PEDRELL, Felipe
Compositore, musicologo e critico catalano, nato a Tortosa il 19 febbraio 1841, morto a Barcellona il 19 agosto 1922. A sette anni cantore nella cattedrale di Tortosa, studiò solfeggio, armonia e composizione con Juan Nin, maestro in quella cattedrale. Il Nin suscitò in lui l'amore per la polifonia del sec. XVI e per il folklore musicale della Spagna. Nel 1859 fece il suo primo viaggio a Barcellona, dove trionfava l'opera italiana, in cui il suo spirito rimase assorbito. Nel 1867 apparvero i suoi primi saggi sulla Música del porvenir (musica del futuro). L'impressione che esercitò nel suo animo il Freischütz di Weber fu decisiva: la prima redazione dell'opera L'ultimo Abenzerraggio ne fu la conseguenza diretta. Nel 1873 fissò la propria residenza a Barcellona, come secondo direttore d'orchestra in una compagnia d'operetta. Nel febbraio del 1874 fu rappresentata al Liceo di Barcellona la sua opera L'ultimo Abenzerraggio con buon successo, e il 20 aprile 1875 l'altra sua opera Quasimodo. Nel 1876 ottenne un assegno per studiare a Roma, dove compose principalmente musica religiosa e la sinfonia Milá. Nel 1877 si trasferì a Parigi; qui compose le scene sinfoniche Lo cant de la montanya e nel 1878 la Cançó llatina, e i poemi Mazeppa, Il Tasso a Ferrara e l'opera Cleopatra, mentre il suo unico quartetto per archi, inedito, risale al 1878. Nel 1882 fondò il Salterio Sacro-Hispano e la rivista settimanale Notas musicales y literarias; nel 1888 incominciò l'opera in tre atti Little Carmen, che lasciò incompiuta; fondò inoltre la Ilustración Musical Hispano-Americana, rivista quindicinale che visse fino al 1897, e pubblicava contemporaneamente Los músicos españoles antiguos y modernos en sus libros e il Diccionario técnico de la música y diccionario de músicos españoles, anch'esso incompiuto. Il P. tentava la grande arte e cercava di liberare l'opera spagnola dai suoi difetti mediante un'immissione di nazionalismo musicale. Nel 1890 iniziò la trilogia Els Pireneus che costituisce il più alto limite dell'arte di P. come compositore; e per spiegare le sue idee rinnovatrici intorno all'arte scrive nel 1891 Por nuestra música. Nel 1894 apparve la sua antologia Hispaniae Schola Musica Sacra, che si continuò negli anni successivi. Nel gennaio del 1895 è nominato professore del conservatorio di Madrid e nel marzo dello stesso anno è accolto nella Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, con un discorso di ricezione sulla personalità di A. de Cabezón. Nel 1896 s'iniziò la pubblicazione mensile La música religiosa en España (1896-1899); nel seguente apparve la sua opera in 4 volumi El teatro lírico español anterior al siglo XIX. A Venezia assistette alla rappresentazione del prologo dei Pirenei che infine vide rappresentati interamente con grande successo al liceo di Barcellona il 4 gennaio 1902. Con l'opera La Celestina, del 1903, le sue composizioni raggiungono il numero di 262. Il suo festival lirico El comte d'Arnau è del 1904; nel 1908 scrive il poema La Matinada, per solisti, coro e orchestra, e pubblica El organista litúrgico español con una selezione di opere classiche degli organisti spagnoli; nel 1900 crea l'ultima delle sue grandi composizioni, una sinfonia giubilare per voci e orchestra sul testo della Glosa del poeta Maragall. Nel 1908 oltre alle opere di Victoria, pubblica in 2 voll. l'Antologia de organistas clásicos españoles (secoli XVI-XVIII) e nel 1908 termina la sua opera in 2 volumi Catàlech de la Biblioteca musical de la Diputació de Barcelona. Nel 1910 si trasferisce a Buenos Aires per assistere alla rappresentazione dei Pirenei al Colón il 10 settembre. Nel 1919 e negli anni seguenti si pubblicano i quattro volumi del suo Cancionero musical popular español.
Per comprendere il merito e l'opera del P. è necessario tener conto dell'ambiente musicale della Spagna del sec. XIX: assenza di teatro lirico moderno, musica religiosa di pessimo gusto, canto popolare assai ricco quanto caduto in oblio, archivî musicali assai forniti ma inesplorati, assenza di testi musicali per poter formare la gioventù studiosa. Il P. volle riformare tutto: egli fu il maestro che con la parola e l'esempio mostrò la via ai musici spagnoli per la creazione di una scuola storica e d'una musica nazionale. La sua opera teorica, critica e storica fu prodigiosa. In quanto alla sua produzione di musica teatrale, dobbiamo ricordare il suo opuscolo Por nuestra música che portava il sottotitolo Algunas observaciones sobre la magna cuestión de una Escuela lírico-nacional. L'aforisma del p. Eximeno, Sobre la base del canto popular deberia construir cada pueblo su sistema, fu il suo punto di partenza per la produzione della sua maturità. Lo studio della canzone popolare spagnola, così come la tradizione polifonica e strumentale e il teatro spagnolo del sec. XVIII furono sempre i poli tra i quali si muove la produzione musicale del maestro spagnolo.
I tentativi delle scuole "nazionaliste" ispirarono sempre al P. una grande simpatia, poiché riconosceva in essi una concordanza con il suo desiderio di nazionalizzare l'arte spagnola. Le sue teorie diedero per risultato la musica spagnola attuale e il suo sviluppo. Quando le sue opere principali furono scritte possedevano una grande vitalità; per ragioni che qui non è il caso di discutere, la sua opera musicale non trionfò nel suo tempo né fu apprezzata dai contemporanei secondo il suo valore. Il P. è il precursore della rinascita teatrale e il propulsore degli studî storici sulla musica spagnola. La sua autobiografia è affidata ai volumi Orientaciones, Jornadas de arte e Jornadas postreras.