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FEMMINISMO

di Stefano La Colla - Enciclopedia Italiana (1932)
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FEMMINISMO

Stefano La Colla

Quantunque si siano volute trovare le radici del movimento femminista nella più remota antichità, esso ha un'origine assai più recente.

L'origine del movimento femminista risale a quel gran tumulto di idee, suscitato dalla Rivoluzione francese: all'Assemblea costituente fu presentato il Cahier des doléances des femmes di M. lle L.F. de Kéralio, e la letterata Olympe de Gouges pubblicò nel 1789 un romanzo in due volumi intolato Le Prince philosophe, destinato alla rivendicazione dei diritti della donna. Olympe de Gouges fu il vero tipo della suffragette: cercò in tutti i modi di mescolarsi nella vita politica del tempo, scrivendo opuscoli, pronunziando discorsi nei club, organizzando società popolari femminili, come la Société fraternelle e la Societé des femmes revolutionnaires, inondando di petizioni, di proposte, di reclami l'Assemblea costituente. Robespierre, contro cui aveva pubblicato alcuni pamphlets, la fece giustiziare il 4 novembre 1793. La de Gouges aveva anche presentato alla Costituente una Déclaration des droits des femmes, che giustificava tra l'altro con la celebre frase: "Elles ont bien le droit de monter à la tribune, puisqu'elles ont celui de monter à l'échafaud". La tesi dell'uguaglianza politica dei due sessi trovò caldi difensori in Condorcet e nell'abate Sieyès; ma, nonostante la loro calorosa difesa, la Costituente seguì il parere contrario di Mirabeau e di M. Robespierre e il 7 brumaio (28 ottobre) 1793 non solo fu respinta la proposta, ma fu anche ordinato lo scioglimento dei club femminili. Uno dei più accaniti avversarî di quel movimento fu il procuratore del comune di Parigi, P.-G. Chaumette, che lo definì un'onta alla natura.

I socialisti utopici francesi fecero tutti larga parte nelle loro dottrine all'"emancipazione" della donna, parola usata per primo da Ch. Fourier; le idee del Fourier si ritrovano poi in E. Cabet, P.-J. Proudhon e, partendo da principî diversi, in C.-H. Saint-Simon.

Quasi contemporaneamente alle prime manifestazioni francesi, un'Inglese, Mary Wollstonecraft, pubblicava una Vindication of the Rights of the Women (1792) e anche il Regno Unito ebbe i suoi circoli politici femminili. Il libro della Wollstonecraft chiede che alle donne sia data un'educazione uguale a quella degli uomini e che a ciò provveda lo stato in istituti promiscui. Nello stesso anno 1792, Th. von Hippel pubblicò in Germania uno scritto Über die bürgerliche Verbesserung der Weiber.

Lo sviluppo dell'economia industriale e il contemporaneo affermarsi del liberalismo individualistico diedero però largo incentivo al diffondersi dell'idea dell'emancipazione della donna, come allora si disse, che trovò un'efficace propugnatrice in George Sand. Il periodo rivoluzionario del 1848 vide a parecchie riprese affermazioni femministe, che però ebbero scarso successo.

L'opera fondamentale del femminismo moderno è The subjection of women (Londra 1869; trad. ital., Lanciano 1926) di J. Stuart Mill, dalla quale prendono le mosse tutte le rivendicazioni del femminismo moderno. Esse possono raggrupparsi in tre classi: a) rivendicazioni di carattere economico: ammissione a tutte le occupazioni maschili, parità di retribuzione e libera disposizione del prodotto del proprio lavoro; b) rivendicazioni di carattere giuridico: piena eguaglianza di diritti civili rispetto ai maschi e abolizione degl'istituti di tutela e delle inabilità giuridiche (autorizzazione maritale, ecc.); c) rivendicazioni di carattere politico: ammissione all'elettorato e all'eleggibilità.

Il movimento femminista assunse forme differenti nei varî paesi; ma le nazioni anglosassoni ebbero sempre parte preponderante, e intorno a quelle organizzazioni si raggrupparono le varie società nazionali, formando l'International Council of Women, e nel 1904, l'International Women's Suffrage Alliance; ma qui non si può tracciare la cronaca del movimento. In generale si può tuttavia dire che molti degli ostacoli teorici che si frapponevano alla realizzazione dei voti delle organizzazioni femminili, specialmente nel campo economico, vennero meno in pratica durante la guerra europea, quando la deficienza degli uomini costrinse a ricorrere in misura crescente all'opera femminile. D'altro canto, i varî partiti socialisti iscrissero nei loro programmi i desiderata femministici, e furono, se anche a malincuore, imitati dagli altri partiti, specialmente di sinistra, in maggiore o minor misura.

In Italia, come in Francia, il movimento femminista non fu mai forte, quantunque non gli siano mancate simpatie anche nel campo maschile, in America invece e Inghilterra, se non vasto, fu molto attivo, anzi clamoroso. In Inghilterra a poco a poco le donne erano state ammesse a votare nelle elezioni per i consigli municipali (1869) e per quelli di contea (1880); nel 1907 furono dichiarate eleggibili anche alle funzioni di sindaco; ma ciò non sembrò loro sufficiente, e poiché i tentativi di assicurare l'elettorato politico alle donne mediante le promesse dei candidati erano falliti, nel 1903 si fondò la women's Social and Political Union, che ben presto, diretta da Emmeline Pankhurst, iniziò una vigorosa azione, organizzando dappertutto comizî, cortei, petizioni. Ciò produsse disordini e quindi arresti e condanne, che attirarono sempre maggiori adesioni femminili all'associazione; le arrestate si diedero allo "sciopero della fame", mentre le propagandiste ricorsero anche ad atti di violenza. Solo nel 1918 il voto politico fu concesso alle donne. Le principali conquiste femminili nel campo politico e giuridico sono già state menzionate nella voce donna.

Bibl.: La letteratura sul femminismo è vastissima: tra le opere principali sono da citarsi: History of Woman Suffrage, voll. 4, Londra 1876-1920; C. Gabba, Della condizione giuridica delle donne, 2ª ed., Torino 1880; L. Lacour, Les origines du féminisme contemporain (Olympe de Gouges, Théroigne de Méricourt, Rose Lacombe), Parigi 1900; H. Lange e G. Bäumer, Handbuch der Frauenbewegung, voll. 5, Berlino 1901-1906; G. Gonetta, La donna e l'emancipazione, Imola 1903; Ch. Turgeon, Le féminisme français, 2ª ed., voll. 2, Parigi 1907; M. Wagner, Merkbuch der Frauenbewegung, Lipsia 1908; U. Ferrari, I diritti delle donne, Pavia 1909; I. Brunelli, Il suffragio politico femminile, Torino 1910; J. Joseph-Renaud, Le catéchisme féministe, Parigi 1910; M. Fawcett, Woman's Suffrage, Londra 1912; J. Barthélemy, Le vote des femmes, Parigi 1919; M. Fawcett, The Women's Victory and After, Londra 1920; L. Abensour, Histoire générale du féminisme des origines à nos jours, Parigi 1921; Le suffrage des femmes en pratique, Parigi 1924; H. Lange, Die Frauenbewegung, Lipsia 1924; K. Le Van, Féminisme et travail féminin dans les doctrines et dans les faits, Parigi 1926; G. Lombroso, La donna nella società attuale, Bologna 1927; A. v. Zahn-Harnack, Die Frauenbewegung, Berlino 1928; Ray Strachey, The Cause: A short History of the Women's Movement in Great Britain, Londra 1928.

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