CASORATI, Felice
Pittore, nato a Novara il 4 dicembre 1886, vivente a Torino. Si è laureato in legge a Padova nel 1907. Si dedicò alla pittura frequentando lo studio di Giovanni Vianello e studiando Tiziano. Col ritratto della sorella, esposto a Venezia nel 1907, si rivelò pittore di notevole distinzione. Trasferitosi a Napoli (1908-1911) si rimise a studiare dal gesso e dal naturale, e dipinse alcuni quadri di figura, ove, sul caratteristico delle Vecchie (Galleria Nazionale di Roma) e delle Ereditiere, andò preponderando a poco a poco l'intento allegorico di Signorine (Gall. di Venezia). A Verona trascorse un periodo di tormentosa incertezza (1911-1915). La pittura allegorica lo aveva portato alla Trasfigurazione, col pericolo di cadere nell'astruso o nel caricaturale; il futurismo lo interessava, ma non lo convinceva; cercò inutilmente un diversità nel decorativismo del Klimt, nei musicalismo del Kandinsky; fondò una rivista. La via lattea. Dopo la guerra, alla quale partecipò, rimanendo ferito, si stabilì a Torino e ritornò alla ricerca della verità. Intanto nel 1920, a Venezia, conosceva l'opera di Cézanne. Ancora incerto e inquieto per un biennio, solo nel '21 il C. arrivò a una faticosa conquista della forma in Le due sorelle (coll. Gualino) dov'è ancora evidente uno sforzo di volontà. Ma poco dopo, tra il '22 e il '24, raggiunse un perfetto equilibrio ed una completa fusione di forma e di colore nel gruppo di opere esposte nella XIV biennale veneziana (ritratti della sorella, ora nel Museo Civico di Torino, e di Renato Gualino; Meriggio, al Museo Revoltella di Trieste, Lo studio, Concerto). Il successo veneziano del '24 si ripeteva nel '28, specialmente con Ragazze addormentate, Dafne (coll. Ojetti) e alcune squisite nature morte: opere nelle quali era finalmente e logicamente raggiunto uno stile chiaro e preciso, disadorno e aristocratico, originale e tradizionale al tempo stesso; mentre nelle sue ultime opere, come Lo straniero (Galleria d'arte moderna di Firenze) sembra che il C. tenda quasi ad ammorbidire un po' quella maniera squadrata e compatta. Il Casorati ha ottenuto lusinghieri successi anche all'estero.
Bibl.: P. Gobetti, F. C., pittore, Torino 1923; L. Venturi, Il pittore F. C., in Dedalo, IV (1923-24), pagina 238 segg.; R. Giolli, F. C., Milano 1925 (con bibliog.); G. Pacchioni, F. C., in Artistes italiens contemporains, Zurigo 1927; H. Eckstein, Zur Malerei des heutigen Italiens und zu F.C., in Die Kunst für Alle, marzo 1930; M. Sarfatti, Storia della pittura moderna, Roma 1930; L. Romano, La scuola di C., in L'Arte, XXXIII (1930), pp. 79-83.