.175; C. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti, I, p. 61 e Supplemento, p.35; Enciclopedia dello Spettacolo, I, col. 713.