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Meccanismo presente nei sistemi biologici, per il quale l’effetto risultante dall’azione di un elemento del sistema si riflette sul sistema stesso per variarne o correggerne opportunamente il funzionamento. Il meccanismo del f. modula lo svolgimento di determinate funzioni (ad es., il mantenimento della pressione arteriosa), che possono essere alterate da fattori esterni o interni all’organismo (nell’esempio della pressione arteriosa, un cambiamento della temperatura, un passaggio dalla posizione sdraiata a quella eretta, o uno sforzo fisico o una emozione). Il f. costituisce il sistema di regolazione più utilizzato dal nostro organismo per garantire l’omeostasi.
Il f. svolge il suo ruolo in processi e sistemi (ad es., il sistema cardiovascolare) le cui funzioni sono strettamente dipendenti da alcuni parametri (ad es., la pressione arteriosa) che devono permanere entro determinati valori. Questi parametri costituiscono le variabili controllate e il controllo è realizzato mediante specifici sensori (spesso nervosi) che rilevano realizzando eventuali modificazioni avvenute all’interno del sistema. Il valore della variabile controllata viene misurato e inviato a un ‘comparatore’, in grado di confrontare il valore misurato con quello standard. La differenza tra il valore atteso e quello misurato viene registrata come errore che viene corretto dal sistema: la registrazione dell’errore attiva il meccanismo di f. che riporta il parametro al valore standard. Può essere fatta un’analogia con il tentativo di infilare un filo nella cruna di un ago. L’atteso è la coincidenza tra l’estremità del filo e il centro della cruna. Quando avviciniamo il filo e non riusciamo a infilarlo, la posizione dell’estremità del filo (variabile controllata) rispetto al centro della cruna viene rilevata dagli occhi (sensori). La distanza dell’estremità del filo (variabile controllata) rispetto al centro della cruna costituisce l’errore e quindi la correzione da effettuare per ottenere quanto atteso.