Tiezzi, Federico
Tiézzi, Federico. – Autore, attore e regista teatrale (n. Lucignano 1951). Ancora prima di laurearsi in storia dell’arte (1977), da giovanissimo aveva diretto alcuni spettacoli e nel 1972 aveva fondato la Compagnia Lombardi-Tiezzi (Il Carrozzone). Interessato al rapporto fra linguaggio teatrale e arti visive (dalla body art al cinema) dopo il debutto con La donna stanca incontra il sole, alla fine degli anni Settanta si affermò a livello europeo per le sue proposte di teatro ricerca (Punto di rottura, 1979; Crollo nervoso, 1980). Dopo alcuni spettacoli in cui coniugò i versi poetici alla scrittura scenica (dal suo Genet a Tangeri, a testi nati con la collaborazione drammaturgica di E. Sanguineti, M. Luzi, G. Giudici), tornò alla forte matrice visiva dei suoi primi spettacoli negli anni Novanta. Tra il 1998 e il 2002 ha condotto un lavoro di approfondimento dell’universo shakespeariano con gli spettacoli sull’Amleto (Scene di Amleto I, 1998, premio Ubu miglior regia; Scene di Amleto II, 1999; Scene di Amleto III, 2000; Ambleto, 2001, di G. Testori e Amleto 2002, ricorrendo a traduzioni diverse ottocentesche e novecentesche) cui sono seguiti L’apparenza inganna (2000) di T. Bernhard e Gli uccelli di Aristofane (2004) per entrambi i quali ha ottenuto ancora il premio Ubu. Nel 2004 ha diretto Antigone di Sofocle di B. Brecht e Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini di M. Luzi. A partire dagli anni Novanta si era dedicato anche alla regia lirica (Norma, 1991; Madama Butterfly, 1997) sperimentando nuove forme recitative e interpretative e ha proseguito con La clemenza di Tito (2003), Cavalieri di Ekebù (2004), Simon Boccanegra (2009) con P. Domingo, e con Lo stesso mare, un’opera su libretto dell’omonimo romanzo di A. Oz. Nel 2010, affidandosi ancora alla drammaturgia di G. Testori, ha realizzato I promessi sposi alla prova, in cui ha esaltato la contemporaneità del testo manzoniano; nel 2012 ha diretto il raffinato Un amore di Swann tratto da M. Proust.