BOSCARATTI (Boscarati, Boscarato), Felice
Nacque a Verona nel 1721. Fu allievo di M. Brida e di P. Rotari: quest'ultimo, soprattutto, lasciò in lui un'impronta indelebile. Trasferitosi a Roma "per studiare l'antico", compì l'apprendistato presso P. Batoni. Dovette verosimilmente trattarsi di uno studio superficiale e di un discepolato di breve durata, poiché non resta traccia, nella sua pittura, degli insegnamenti del maestro lucchese. Tornato in patria, attese a numerose opere che gli procurarono prestigio e rinomanza tra i concittadini, nonché la protezione del vescovo G. Bragadin. Questi, infatti, eletto patriarca nel 1778, appena prese possesso della sua nuova sede nel '79, chiamò a Venezia il Boscaratti. Risalgono a questo periodo le pale per S. Giuseppe in Castello e per S. Fosca. Il soggiorno veneziano venne interrotto da una lunga permanenza in Verona, dove il B. lavorò alacremente e con accresciuta fortuna, come lo Zannandreis sottolinea ricordando che il pittore inviava sue tele fino in Inghilterra e che la figlia dell'imperatore Carlo VII, transitando per Verona, acquistò alcune opere per il palazzo di Monaco di Baviera. Questo periodo prospero declinò però rapidamente e con l'aggravarsi dell'età il B. conobbe insieme disavventure familiari e professionali. I suoi quadri non incontravano più il favore del pubblico, i committenti scarseggiavano, anche gli amici non erano benevoli nel giudicare i suoi saggi. Lasciò pertanto Verona per stabilirsi a Venezia. Ma se le ultime opere veronesi, nelle quali aveva stentatamente svolto temi sacri e di storia, gli avevano alienato l'ammirazione dei concittadini, le opere veneziane gli attirarono la censura dei magistrati della Repubblica, per i soggetti licenziosi, "in che non era molto scrupoloso e per alcuni altri satirici ne' quali il moderno costume era rappresentato con tinte troppo vivaci" (Zannandreis), e le allegorie particolarmente astruse del B., essendo considerate propaganda sovversiva, provocarono l'arresto del suo protettore Giorgio Pisani (Haskell).
In effetti i consensi, che già il B. aveva raccolto unanimi, non erano giustificati dalla qualità - alquanto mediocre - della sua pittura. Come non aveva penetrato la lezione del Batoni, egli aveva orecchiato, piuttosto che capito, i motivi dell'arte del Rotari. Ricalcando, anziché lo spirito, il genere del maestro prediletto, ne involgarì il segno e i colori col suo pennello pesante.
Il B. morì nel 1807 a Venezia.
Gran parte della sua produzione è dispersa, soprattutto perché molti quadri di sua mano, esistenti in raccolte private o circolanti sul mercato antiquario, sono immeritatamente promossi a opere dei Rotari, del Cignaroli e del Maggiotto.
Opere: Verona, chiesa di S. Nazaro: Sacrificiodi Melchisedech e Elia e l'Angelo;chiesa di S. Bernardino: S. Ignazio di Loyola;chiesa di S. Fermo: S. Giuseppe da Copertino in estasi (scomparsa); Galleria d'Arte Moderna: Plinio e l'eruzione del Vesuvio. Malcesine, chiesa dei SS. Benigno e Caro: S. Stefano. Vicenza, chiesa di S. Lorenzo: S. Giuseppe da Copertino (1762; la pala, dipinta per questa chiesa, fu trasferita ai primi dell'800 ai Servi, dove fu conservata fino al 1889, quando tornò nella collocazione originaria). Brescia, chiesa di S. Agata: Madonna col Bambino e santi (dalla chiesa di S. Ambrogio). Venezia, chiesa di S. Giuseppe in Castello: Beata Giovanna Fremiot di Chantal (scomparsa); chiesa di S. Fosca: Natività. Rovigo, chiesa di S. Francesco: Estasi di s. Francesco. Accademia dei Concordi: Ritratto del cieco d'Adria (già in casa Grotto). Filetto (Treviso), eremo dei camaldolesi: Madonna col Bambino. Trento, chiesa di S. Martino: Due miracoli del santo. Rizzana (Trento), oratorio: Madonna coi ss. Tommaso e Lucia. Stoccarda, Pinacoteca: Scena pastorale.
Fonti e Bibl.: P. Baldarini-E. Arnaldi-O. Vecchia-L. Buffetti, Descrizione delle architetture, Vicenza 1779, I, p. 56; O. Bertotti Scamozzi, Il Forestiere istruito..., Vicenza 1780, p. 102; G. A. Moschini, Guida per la città di Venezia, Venezia 1815, I, p. 27; G. B. Da Persico, Descrizione di Verona..., Verona 1820, II, pp. 44, 214; L. Bernasconi, Studi... della scuola pittorica veronese, Verona 1864, p. 379; L. Fe' d'Ostiani, Il Padre F. Sanson..., Brescia 1867, p. 488; D. Zannandreis, Le vite de' pittori..., Verona 1891, pp. 414-16; S. Rumor, La chiesa di S. Maria in Foro..., in Il Berico, 1901 p. 49; A. Broglio, L'Accademia dei Concordi, Rovigo 1927; S. Weber, Artisti trentini, Trento 1933, p. 75; A. Lazzari, Il convento e la chiesa di S. Francesco…, in Le Venezie Francescane, VI (1937), pp. 223-225; Catalogo delle cose d'arte... d'Italia, A. Morassi, Brescia, Roma 1939, p. 53; G. Lorenzetti, Pittura italiana del '700, Novara 1942, ad Ind.;A. Sartori, La chiesa di S. Lorenzo..., Vicenza 1953, p. 25; Catalogo delle cose d'arte... d'Italia, W. Arslan, Vicenza, Roma 1956, p. 131; C. Donzelli, I pittori veneti del Settecento, Firenze 1957, pp. 28 s.; U. G. Tessari, La chiesa di S. Nazaro, Verona 1958, p. 32; F. Haskell, Mecenati e pittori, Firenze 1966, pp. 498-500; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 385.