VALLETTI, Felice
VALLETTI, Felice. – Nato a Castiglione Tinella (Cuneo) il 9 ottobre 1845 da Giacinto, chirurgo, e da Teresa Borgnino, fu battezzato con il nome di Ninfeo Gioachino Felice.
Dopo gli studi classici frequentò i primi due anni di lettere all’Università di Torino, al termine dei quali lavorò come insegnante nelle scuole comunali della capitale sabauda dal 1869 al 1874, compiendo qui la sua prima formazione pedagogica sul campo.
Entrato nel frattempo nella Società ginnastica di Torino, Valletti si legò al magistero dello svizzero Rudolf Obermann, fondatore del sodalizio nel 1844 e morto proprio nel 1869, considerato il ‘padre’ dell’educazione fisica italiana, con spiccati tratti etico-militaristici di ascendenza tedesca. Nel 1872 assunse la redazione del giornale La Ginnastica educativa, continuazione del periodico La Palestra, espressione della stessa Società, mentre l’anno successivo fu chiamato a far parte, in qualità di segretario, della commissione ministeriale per l’ordinamento della ginnastica in Italia, da cui scaturì l’esigenza d’istituire, presso la stessa Società presieduta dal patriota Ernesto Ricardi di Netro, un corso normale di ginnastica, pubblicando nel contempo un manuale teorico-pratico per l’insegnamento della materia nelle scuole del Regno.
Da quel momento Valletti partecipò in rappresentanza dei torinesi ai Congressi ginnastici annuali organizzati sul territorio nazionale e, sempre nel 1873, curò la Monografia della Società ginnastica di Torino, a illustrazione della stessa. Nel 1874, creata nel capoluogo piemontese la Scuola normale per la formazione dei maestri di ginnastica, vi assunse la cattedra di pedagogia e storia della ginnastica, compilando l’anno dopo, su incarico della Scuola insieme al suo direttore Cesare Caveglia e a un altro collaboratore, Giuseppe Borgna, il Manuale di ginnastica educativa secondo il sistema di Rodolfo Obermann, dal sodalizio celebrato come il migliore.
Frattanto, al fine di diffondere la pratica ginnastica nelle classi elementari maschili e femminili di Torino, Ricardi di Netro, assessore municipale alla Pubblica Istruzione, affidava a Valletti due corsi, uno per i maestri e l’altro per le maestre, non trascurando il personale delle scuole infantili. Risalgono a quest’epoca il Manualetto di ginnastica secondo i principi di R. Obermann, per le scuole elementari di grado inferiore e gli asili d’infanzia e l’ancor più agile testo Sulla ginnastica infantile. Norme ed avvertenze alle maestre degli asili infantili di Torino seguite da una serie di combinazioni ginnastiche, editi entrambi da Paravia nel 1875.
Il 15 luglio 1876 Felice sposò Ida Revelli Beaumont, di nobile famiglia piemontese, sorella del militare e progettista d’armi Abiel Bethel e del geografo Paolo, rettore dell’Università di Genova all’alba del fascismo. Dal matrimonio nacquero nove figli: Teresa, che fu moglie del ginnasiarca Michelangelo Jerace, Camilla, Giacinta, Alessandro, Alfredo, Luigi, Maria, Ida e Marino, quest’ultimo importante storico militare.
Sempre nel 1876, assunta incondizionatamente l’impostazione di Obermann e nello stesso tempo ben informato di quanto accadeva fuori dall’Italia, Valletti dava alle stampe la Pedagogia e metodica applicate alla ginnastica educativa, scritto nel quale, nel definire una volta per tutte la cifra pedagogica della ginnastica, distinta dall’acrobatica e dall’atletica, egli ne individuava i tratti nella razionalità, nella convenienza rispetto all’età, al sesso, al temperamento e alla condizione sociale, nell’estetica ispirata a un’ordinata e armonica precisione, nonché nell’esecuzione collettiva sulla base di movimenti accuratamente programmati e, dunque, nella preminenza su tutte le altre forme di esercizio corporale.
Insignito nel gennaio del 1877 del titolo di cavaliere della Corona d’Italia, e successivamente del diploma di membro d’onore della Fedération des propagateurs de la gymnastique scolaire di Bruxelles, ormai influentissimo a livello governativo grazie alla mediazione del conte Ricardi, deputato al Parlamento, nel 1878 ottenne dal ministro Francesco De Sanctis l’incarico di stendere i programmi e le relative istruzioni in applicazione della legge del 7 luglio, che rendeva obbligatoria in tutti gli ordini e gradi di scuola la ginnastica appunto ‘educativa’, pur con persistenti caratteri militareggianti. L’anno seguente fu comandato al ministero con le funzioni di ispettore centrale della ginnastica, incarico di nuova istituzione che fu ufficializzato soltanto nel marzo del 1881.
Dietro la promozione di Valletti stava il preciso progetto politico di Ricardi di Netro di mantenere salda l’influenza dei torinesi sull’amministrazione scolastica centrale in materia d’insegnamento ginnico, in una fase in cui il primato del sodalizio fondato da Obermann rischiava di essere minacciato dall’atteggiamento di apertura manifestato dal ministero verso un più ampio numero di esperienze ginnastiche locali. Ne è un esempio la fondazione, di poco precedente, di nove scuole magistrali maschili di ginnastica in altrettante città della penisola (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Napoli, Palermo, Padova, Roma e Torino), che indeboliva di fatto il monopolio della Società subalpina, fino a quel momento l’unica autorizzata a formare insegnanti di ginnastica su tutto il territorio nazionale.
Nell’estate del 1880 Valletti aveva partecipato con altri ventitré esponenti del variegato mondo ginnastico italiano al Congresso internazionale di Francoforte, occasione perduta di distensione tra le varie correnti. L’anno dopo, sfruttando l’autorevole posizione raggiunta, egli si affrettò infatti a pubblicare un nuovo Manuale di ginnastica per le scuole e gli educandati femminili e per gli asili e i giardini d’infanzia, più volte riedito, nel quale ribadiva i principi cardine della lezione obermanniana già precedentemente esposti. Ancor più orientato all’idea di coniugare teoria e pratica, storia e pedagogia sarebbe stato il Manuale di ginnastica secondo i principi di R. Obermann per le scuole elementari, magistrali e normali, del 1884, felice esempio di una letteratura tecnica non scevra da un’impostazione scientifica dotata di una certa solidità, «da cui i maestri dovevano attingere le procedure necessarie alla realizzazione delle diverse fasi» del loro insegnamento (Alfieri, 2013, p. 207). Sul versante storiografico, uscirono in quegli anni, sempre a firma di Valletti, La ginnastica in Grecia (1882) e La ginnastica in Roma (1884), a cui sarebbe seguita, nel 1893, l’importante Storia della ginnastica, di chiara impronta militante, volta a celebrare soprattutto i meriti della scuola di Torino; mentre in ottica comparata si muoveva La ginnastica come mezzo di educazione civile e militare negli Stati d’Europa (in Bollettino ufficiale dell’istruzione, XIII (1887), giugno, pp. 111-132, luglio, pp. 153-175).
Ancora nel 1884, l’arrivo nella capitale di Emilio Baumann, rivale storico dei torinesi – fatto direttore della neoistituita Scuola normale di ginnastica di Roma, aperta dopo la soppressione delle nove scuole create nel 1879 – preoccupò non poco Valletti, che l’anno successivo vide ulteriormente ridimensionata la posizione degli obermanniani di stretta osservanza (seguaci della ginnastica muscolare sistematica e ordinativa) in occasione della sua nomina, accanto e sullo stesso livello di Baumann, nella commissione voluta dal ministro Michele Coppino per la revisione dei programmi del 1878. Ne scaturì il testo cosiddetto del compromesso, approvato con regio decreto dell’11 aprile 1886, mentre nel gennaio seguente, a corredo delle medesime norme didattiche, fu pubblicata a nome di entrambi una Guida illustrata per l’insegnamento della ginnastica nelle scuole normali ed elementari maschili, in due volumi.
Nel 1891 Valletti presentò, insieme all’ingegnere Luigi Mazzanti, il progetto di una scuola popolare di ginnastica a Tor di Quinto in Roma, nella convinzione che accanto alle società di tiro a segno dovessero sorgere palestre aperte a tutti, in cui praticare le più diverse attività fisiche, dall’atletica al nuoto e alla scherma.
Sempre autorevole nel mondo ginnastico, ma ormai ridimensionato nella sua influenza a seguito del prevalere di nuove correnti, nel 1893 fu promosso capo sezione, rimanendo tale fino all’ottobre del 1909, quando fu costretto a ritirarsi per sopraggiunti limiti di età.
Fregiato di numerose ulteriori onorificenze (cavaliere e poi ufficiale dei Ss. Maurizio e Lazzaro, ufficiale della Corona d’Italia, medaglia d’argento dei benemeriti della pubblica istruzione), morì a Roma il 16 febbraio 1920. Dal marzo 1918 gli era stato concesso di aggiungere, per sé e per i propri eredi, il cognome materno Borgnino/i.
Fonti e Bibl.: Punto di partenza è rappresentato dal fascicolo personale di Valletti conservato a Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica istruzione, Direzione generale del personale e degli affari generali e amministrativi, Archivio generale, 1910-1964, b. 155, f. 994. Sul ruolo del personaggio nella storia della ginnastica italiana si vedano, in particolare, F. Valletti, Sommario storico-statistico della Società ginnastica di Torino, Roma 1877; M. Di Donato, Cenni storici sulla ‘ginnastica’ e sulla ‘educazione fisica’ nell’Italia contemporanea, in appendice a J. Ulmann, Ginnastica, educazione fisica e sport dall’antichità ad oggi, Roma 1967, pp. 354 ss. (trad. it. di De la gymnastique aux sports modernes. Histoire des doctrines de l’éducation physique, Paris 1965); P. Viotto, Storia antologica dell’educazione fisica in Italia. Testi Leggi Istituzioni, Milano 1983, pp. 13, 82-89; M. Di Donato, Storia dell’educazione fisica e sportiva. Indirizzi fondamentali, Roma 1984, pp. 150 ss.; G. Grifi, Γυμναστική (ginnastica). Storia dell’educazione fisica e dello sport, Roma 1989, pp. 355 s.; G. Bonetta, Corpo e nazione. L’educazione ginnastica, igienica e sessuale nell’Italia liberale, Milano 1990, ad ind.; P. Ferrara, L’Italia in palestra. Storia, documenti e immagini della ginnastica dal 1833 al 1973, Roma 1992, ad ind.; M.P. Ulzega - A. Teja, L’addestramento ginnico-militare nell’Esercito italiano (1861-1945), Roma 1993, ad ind.; S. Giuntini, L’educazione fisica femminile a Torino a fine Ottocento, in Studi piemontesi, XXIV (1995), pp. 421, 423; A. Teja, Educazione fisica al femminile. Dai primi corsi di Torino di ginnastica educativa per le maestre (1867) alla ginnastica moderna di Andreina Gotta Sacco (1904-1988), Roma 1995, ad ind.; La stampa pedagogica e scolastica in Italia (1820-1943), a cura di G. Chiosso, Brescia 1997, pp. 326 s.; N.S. Barbieri, Dalla ginnastica antica allo sport contemporaneo. Lineamenti di storia dell’educazione fisica, Padova 2002, pp. 238 s., 268 s.; A. Magnanini, Il corpo fra ginnastica e igiene. Aspetti dell’educazione popolare nell’Italia di fine Ottocento, Roma 2005, p. 152; P. Alfieri, «A qual fine vero e proprio debba rispondere la ginnastica nelle scuole». Emilio Baumann e la manualistica ad uso dei maestri elementari all’indomani della legge De Sanctis, in History of education & children’s literature, VIII (2013), 2, pp. 200 ss. e passim; W. Cesana, V. F., in DBE. Dizionario biografico dell’educazione, 1800-2000, diretto da G. Chiosso - R. Sani, II, Milano 2013, pp. 623 s.; M. Morandi, Corpo e carattere. L’‘educazione fisica’ scolastica dall’Unità al secondo dopoguerra, in M. Ferrari - M. Morandi, I programmi scolastici di ‘educazione fisica’ in Italia. Una lettura storico-pedagogica, Milano 2015, pp. 24, 27; P. Alfieri, Le origini della ginnastica nella scuola elementare italiana. Normativa e didattica di una nuova disciplina, Lecce-Rovato 2017, ad ind.; D. Elia, Per la formazione degli insegnanti di ginnastica in Italia: le Scuole Magistrali (1879-1882) e i Corsi autunnali per i maestri elementari (1878-1883), in Diacronie. Studi di storia contemporanea, XXXIV (2018), 2, http://www. studistorici.com/2018/06/ 29/elia_numero_34 (20 febbraio 2020), p. 15; M. Morandi, Maschile e femminile: ottant’anni di educazione fisica per l’infanzia in Italia (1833-1914), in Pedagogia e vita, LXXVII (2019), 1, pp. 198-200.