CAMPI, Felice
Pittore, figlio di Agostino e di Anna Varese, nato a Mantova nel 1746, fu discepolo del Bazzani, e durante la sua giovinezza si esercitò a Venezia sugli esempi della tradizione lagunare cinquecentesca. Nell'ambito dell'Accademia mantovana di Belle Arti, fondata nel 1752, ebbe notevoli riconoscimenti: il 16 giugno 1765 gli veniva conferita una medaglia d'oro per un disegno di Giuditta che taglia la testa di Oloferne;il 21 giugno 1771 riportava un'altra medaglia d'oro in un concorso per un soggetto d'ispirazione biblica. Dal 1769 seguì gli insegnamenti di Giuseppe Bottani, alla cui morte (1784) divenne vicedirettore dell'Accademia. Dal 1811 al 1817 ricoprì la cattedra di disegno presso il regio liceo. Morì a Mantova il 6 maggio 1817.
Assai ampia fu la sua attività di restauratore: nel 1779-80 collabora al restauro della galleria degli specchi, nel palazzo ducale di Mantova; nel 1783, nella camera dei Cesari del palazzo del Te, ridipinge un fregio di putti. Nei primi anni del XIX sec. è impegnato in opere di restauro ai dipinti della cattedrale di Mantova: nel catino absidale rinfresca i dipinti del Fetti; nel 1804 i dipinti dell'Andreasi nella cupola; nel 1808 gli affreschi del transetto. Diede inoltre il disegno per il fregio di putti, modellati da Vittorio Bernero, che corre lungo la navata della cattedrale. Fu spesso impegnato in incarichi ufficiali: nel 1775 ritraeva l'imperatrice Maria Teresa; nel 1805, in occasione della visita di Napoleone a Mantova, dipingeva un arco di trionfo e innalzava una statua; nel 1811 dipingeva un'allegoria delle Arti celebranti l'apoteosi dell'Imperatore (tutte queste opere sono oggi perdute). Degli apparati concepiti dal C. resta memoria solamente in una incisione, eseguita nel 1801, del Rados che raffigura il "prospetto della piazza virgiliana nel momento dell'inaugurazione di Virgilio...".
La prima opera certa del pittore è la tela della parrocchiale di Suzzara, che rappresenta i SS. Vincenzo Ferreri, Lucia e Carlo Borromeo, firmata e datata 1777, già indicativa degli orientamenti accademici dell'artista. Tra il 1779 e il 1782 opera, accanto all'architetto P. Pozzo, allo stuccatore S. Somazzi e al decoratore G. B. Marconi, nell'appartamento degli arazzi nel palazzo ducale, destinato ad accogliere i nove arazzi raffaelleschi acquistati nel XVI sec. dal cardinale Ercole Gonzaga. Agli arazzi originali il C. affiancò alcuni pannelli che fingono tappezzerie desunti dalle incisioni del Volpato riproducenti gli arazzi della sala del concistoro in Vaticano. Nel 1782 decora la chiesa mantovana di S. Apollonia con un fregio a monocromo rappresentante Episodi biblici, cui si avvicinano due Allegorie cristiane dipinte nell'ex chiesa degli Olivetani. Nel 1784, sotto la guida del Pozzo, collabora al restauro della cappella del SS. Sacramento nella cattedrale. Del C. sono l'Allegoria della Fede (affresco nella cupola), le tele rappresentanti i Quattro dottori della Chiesa e la copia (eseguita nel 1798) della Vocazione dei ss. Pietro e Andrea, che sostituì la pala originale dipinta nel XVI sec. da Fermo Ghisoni e sottratta dai Francesi nel 1797. Al C. spetta anche il merito di aver recuperato il procedimento della pittura ad encausto, secondo quanto attesta il Requeno (1787); tecnica con cui dipinse una stanza in palazzo Castiglioni a Mantova, ancora conservata. Tra il 1785 e il '91 il C., fiancheggiato dal pittore G. Anselmi, conduce la decorazione della navata e del transetto della basilica di S. Andrea (riquadri raffiguranti Episodi evangelici), nonché i due affreschi della cappella del SS. Sacramento. Nel palazzo Magnaguti in Mantova decorò una sala con episodi tratti dalle Metamorfosi (Apollo e Dafne; Diana ed Endimione; Pan e Siringa)e tre ambienti neoclassici dell'edificio posto al n. 17 di via Chiassi in Mantova. Molte opere sono in chiese di Mantova e della provincia: in S. Egidio, S. Filippo Neri e il S. Cuore di Gesù, derivato dal prototipo batoniano; nella parrocch. di Romanore, la tela con S. Liberata;nella chiesa di S. Orsola, il Miracolo di s. Nicola da Bari;nella parrocchiale di Castellucchio, la pala raffigurante S.Giorgio che uccide il drago (1795) di cui è una replica nella parrocchiale di S. Giorgio; nella cattedrale, la tela con S. Gerolamo (1803)e i due affreschi della cantoria raffiguranti il Ritrovamento del preziosissimo Sangue di Cristo (di cui si conserva il bozzetto in loco)e l'Adorazione di papa Alessandro III e Beatrice di Canossa. Presso la Bibl. com. di Mantova si conserva il Ritratto di Gerolamo Murari della Corte, firmato e datato 1794. Sulla facciata di una casa dell'attuale via Cavour è del C. un affresco (1815)rappresentante la Vergine col Bambino, S. Giuseppe e s. Gaetano. Nella feconda attività del C. l'insegnamento classicistico del Bottani si raggela in moduli scolastici, ispirati ad un ideale di maestoso decoro, ma ormai chiusi in un limite provinciale.
Fonti e Bibl.: Foglio di notizie di Mantova, 26 luglio 1771; 4 giugno 1773; 15 febbr. 1775; 17 febbr. 1775; 16 maggio 1783; 22 giugno 1787; Mantova, Arch. della Fabbrica di S. Andrea, lettera del C. del 22 genn. 1789; Castellucchio, Arch. parrocchiale, lettera del C. del 26 sett. 1795 (ed. da Perina, La pittura, p. 638 n. 105); Giornale del Dipartimento del Mincio, 3 genn. 1816; Gazzetta di Mantova, 9 febbr. 1811; 9 maggio 1817; V. Requeno, Saggi sul ristabilimento dell'antica arte de' greci e romani pittori, Parma 1787, pp. 346 s.; G. Susani, Nuovo prospetto delle pitture... di Mantova, Mantova 1818, pp. 7 s, 10 s., 117, 127, 138; P. Coddè, Memorie biografiche, Mantova 1837, pp. 39-43; S. Gionta, Il fioretto delle cronache, Mantova 1844, pp. 282, 284 s., 289, 309, 320-322, 332; C. D'Arco, Delle arti e degli artefici di Mantova, Mantova 1857, II, pp. 224, 246; Guida numerica alle case e agli stabilimenti di Mantova, Mantova 1859, p. 130, G. B. Intra, La Reggia mantovana sotto la prima dominazione austriaca, in Arch. stor. lomb., XV (1888), pp. 486, 488; A. Bertolotti, Icomuni e le parrocchie della prov. mantovana, Mantova 1893, pp. 48, 240; P. Orioli, Ilpensiero religioso... nel duomo di Mantova, Mantova 1896, pp. 182, 186 s., 203; V. Matteucci, Le chiese artist. del Mantovano, Mantova 1902, pp. 92 s., 100, 144-146; A. Luzio, Contributo alla storia delle suppellettili del palazzo ducale di Mantova, in Atti e mem. della Acc. Virg. di scienze, lettere ed arti in Mantova, n.s., VII (1914), pp. 71 ss.; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia, VI, G. Matthiae, Provincia di Mantova, Roma 1935, pp. 26, 39, 53, 90, 154, 160, 185; F. Hartt, Giulio Romano, New Haven 1958, p. 152; C. Perina, La Pittura, in Mantova. Le Arti, III, Mantova 1965, ad Indicem; Id., La basilica di S. Andrea in Mantova, Mantova 1965, ad Indicem; G. Paccagnini, Ilpalazzo ducale di Mantova, Torino 1969, pp. 183, 200; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, pp. 469 s.