FELICE II papa
Era arcidiacono della chiesa romana, quando, inviato in esilio dall'imperatore Costanzo papa Liberio nel 355, accettò l'invito a succedergli, fattogli dallo stesso Costanzo a Milano. Ordinato in questa città, ritornò a Roma, dove fu accettato come papa da parte del clero; ma il popolo non ne volle sapere e si tenne separato da lui, chiedendo il ritorno di Liberio. Quando nel maggio 357 Costanzo venne a Roma, promise di secondare le istanze del popolo; e infatti rimandò Liberio, ma con la clausola che egli e Felice governassero simultaneamente la chiesa romana. Sennonché, ritornato Liberio nel 358, e accolto in trionfo, Felice dovette ritirarsi in una sua proprietà sulla via Portuense. Fidando nei suoi antichi partigiani, nell'autunno del 358 tentò con un nuovo colpo di mano di occupare la basilica Giulia (S. Maria in Trastevere); ma non gli riuscì per l'intervento del popolo, tutto a lui contrario. In seguito non si parlò più di lui; morì il 22 novembre 365 e fu sepolto sull'Aurelia. Egli fu certamente antipapa, ma a causa di un rimaneggiamento del Liber Pontificalis poté in seguito essere annoverato fra i papi legittimi; anche perché la sua memoria andò confusa coi martiri di nome F. sepolti sulle vie Portuense e Aurelia.
Bibl.: F. Savio, La questione di papa Liberio, Roma 1907, p. 45 segg.; L. Duchesne, Lib. Pontif., Parigi 1886, I, pp. cxxv, 206 segg.; id., Storia della Chiesa antica, Roma 1911, II, p. 253 seg.; P. Batiffol, La paix constantinienne et le catholicisme, Parigi 1914, p. 494 seg.