BRUSASORCI (Brusasorzi), Felice
Figlio del pittore Domenico e di Toscana, nacque a Verona nel 1539 0 1540, in quanto nella registrazione anagrafica del 1545 risulta "di anni sei" (Da Re, p. 5). Anch'egli pittore, appare spesso in documenti che lo indicano saltuariamente a Verona (Da Re; Cavazzocca Mazzanti). L'unico viaggio documentato è a Firenze nel 1597, anno in cui il conte A. Giusti raccomanda a B. Vinta il B. e S. Creara, mandati a "far copia di ritratti" nella Galleria granducale (M. Bacci, Iacopo Ligozzi, in Proporzioni, IV [1963], p. 76 n. 13); il Vasari, comunque, attesta un suo soggiorno a Firenze, presso Bernardo Canigiani, col quale mantenne poi costanti rapporti, come provano le due lettere scrittegli da Verona il 7 nov. 1601 e il 7 genn. 1602 (in G. Gaye, Carteggio inedito di artisti..., Firenze 1840, III, p. 527; per tutta la questione dei viaggi a Firenze, cfr. Zava Boccazzi, 1967). Membro dell'Accademia filarmonica di Verona (Turrini), il B. morì il 4 marzo 1605 a Verona, secondo il Ridolfi avvelenato dalla giovane moglie infedele, tale Rosanna; lasciò un figlio, Piero (o Pirro).
Documenti relativi all'attività del B. sono la delibera del 15 giugno 1595, con la quale gli veniva commissionato un quadro su lavagna con il Battesimo di Lorenzo Cornaro, figlio di Giovanni, capitano di Verona (perduto; cfr. Da Re, pp. 16 ss.), e l'accordo del 25 ag. 1603 con Fabrizio Ridolfi per una pala da eseguire a S. Apostolo (non eseguita). Qualche opera firmata, datata o databile, e quelle tradizionalmente attribuitegli dalle fonti, consentono la puntualizzazione stilistica della sua pittura che, formatasi sull'esempio paterno, viene articolandosi in un manierismo più complesso, azionato dall'ambiente veronese, come da impressioni toscane e da riflessi mantovani, e costituendosi, su tali basi culturali, in una propria caratterizzazione. Il percorso evolutivo dell'arte del B. si coglie nei numerosi quadri chiesastici che sono in Verona e nel Veronese: fondamentali la capziosa pala giovanile di S. Giorgio in Braida con La Vergine e i tre arcangeli, quella di S. Tomaso con La Vergine che appare a un gruppo di santi, dal notevole inserto ritrattistico (la data 1579 è segnata nell'incorniciatura), quella di S. Pietro in Cariano con La Madonna e la sante Lucia e Agata, che unisce a grazie manieristiche tosco-emiliane un sapore veronesiano. Firmata e datata 1589 è la Flagellazione, oggi nei depositi del Museo di Castelvecchio; firmata è quella più tarda e meglio conservata della Madonna di Campagna, databile, con la Deposizione della stessa chiesa, a dopo il 1596; e pure firmati sono la pala della parrocchiale di Villafranca (Verona) con la Madonna e i santi Antonio abate,Bovo e Martino e il Cristo compianto del Museo di Eger (Budapest), dipinto su lavagna (materia usata frequentemente dal B., che gli consente particolari effetti luministici). Il B. coltivò pure, con fortuna, per il collezionismo veronese, il ritratto e la tematica profana, mitologica, allegorica o celebrativa: del 1595-'96 è la grande tela con la Vittoria dei Veronesi a Desenzano (Verona, Municipio). La pala della chiesa dei cappuccini a Bolzano con la Fondazione dell'Ordine francescano, firmata e datata 1600, segna i limiti linguistici del B., ma anche una sua diversione naturalistica (Arslan, 1937), dalla quale muoverà la pittura "rinnovata" degli allievi, il Turchi e l'Ottino, che portarono a compimento alcune opere lasciate interrotte dal maestro alla sua morte: rispettivamente la Madonna e santi a S. Anastasia e la macchinosa Caduta della manna a S. Giorgio in Braida.
Fonti e Bibl.: Oltre che la bibl. alla voce Brusasorci Domenico, si veda: G. Vasari, Le vite…, a cura di G. Milanesi, V, Firenze 1880, p. 379(nella vita di V. Belli, tra gli allievi di Matteo del Nazzaro il Vasari cita "un fratello di Domenico B."; Milanesi, nella nota, senza rilevare che doveva essere indicato allora come figlio, lo identifica con Felice); VI, ibid. 1881, p. 368;C. Ridolfi, Le maraviglie dell'arte [1648], a cura di D. von Hadeln, II, Berlin 1924, pp. 123-126, 133, 241; B. Dal Pozzo, Le vite…, Verona 1718, p. 17;G. Da Re, Notizie sui Brusasorci, in Madonna Verona, IV (1910), pp. 5, 15-19; V. Cavazzocca Mazzanti, Una pala in Sandrà erroneamente attr. a Domenico Brusasorci,ibid., VII (1913), pp. 180ss.; G. Corso, Nella quadreria di L. Ravignani,ibid., XIV (1920), pp. 34 s.; R. Brenzoni, Le Annunciazioni di F. B., in Per l'arte sacra, V (1928), 3, pp. 27-30;A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, 4, Milano 1930, pp. 1073-1076;W. Arslan, Brevi appunti su alcune opere d'arte a Brescia e a Riva, in Studi trentini di sc. storiche, XVIII (1937), pp. 199 ss.; G. Turrini, L'Accad. Filarmonica di Verona..., Verona 1941, ad Indicem; Capolavori della pittura veronese (catal.), a cura di A. Avena, Verona 1947, p. 50; E. Arslan, Appunti su D. Brusasorzi e la sua cerchia, in Emporium, CVI (1947), p. 26 n. 20(pensa di riconoscere la mano del B. nelle quattro coppie di schiavi sulle sovrapporte del salone di villa Caldogno Pagello a Caldogno; ma per tutta la questione vedi R. Pallucchini, G.Zelotti,e G. A. Fasolo, in Boll. del Centro intern. ... A. Palladio, X [1968], pp. 227 s.); E. Arslan, Le chiese di Vicenza, Roma 1956, pp. 91, 132, 139;F. Arisi, Un dipinto di F. B., in Arte veneta, XVII (1963), pp. 173 s.; F. Zava Boccazzi, Profilo di P. B., ibid., XXI (1967), p. 125-143(anche per bibl. precedente e regesto); L. Magagnato, I collabor. veronesi di A. Palladio, in Boll. del Centro internaz. ... A. Palladio, X, 1968), p. 182;L. Franzoni, La galleria Bevilacqua, Milano 1970, pp. 78-80;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 147.