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FEDERICO III detto il Pio, elettore Palatino

di Walter Platzhoff - Enciclopedia Italiana (1932)
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FEDERICO III detto il Pio, elettore Palatino

Walter Platzhoff

Nato il febbraio 1515 dal duca Giovanni II di Simmern, succedette a suo padre nel 1557 ed ereditò dall'elettore Ottone Enrico, morto senza figli nel 1559, anche il Palatinato. Contro la volontà del padre ma per profonda convinzione, passò nel 1546 al protestantesimo e si adoperò, iniziato il suo governo, per un accordo fra le varie correnti che violentemente si combattevano fra loro nel seno della chiesa evangelica. Attraverso lo studio di varî scritti religiosi e i contatti con teologi svizzeri, conobbe il calvinismo, in cui credette di aver trovato l'unica dottrina pura corrispondente alla Sacra Scrittura: e così, dopo aver "purificato" la chiesa del Palatinato da tutti i resti del cattolicesimo, fece redigere nel 1562 dai suoi teologi, Zaccaria Ursinus e Gaspare Olevian, in senso prettamente calvinista, il famoso catechismo di Heidelberg. Nel 1564 egli introdusse poi un nuovo ordinamento, che diede alla chiesa del Palatinato un'impronta riformista. Con ciò egli pose sé stesso e la sua chiesa fuori dell'accordo di Augusta, in cui per l'appunto erano riconosciuti solo i cattolici e i luterani, e si attirò l'odio e l'inimicizia degli uni e degli altri. Alla dieta del 1566 l'imperatore Massimiliano II tentò di escludere l'elettore dall'accordo religioso, ma non poté vincere né la fermezza religiosa di F. né gli scrupoli dei luterani. Da allora F., pienamente convinto dell'incontestabilità della sua confessione, considerò quali suoi correligionarî solo i calvinisti tanto dentro quanto fuori del suo regno. Le domande di aiuto dei calvinisti, perseguitati in Francia e nei Paesi Bassi, trovavano sempre ascolto a Heidelberg: il suo secondogenito, Giovanni Casimiro, venne per due volte in soccorso agli ugonotti; il suo terzogenito, Cristoforo, cadde nei Paesi Bassi. Mentre i luterani si astenevano paurosamente da qualunque intervento nelle questioni dell'estero, nel Palatinato si credeva di poter solo con l'unione di tutti i protestanti scongiurare i pericoli che li minacciavano: in tal modo il contrasto dogmatico era diventato anche politico. La direzione della politica di Heidelberg non era tuttavia nelle mani dell'elettore, mancante di senso politico, ma in quelle di Giovanni Casimiro e del cancelliere Ehem. Il più grave dolore di F. era che il suo figlio maggiore Lodovico, al quale lasciò dopo la sua morte, il 26 ottobre 1576, il suo dominio, fosse un rigido luterano e minacciasse così la continuità della sua opera.

Bibl.: A. Klukhohn, Friedrich der Fromme, Nördlingen 1878; F. v. Bezold, Briefe des Pfalzgrafen Johann Casimir, I, Monaco 1882.

Vedi anche
Filippo il Magnanimo langravio d'Assia Figlio (Marburgo 1504 - Kassel 1567) di Guglielmo II e di Anna di Meclemburgo, successe al padre nel 1509 e assunse il governo nel 1518, dopo un periodo di reggenza degli Stati e della madre. Debellò la sollevazione dei cavalieri dell'Impero, guidati da Franz von Sickingen (1523), e combatté con pari ... Ottóne Enrico di Wittelsbach principe elettore del Palatinato Figlio (n. 1502 - m. 1559) del conte palatino Ruprecht, governò i principati di Neuburg e Sulzbach prima col fratello Filippo (fino al 1541), poi da solo. Introdusse la Riforma, partecipò alla guerra di Smalcalda e fu privato dei suoi dominî che riebbe (1552) in virtù del trattato di Passavia. Alla morte ... principi elettori I principi che eleggevano l’imperatore del Sacro Romano Impero. Nel 13° sec. erano 7: 4 laici (conte palatino del Reno, duca di Sassonia, margravio di Brandeburgo, re di Boemia) e 3 ecclesiastici (arcivescovi di Magonza, Treviri, Colonia); questo numero, fissato nella Bolla d’Oro del 1356, fu mantenuto ... calvinismo Complesso delle dottrine teologiche formulate da G. Calvino. Con il nome di c. si indicano anche il genere di organizzazione ecclesiastica a esse conforme (presbiterianesimo) e l'insieme delle confessioni cristiane che adottano questa organizzazione e accolgono tali dottrine in varia misura. La dottrina La ...
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Vocabolario
palatino²
palatino2 palatino2 agg. [dal lat. Palatinus, der. di Palatium, nome di origine incerta (cui sono state attribuite varie etimologie popolari) che indicava propriam. una delle tre alture di cui il Mons Palatinus era formato e fu poi esteso...
elettóre
elettore elettóre s. m. (f. -trice) [dal lat. elector -oris, der. di eligĕre «eleggere», part. pass. electus]. – Chi ha la facoltà di eleggere, e in partic. chi ha il diritto di voto nelle elezioni politiche o amministrative, o è nell’atto...
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