RENIER, Federico
RENIER, Federico. – Nacque a Venezia, nella parrocchia di S. Pantalon, il 30 dicembre 1543 da Bernardo di Federico e da Lucia Erizzo di Giacomo.
Il 4 dicembre 1466 estrasse la Balla d’oro, che consentiva l’ingresso anticipato in Maggior consiglio, e dopo qualche anno iniziò la carriera politica nella marina militare. L’interesse per il Levante rientrava nella tradizione familiare: lo zio paterno Alvise sarebbe stato per due volte rappresentante della Repubblica a Costantinopoli e poi a Creta e un fratello di costui, Giovanni, fu mercante e rettore a Famagosta, il padre provveditore a Cattaro, un fratello, Andrea, morì nel 1567 servendo nell’armata navale; non sorprende pertanto che Renier sia stato eletto governatore di galera il 14 gennaio 1571.
Venezia era allora in guerra con i turchi che avevano invaso Cipro: una guerra costosa e impegnativa, mentre la lega degli Stati cristiani si dibatteva tra difficoltà e diffidenze reciproche. Al comando della galera intitolata Christo resuscitado, Renier prese parte alla battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), combattendo nel corno sinistro dello schieramento. Proprio a questo settore della flotta cristiana toccò sostenere il primo e più aspro scontro con la corrispettiva ala destra ottomana; Renier si batté valorosamente e rimase ferito, come si ricava da una lettera spedita alla Signoria dal capitano generale da Mar, Sebastiano Venier, notoriamente uomo duro e poco incline all’indulgenza, che ne chiedeva il rimpatrio.
La richiesta, priva di data, è allegata alla risposta della Signoria: «Si come s. Fedrigo Rhenier governator di gallea […] non ha mancato di ogni diligenza et spesa in far una buona gallea, et si come con molta fede et pronto anemo s’ha diportato nella guerra navale della felice vittoria, nella quale ha conquistato con la sua gallea due gallee turchesche […], essendo egli rimasto ferito […], il giorno seguente gl’assalì un’acerbissima febre con sangue sparso, di modo che […] è restato tutto perso et immobile havendo perso il senso dell’udito et in presente quello dil vedere. Di modo che in questi così fatti termini si attrova impotente et inhabile a far servicio a V. Serenità, se non è diligentemente curato» (Archivio di Stato di Venezia, Senato Mar, filza 49, 22 novembre 1571).
Ricevute le prime cure a Corfù, fu portato a Venezia, dove si ristabilì completamente, tanto che, dopo aver sostenuto due incarichi nella sua città, essendo stato eletto provveditore alle Pompe il 27 luglio 1572 e provveditore alla Sanità il 26 aprile 1573, il 25 febbraio 1574 riprendeva il servizio come governatore di galera sotto il comando del generale Giacomo Soranzo. Nonostante la recente pace, infatti, si temevano nuove minacce dai turchi, ma il pericolo rientrò presto e Renier rimase praticamente inattivo.
Fece poi parte (16 gennaio 1576) del collegio della Milizia da Mar, quindi risultò nuovamente eletto governatore di galera il 26 gennaio 1577, ma qualche mese dopo (29 agosto) optò per il saviato alle Decime. Ebbero termine in tal modo i contatti diretti di Renier con l’attività marinara; da allora la sua carriera politica si sarebbe svolta nelle sale di Palazzo ducale o nei rettorati in Terraferma, meglio conciliabili con i suoi progetti matrimoniali, nonostante il fratello Sebastiano avesse già provveduto ad assicurare la continuità del casato.
Nel 1579, pertanto, il trentacinquenne Renier sposò Paolina Grimani di Vincenzo del doge Antonio: donna di famiglia ricca e fra le più prestigiose del patriziato, ma dalla quale non ebbe figli. Riprese la carriera dopo qualche anno e il 22 maggio 1583 risultò eletto podestà di Treviso, dove fu sostituito nel 1585 da Ottaviano Donà; il 4 luglio dello stesso 1585 fu nuovamente eletto nel collegio della Milizia da Mar, dove fece valere la sua esperienza nel settore navale; quindi fu chiamato a far parte dei sopraprovveditori alla Giustizia Nuova (20 dicembre 1586) e successivamente dei provveditori sopra i conti dei Beni inculti (21 novembre 1587). Fu ancora nobile sopra il banco Dolfin (23 gennaio 1588) e dei due di rispetto ai provveditori sopra Beni inculti (20 febbraio 1588).
Qualche mese dopo, il 24 luglio dello stesso anno, accettò la nomina a luogotenente della Patria del Friuli, uno dei principali rettorati dello Stato marciano. A Udine si recò nella primavera del 1589 e vi rimase fino all’agosto del 1590, occupandosi della giustizia penale e delle abituali controversie giurisdizionali con la forte e numerosa feudalità locale, di radicati sentimenti filoasburgici. Ospitò inoltre, e provvide a rifornire di quanto richiesto, le commissioni miste di senatori e di ingegneri militari che stavano realizzando il progetto per la nuova città fortificata di Palmanova, la cui prima pietra sarebbe stata posata nel 1593. In ricordo dell’opera prestata gli fu posta in Castello un’epigrafe marmorea.
Nuovamente a Venezia, il 7 marzo 1591 fu eletto provveditore sopra Ospedali e Luoghi pii, quindi (28 ottobre) entrò ancora una volta a far parte del collegio della Milizia da Mar e il 13 dicembre divenne censore, carica onorifica, ma priva di reale potere. Fu poi membro del Consiglio dei dieci nel 1592 e 1593, consigliere ducale per il sestiere di S. Marco nel 1594 e provveditore alle Artiglierie nel 1595.
Ricopriva tale carica quando, il 22 luglio 1595, risultò eletto podestà di Padova. La città era allora animata da un contrasto, che si trascinava da qualche anno, fra i professori dell’Università e i gesuiti, che ambivano a potenziare le loro scuole facendone un vero e proprio contro Studio. Il tentativo sin qui era stato respinto, ma ora l’elezione del doge Marino Grimani (26 aprile 1595), notoriamente filogesuita, offriva ai padri la possibilità di riprendere l’iniziativa. Donde le istruzioni, impartite a Renier con ducale 25 luglio 1596, di riferire sullo stato della vertenza e le possibili future mosse delle controparti. Ma ancora una volta non se ne fece nulla e Renier portò a termine il mandato senza ulteriori problemi.
A Venezia egli aveva già posto la sua residenza nel sestiere di S. Marco e qui appunto, nella parrocchia di S. Samuel, il 1° marzo 1597 affittò per la cospicua cifra di 300 ducati annui un palazzo dei Michiel, dove si trasferì. Il 21 dicembre dello stesso 1597 fu eletto consigliere ducale; quindi fu nuovamente provveditore alle Artiglierie (22 aprile 1599) e, il 14 ottobre 1600, provveditore sopra Feudi.
Morì a Venezia il 5 marzo 1602 dopo due settimane di violenta febbre, assistito dai suoi familiari nel palazzo di S. Pantalon.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Misc. codd., I, Storia veneta, 19: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de’ patritii…, VI, p. 414; Segretario alle voci. Elezioni in Maggior consiglio, reg. 8, cc. 2, 146; ibid., Elezioni in Pregadi, regg. 4, cc. 45 s., 99, 106; 5, cc. 52, 76, 87; 6, cc. 30, 39, 49, 56, 87, 126, 150; Consiglio dei Dieci, Lettere di rettori, bb. 85, nn. 135, 137, 139, 141-143, 145-146 (Padova 1596); 171, nn. 160-174 (Udine, 1589-1590); Provveditori alla Sanità, Necrologi, reg. 830, sub 5 marzo 1602; Notarile, Atti, b. 10692, cc. 62r-63r, 171v-172v (affitto casa a S. Samuel); Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Cicogna, 3783: G. Priuli, Pretiosi frutti, cc. 125r-126r; P.D., reg. 65, c. 113; Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., cl. VII, 830 (= 8909): Consegi, cc. 33, 51, 105, 126, 130, 141, 279; 831 (= 8910): Consegi, cc. 22, 170, 196, 236, 241, 247, 289, 367, 368, 429; E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, II, Venezia 1827, p. 225.
M. Casini, I gesti del principe. La festa politica a Firenze e Venezia in età rinascimentale, Venezia 1996, p. 296; M. Sangalli, Cultura, politica e religione nella Repubblica di Venezia tra Cinque e Seicento. Gesuiti e somaschi a Venezia, Venezia 1999, p. 316.