Zecca, Ferdinand
Produttore e regista cinematografico francese di origine corsa, nato a Parigi nel 1864 e morto ivi il 6 marzo 1947. Eccellente organizzatore dello spettacolo cinematografico, dotato di uno straordinario senso del mercato, Z. seppe educare i gusti del pubblico e intuirne le esigenze, realizzando film che, pur non brillando per originalità inventiva né per raffinatezza espressiva, evidenziano una minuziosa cura formale. Assertore della necessità di rinnovare le offerte di film per garantire un maggiore potenziale commerciale, inaugurò il filone patetico-religioso e, in qualità di supervisore artistico della Pathé Frérès, lavorò alla creazione di un'équipe di lavoro che velocizzasse i ritmi della produzione e distribuzione, ponendo le basi dell'industria cinematografica francese.
Cresciuto con il padre, portinaio del Théâtre de l'Ambigu di Parigi, nell'ambiente del teatro di varietà, nel 1891 fu assunto come monologhista per l'incisione di rulli fonografici, per divenire poi, otto anni più tardi, l'attore principale dei brevi film prodotti per accompagnare le registrazioni fonografiche, il primo dei quali fu Un muet mélomane (1899). Già nel 1901, quando Charles Pathé gli offrì l'opportunità di curare la regia dei film che interpretava, Z. avanzò proposte per arricchire il catalogo delle produzioni, fino ad allora legato alle riprese dal vero. Nominato responsabile di tutta la produzione cinematografica della Pathé, riuscì a garantire una programmazione di due o tre spettacoli a settimana; film dall'ispirazione non particolarmente poetica e dalla tecnica rudimentale, per i quali Z. trovò ispirazione nella cultura popolare, così da assicurarsi un sicuro riscontro di pubblico. Dedicandosi in maniera sempre più consistente alla regia, e avvalendosi di fidati collaboratori, trattò inizialmente generi già affermati, prendendo spunto dalle opere dei registi suoi contemporanei (per es. da George Méliès per il fantastico À la conquête de l'air, 1901), e realizzò film in cui l'uso abbondante di trucchi fotografici riusciva a compensare l'esilità della trama. Già con Histoire d'un crime (1901), però, rivelò una vena personale, oltre che la volontà di affrontare tematiche nuove, mostrando una predilezione per le sfumature drammatico-sociali. Affascinato dalle correnti letterarie allora in voga, in quegli anni diresse una serie di drammi realistici di impostazione zolaniana, tra cui Les victimes de l'alcolisme (1902). I film realizzati tra il 1902 e il 1905 furono caratterizzati da un'accentuazione della prospettiva patetico-religiosa, mentre proprio con questi primi esperimenti di Z. (tra cui La vie et la passion de Jésus Christ, girato nel 1902, di inconsueta lunghezza) venne inaugurato un filone che avrebbe ottenuto molto successo. Nominato nel 1905 direttore generale degli stabilimenti della Pathé, realizzò pochi film, per lo più incentrati su fatti di cronaca, impegnandosi nella produzione. Si dedicò per l'ultima volta alla regia dal 1912 al 1914 dirigendo, insieme a Louis Leprince, la serie Scènes de la vie cruelle. Incaricato di gestire la succursale statunitense della Pathé, se ne occupò fino al 1920. Tre anni più tardi, tornato in Francia, prima di ritirarsi nel 1939 a vita privata fu nominato direttore artistico della Pathé-Baby, con il compito di trasmettere alla neonata casa di produzione quello stile Pathé che lui stesso aveva contribuito a creare.
J. Mitry, Ferdinand Zecca et son école, Paris 1946.