DE CARLI, Felice
Nacque da Deodato e da Bianca De Carli il 21 luglio 1901 a Roma; qui studiò fino al conseguimento della laurea in chimica, ottenuta a pieni voti nel 1922. Fu prima assistente e successivamente aiuto di N. Parravano, sotto la cui guida svolse intensa attività di ricerca presso l'istituto chimico dell'università di Roma.
Risultato vincitore nel concorso per la cattedra di chimica farmaceutica presso l'università di Siena, fu chiamato in un primo tempo a Catania a coprire la stessa cattedra a partire dal 1° dic. 1932; dal 1° nov. 1933 passò alla cattedra di chimica generale dell'università di Perugia.
A Catania, e poi soprattutto a Perugia, il D. ebbe modo di mettere in luce le sue capacità di organizzatore, costituendo a Perugia un centro di studi sui caolini sardi e ottenendo, tra l'altro, un brevetto che ebbe applicazioni industriali in scala nazionale; inoltre, sempre a Perugia, seguì la costruzione e curò l'organizzazione del nuovo istituto di chimica generale, dimostrando una speciale sensibilità verso i problemi, allora particolarmente acutì e onerosi, propri della didattica e della ricerca chimica nazionale.
Nel 1937 fu chiamato a coprire la cattedra di chimica applicata presso la facoltà di ingegneria dell'università di Bologna: ciò anche con l'intento di dare nuovo indirizzo e organizzazione a quella che allora era denominata R. Scuola di chimica industriale e che solo successivamente si sarebbe trasformata nella omonima facoltà. Parallelamente fu affidato al D. il compito di realizzare ivi un centro di ricerca orientato allo studio della chimica dei silicati.
L'attività del D. fu. tuttavia a Bologna di breve durata: morto infatti improvvisamente il prof. G. Sirovich, direttore dell'istituto di metallurgia della facoltà di ingegneria dell'università di Roma, il D. fu chiamato a coprire il predetto insegnamento a partire dal 15 giugno 1940. Alla direzione dell'istituto romano di metallurgia il D. rimase fino alla sua scomparsa, avvenuta a Roma il 24 ottobre 1965.
La produzione scientifica del D. ammonta a più di un centinaio di note a stampa; esse riguardano molteplici problemi di chimica generale, inorganica e organica, di chimica industriale, di metallurgia. Il D. tenne inoltre numerose conferenze e discorsi nonché, oltre ai corsi istituzionali, cicli di lezioni a carattere specifico.
I primi lavori a stampa furono pubblicati in collaborazione con C. Mazzetti, docente dell'ateneo romano, cui il D. fu sempre legato da profonda amicizia: riguardano il boro come tale o suoi composti (Dosaggio del boro nelle ferro-leghe, in Atti d. I Congresso naz. di chim. pura e appl., Roma, 3-6 giugno 1923 (Roma 1924); Reagibilità allo stato solido dell'anidride borica con gli ossidi metallici, in Rendiconti d. Accad. d. Lincei, cl. di sc. fisiche, mat. e nat., s- 5, XXIII [1924], 1, pp. 5 12- 15; Borati anidri di litio, cadmio, piombo, in Gazz. chim. it., LVI [1926], pp. 19-28).
In questo primo periodo della sua attività il D. manifesta un evidente interesse per lo studio delle reazioni allo stato solido (reazioni tra anidridi e ossidi metallici, comportamento del biossido di piombo e del biossido di manganese, reazioni proprie dello stato vetroso, caratteristiche di numerosi carbonati doppi). Nel 1929 compie una serie di ricerche sulla viscosità di miscele binarie (sistemi nitrobenzene-monocloruro di zolfo, nitrobenzene-cloruro stannico, aldeide benzoica-monocloruro di zolfo, ecc.) e nel 1930 pubblica una nota di considerevole interesse sull'affinamento di strutture eutettiche, che compare sulla rivista Metallurgia italiana (XXII [1930], pp. 463-68). Nell'anno successivo svolge un'interessante ricerca sulla costituzione delle leghe rame-magnesio ricche in magnesio (ibid., XXIII [1931], pp. 18-21); negli anni 1931 e 1932 pubblica numerose note su argomenti di chimica organica e inorganica (Sul dosaggio dell'acido gluconico, in Annali di chimica applicata, XXI [1931], pp. 465-71; La solubilità del gluconato di calcio, ibid., pp. 447-53; Derivati del nitrato di bismuti con alcoli polivalenti, ibid., pp. 472-82; Icomposti dell'urea con i bromuri alcalino-terrosi, in Rend. d. Accademia dei Lincei, cl. di scienze fisiche, mat. e nat., s. 6, XV [1932], pp. 747 ss.; Proprietà delle soluzioni di cloruro di calcio e urea, ibid., pp. 584-90; Solubilità del gluconato di calcio in presenza di fosfato sodico e acido arsenioso, ibid., pp. 579-83). Nel 1935 cominciano a comparire alcune note sui caolini nazionali, con particolare riferimento a quello sardo. Al V Congresso di chimica pura e applicata (Cagliari 1935), il D. presentò una comunicazione dal titolo Il caolino sardo, materia prima nazionale (pubbl. in La Chimica e l'industria, XVII [1935], pp. 399-405). cui seguirono altre note su argomenti consimili (Modificazioni di alcune proprietà colloidali del caolino sardo, in Ricerca scientifica, VII [1936], 1, pp. 145-53; Sulla attivabilità del caolino e dell'argilla per la preparazione delle terre decoloranti, ibid., 2, pp. 227 s.: queste due in collaborazione con U. Passarini; Argilla refrattaria di Sardegna, Nota I, ibid., VIII [1937], 1, pp. 7-18; Argilla e caolino del Piemonte, Nota II, ibid., pp. 196-205, in collaborazione con U. Passarini; Sul comportamento di refrattari silico-alluminosi fabbricati con materie prime nazionali, ibid., 2, pp. 316-22, in coll. con N. Collari).
La produzione del D., fino agli inizi degli anni Quaranta, è caratterizzata quindi da una considerevole molteplicità di interessi, derivante anche dalla esigenza di realizzare una ragionevole coerenza tra attività didattica e attività di ricerca. Appare d'altro lato evidente che il D. si sforzava sempre di cogliere il contenuto potenziale e talora reale di innovazione che la ricerca intrapresa era suscettibile di fornire. Un particolare significato Presenta la serie di ricerche sui caolini: uno degli obiettivi, pienamente raggiunto, fu quello di incentivare l'industria italiana dei refrattari. D'altro lato, con il diretto supporto del Consiglio nazionale delle ricerche (C.N.R.) fu costituito un settore per la chimica dei silicati - in seno al Comitato nazionale per la chimica - e il D. ne fu nominato presidente. L'attività nel campo specifico ebbe anche un riconoscimento dall'Accademia di Italia, che nel 1935 assegnò al D. un premio per le ricerche svolte; inoltre fu creato un Centro di studi sui silicati che, nel 1940, trovò collocazione presso l'istituto di metallurgia dell'università di Roma.
Alla direzione di tale istituto il D. rimase per più di venticinque anni, fino alla sua scomparsa: la produzione scientifica di questo periodo ammonta ad una trentina di note, più direttamente legate a problemi di carattere metallurgico, anche se non sono infrequenti studi e rassegne nel settore più vario e articolato della chimica applicata e industriale.
Negli anni dell'immediato dopoguerra il D. dedicò molto tempo alla preparazione delle dispense di metallurgia (Lezioni di metallurgia, Roma 1946): fu questa una chiara indicazione di voler dedicare all'insegnamento quell'impegno che aveva sempre manifestato nelle sue precedenti diverse esperienze didattiche. In particolare, va apprezzato il taglio che egli seppe dare alla didattica metallurgica, trasferendo in questa la sua ampia precedente esperienza acquisita nei settori della chimica generale e soprattutto industriale. In tempi successivi il D. affrontò decisamente problemi di ricerca metallurgica: comparvero quindi note sulla Desolforazione della ghisa con soda (in Boll. scientifico della Facoltà di chimica industriale d. Università di Bologna, VIII [1950], pp. 39-69) e videro la luce i primi lavori sulla ossidazione a caldo di metalli e leghe, che dovevano poi costituire uno dei filoni qualificanti dell'attività dell'istituto di metallurgia romano (Studio termoponderale delle ossidazioni metalliche. Nota I: Ferro, in Annali di chimica, L [1950], pp. 117-31; Nota II: Rame, in La Chimica e l'industria, XXXIII [1951], pp. 77-80; Nota III: Leghe rame-stagno, in Metallurgia italiana, XLIV [1952], op. 1-5; tutte e tre le note in collaborazione con il suo aiuto N. Collari).
Per lo svolgimento delle citate indagini il D. utilizzò un dispositivo termoponderale - la cui realizzazione fu curata nell'istituto da lui diretto - il quale consentiva la registrazione fotografica di variazioni di peso nel tempo subite da campioni esposti ad atmosfere ossidanti, per diversi valori della temperatura. Lo scopo principale delle ricerche era quello di verificare le leggi e di approfondire lo studio dei comportamento all'ossidazione a caldo di una serie di metalli puri e di varie leghe metalliche: così nel caso del ferro sono state chiarite alcune anomalie nel corso dell'ossidazione a temperature via via crescenti. mentre per il rame si è approfondito lo studio dell'influenza esercitata sulla sua ossidabilità dalla presenza di diversi ossidi di rame (Cu20 e CuO) nel film che si forma durante l'ossidazione; nel caso, infine, delle leghe rame-stagno, è stata evidenziata una palese correlazione tra comportamento all'ossidazione e natura della fase o delle fasi presenti, cioè una diretta dipendenza tra ossidabilità e caratteristiche specifiche del diagramma binario preso in considerazione. È appunto questo un aspetto che ha formato oggetto di indagini sistematiche, sviluppatesi con successo per parecchi anni e seguite dai collaboratori del D., da lui comunque incoraggiate e favorite con diretta attiva partecipazione (vedasi, per es., F. De Carli-P. Spinedi, Contributo allo studio delle ossidazioni a caldo dei metalli e delle leghe, in Metallurgia ital., XLVI [1954], pp. 101-07).
Nello stesso tempo il D. non tralasciava un'attività tecnico-scientifica più direttamente legata alla sua sensibilità spiccata verso i problemi applicativi e a matrice industriale. Così, nel campo della metallurgia pubblicò pregevoli lavori su problemi generali (Aspetti chimico-fisici della disossidazione dell'acciaio, ibid., XI-V [1953], pp. 100-110; Attuali orientamenti nei criteri di scelta e nella tecnologia dei materiali refrattari, ibid., pp. 317-22; Impostazioni tecnologiche suggerite dagli attuali orientamenti nell'impiego dei refrattari, ibid, pp. 355-62) e ottenne un importante brevetto su un "Procedimento per il trattamento siderurgico dell'ilmenite" (brevetto per invenzione industriale n. 481.533, del 3 giugno 1953), che conseguì un buon successo e trovò pratica applicazione. I risultati ottenuti furono poi illustrati in una memoria dal titolo Arricchimento di minerali titaniferi con procedimento siderurgico, comunicazione presentata all'VIII Congresso nazionale dell'Associazione italiana di metallurgia (A. I.M.), Torino 1958.
Nell'ultimo decennio di attività, il D. si era molto interessato a problemi generali di metallurgia e ad alcuni specifici argomenti di siderurgia. Dotato di una notevole facilità nello scrivere e di una indubbia capacità di divulgazione, diede alle stampe un testo dedicato alla Vita dei metalli (Milano 1957), che costituisce una felice rappresentazione del "ciclo vitale" dei metalli, con particolare riferimento ad aspetti storico-scientifici della metallurgia. Nello stesso periodo compaiono altri lavori a carattere monografico (Sguardo panoramico su taluni moderni indirizzi siderurgici, in Ricerca scientifica, XXVII [1956], pp. 199-209; dispense del corso di perfezionamento in ingegneria nucleare, anno acc. 1957-58), mentre nell'istituto romano di metallurgia il D. segue con particolare partecipazione le ricerche in corso, oltre che sull'ossidazione a caldo (orientate prevalentemente sullo studio del comportamento di metalli e leghe allo stato liquido), sulla corrosione di alcuni materiali metallici posti a contatto con leghe liquide bassofondenti, sulle relazioni tra stato difettivo e ossidabilità di superfici di monocristalli metallici e soprattutto sul cielaggio termico di vari materiali. In parallelo, con la sensibilità che lo caratterizzava per i problemi di natura industriale, il D. promuoveva ricerche nel campo della produzione di silicio iperpuro, di boro elementare e di derivati del boro.
Nel 1960 fu nominato presidente della Associazione italiana di metallurgia e in questa veste presentò un Panorama of the Italian Iron Metallurgy al "Joint Meeting 1960" del londinese Iron and Steel Institute e l'A.I.M., tenutosi a Milano nel giugno 1960. In questo stesso periodo riuscì anche, malgrado i molteplici impegni che comportava la presidenza dell'A.I.M., a rinnovare notevolmente le dispense del corso di metallurgia, dando alle stampe due validi testi (Elementi di metallurgia generale, Roma 1960; Elementi di metallurgia industriale, Roma 1961), mentre negli anni successivi seguitava l'attività divulgativa intensa e ricca di attualità (Stato attuale e previsioni di impiego di berillio e derivati nelle tecnologie nucleari, in Combustibili e materiali per impianti nucleari, Roma 1961; Estrazione e trattamento dei metalli, in Il mondo della tecnica, II,Torino 1962; Nuovi orizzonti nella tecnica siderurgica: origine, sviluppo e prospettive della produzione di acciai nel convertitore a ossigeno, in Ricerca scientifica, XXXIV [1964], pp. 225-50; Nozioni di chimica industriale inorganica, Roma 1965, pregevole raccolta delle lezioni che il D. tenne per il corso di laurea in chimica industriale, istituito presso la facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell'università di Roma, in collaboraz. con D. Buttinelli; Caratteristiche e proprietà dell'acciaio prodotto al convertitore a ossigeno, in Il Calore, XXXVI [1963], pp. 181-92, pubblicato postumo).
Gli importanti significativi apportiscientifici che il D. ha dato alla metallurgia e più in generale alla chimica industriale e applicata non risulterebbero in tutta la loro pienezza se non si citasse, sia pur brevemente, l'ampio e validissimo contributo che egli ha fornito con la sua attività di supporto tecnologico a moltissime industrie ed enti italiani (Larderello, Snia Viscosa, S.A.N.A.C., Magona d'Italia, Temi, Associazione nazionale controllo combustione, Monte Amiata, A.G.I.P. e, soprattutto, Montecatini, Italcementi, Italsider): i settori investigati riguardano, a titolo di esempio, la preparazione di borani e di boro elementare, l'azoturo di boro, refrattari comuni e speciali, materie prime per industrie ceramiche, problemi vari di corrosione, controlli di grandi manufatti siderurgici, controllo chimico di cementi e calcestruzzi, impiego di gas naturali nella riduzione diretta, ecc.
Quanto all'impegno nei problemi della scuola italiana, occorre ricordare che il D., pur avendo aderito in gioventù, nel 1921, al partito fascista e avendo accettato nel 1934 il mandato parlamentare (fu anche deputato nella successiva XXX legislatura, alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni), manifestò subito una notevole apertura, rispetto alle tendenze correnti, adoperandosi attivamente per meglio definire e valorizzare la figura dell'assistente universitario: partecipò direttamente alla costituzione della Associazione della scuola, in seno alla quale tentò di costituire una consulta nazionale rappresentativa delle diverse componenti del corpo docente; ma l'iniziativa fu decisamente osteggiata dall'allora segretario del partito, E. Muti. Collaborò con G. Bottai alla elaborazione della Carta della scuola. Nel 1940 il D. fu nominato fiduciario della scuola ed ebbe l'incarico, dal neosegretario E. Serena, di curare in specie i problemi della scuola elementare e media: in questo settore si dedicò allo studio dell'organizzazione di istituti assistenziali e previdenziali. In quel periodo fu preside della facoltà di ingegneria mineraria, membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione e del comitato direttivo del Centro preparazione minerali del Consiglio nazionale delle ricerche.
Al termine della seconda guerra mondiale il D., già titolare della cattedra di metallurgia a Roma, subì un periodo di epurazione e versò in gravi ristrettezze economiche, ma poi fu riabilitato.
Tra le cariche coperte dal D. dopo la riabilitazione, da ricordare l'appartenenza al consiglio di amministrazione delle Ferrovie dello Stato e al comitato per la chimica del C.N.R., la presidenza, come già accennato, dell'Associazione italiana di metallurgia: nell'ambito di quest'ultima carica, il D. svolse un'azione per diffondere la didattica metallurgica in Italia, per sensibilizzare soprattutto i giovani ai problemi della ricerca nel campo della metallurgia, ecc.; vivissimo impegno il D. dedicò al settore dell'insegnamento della metallurgia, specie nell'ambito della facoltà d'ingegneria: nel quadro del rinnovamento didLittico di detta facoltà, a Roma, operò attivamente affinché, accanto all'insegnamento di metallurgia e metallografia, fossero istituiti corsi di materie affini atte a favorire la formazione di un ragionevole orientamento metallurgico, specie negli studenti di ingegneria chimica e meccanica.
Il D. fu inoltre membro onorario dell'Iron and Steel Institute e socio corrispondente dell'Accademia nazionale delle scienze di Bologna; liel 1961 fu insignito della medaglia d'oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte. Infine, già poco tempo dopo la laurea, era stato nominato redattore all'Istituto della Enciclopedia Italiana: in tale veste, collaborò alla stesura di numerose voci per la sezione chimica, sotto la guida di N. Parravano, dal volume XXIII (1934) fino al corripletamento dell'opera (1937).
Sull'attività scientifica svolta dall'istituto di metallurgia dell'università di Roma il D. riferì più volte: in Ricerca scientifica (XX [1950], pp. 1803-06; XXX [1960], pp. 360-69; XXXIII [1963], pp. 137-52), in Atti del Congresso naz. dell'Associaz. ital. di metallurgia, 7-10 ott. 1956 (Milano 1957); in Achema Jahrbuch (Frankfurt a. M. 1962-64).
Bibl.: Breve biografia in La Chimica e l'industria, XLIII (1961), pp. 1338 s.; necrol. in Meiallurgia italiana, Atti e notizie, XX (1965), pp 285 s.; Ibidem, LX (1968), pp. 605-12; Il Calore, XXXVI (1965), pp. 1233 s. Una nota autobiografica datt. e docum. personali riguardanti Notizie intorno all'attività scientifica, professionale e politica dal 1921 al 1944 sono conservati presso la famiglia in Roma.