AMATI, Felice
Nacque a Roccasecca il 17 maggio 1762. Dopo avere studiato in provincia, si recò, ventenne, a Napoli per studiarvi diritto. Entrato ben presto nella carriera amministrativa, fece parte della Giunta della Cassa sacra. Scoppiata la rivoluzione del 1799, parteggiò per i Borboni, e fu capo della segreteria del card. Ruffo. Restaurato il regime borbonico, l'A. fu "uffiziale della Segreteria di Azienda con il carico di giustizia": nel 1803, dal ministro delle Finanze Giuseppe Zurlo, fu nominato presidente di Camera, e nell'aprile dello stesso anno fu scelto come referendario del Consiglio di finanza, costituito dal ministro F. Seratti. Aderì al regime francese di Giuseppe Bonaparte, e nel novembre 1807, per l'applicazione della legge di abolizione della feudalità, fu nominato membro della commissione presieduta dal marchese N. Vivenzio e incaricata di verificare i titoli addotti dai baroni per documentare i loro diritti. Dopo la Restaurazione l'A. rimase nell'amministrazione e anzi, nel 1820, ebbe dal re il titolo di marchese. Scoppiata la rivoluzione in questo stesso anno, l'A. fu chiamato a far parte del nuovo governo costituzionale, formato dal duca di Campochiaro, da Giuseppe Zurlo, da Francesco Ricciardi, da Michele Carascosa, e altri, ma si ritirò, adducendo motivi di salute. Sopravvenuta la reazione, il 5 giugno 1822 l'A., che era uomo di fiducia del Medici, fu nominato ministro dell'Interno, carica che tenne durante tutto il regno di Francesco I, sino al 21 nov. 1830. Messo in disparte da Ferdinando II, l'A. morì a Napoli il 16 genn. 1843.
Fonti e Bibl.: N. Morelli, Biografie dei contemporanei del Regno di Napoli...,Napoli 1826, pp. 35-37; C. De Nicola, Diario napoletano, 1798-1825,Napoli 1906, II, pp. 140 n. 146, 383; III, pp. 84, 180,285; Il Regno delle Due Sicilie e l'Austria - Documenti dal marzo 1821 al novembre 1830,a cura di R. Moscati, Napoli 1937, I, pp. 93, 159; II, pp. 161 s., 252; L. De Samuele Cagnazzi,La mia vita,a cura di A. Cutolo, Milano 1944, pp. 75, 173-175, 314.