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FERALIE

di Gioacchino Mancini - Enciclopedia Italiana (1932)
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FERALIE (lat. Feralia)

Gioacchino Mancini

Era presso i Romani l'ultimo e il più solenne dei giorni sacri al culto dei trapassati (Manes); cadeva il 21 febbraio. Il periodo dei Parentalia sacro al culto dei morti si apriva l'11 febbraio e durava undici giorni; l'ultimo giorno (21 febbraio) aveva carattere di festa pubblica (feriae publicae), a differenza degli altri giorni nei quali le manifestazioni in omaggio ai defunti avevano carattere privato. Nel giorno seguente alle Feralie (22 febbraio) si celebravano le Caristie con banchetti funebri presso le singole famiglie, durante i quali si conciliavano le contese familiari.

Bibl.: A. De Marchi, Il culto privato di Roma antica, I, Milano 1896, p. 199 segg., G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 232; E. Samter, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, col. 2206; G. Vaccai, Le feste di Roma antica, 2ª ed., Torino 1927, p. 218.

Tag
  • PARENTALIA
  • TORINO
  • ROMA
Vocabolario
feràlie
feralie feràlie s. f. pl. [dal lat. feralia, propr. neutro pl. di feralis «ferale»]. – Solennità annuale dei morti nell’antica Roma, che si celebrava il 21 febbr., l’ultimo giorno delle feste parentali.
ferale
ferale agg. [dal lat. feralis, di etimo incerto], letter. – Funesto, di morte, che annuncia o apporta morte: f. notizia, luttuosa; Destò quel Dio nel campo un feral morbo, E la gente perìa (V. Monti).
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