GUELLA, Federico
Nacque a Bezzecca, nel Trentino (ancora soggetto all'Impero asburgico) il 27 nov. 1893, da Luigi e da Elvira Bertolasi.
Il padre, medico condotto, aveva più volte dato dimostrazione dei suoi sentimenti irredentisti, comuni anche alla moglie, sentimenti particolarmente recepiti dal G., secondogenito maschio di numerosi figli.
Conseguita il G. la licenza liceale, i genitori avevano deciso di iscriverlo a una facoltà di medicina in Italia ma, mentre stavano ancora vagliando quale università fargli frequentare, era scoppiata la prima guerra mondiale. Per evitare l'arruolamento nell'esercito austro-ungarico, il G. decise di espatriare in Italia e di iscriversi a medicina nell'Università di Padova. Ai primi di ottobre 1914 varcò il confine e, giunto a Salò, si presentò alle autorità italiane, le quali lo arrestarono per aver passato illegalmente la frontiera. Riottenuta la libertà grazie all'aiuto di un vecchio amico di famiglia, il dottor C. Brusa di Desenzano, il G. si rivolse alla Commissione dell'emigrazione trentina a Milano, diretta da C. Battisti e da G. Larcher, i quali a loro volta lo misero in contatto con il Patronato degli irredenti e con il Circolo degli irredenti che operavano a Padova. Grazie ai sussidi che riceveva da queste organizzazioni e dalla famiglia, e ai proventi delle ripetizioni private che impartiva, il G. poté frequentare le lezioni di medicina, entrando contemporaneamente a far parte del battaglione volontari "S. Giusto", un'organizzazione paramilitare formata da studenti e professionisti, con cui prese parte a numerose dimostrazioni interventiste. Il 24 maggio 1915, giorno dell'ingresso dell'Italia in guerra, il G. presentò domanda per essere arruolato come volontario nell'esercito italiano. Inizialmente assegnato al 58° reggimento fanteria della brigata "Abruzzi", l'8 luglio fu nominato sottotenente di complemento e trasferito presso il 72° reggimento fanteria inquadrato nella brigata "Puglie" di stanza a Mantova. In quest'ultima città il G. istruì un plotone di reclute e, all'inizio di settembre, fu inviato con il suo reparto nelle retrovie del fronte. Il 18 dello stesso mese ebbe il comando di un plotone della 12a compagnia del III battaglione, 114° reggimento della brigata "Mantova", che dall'inizio della guerra operava in Val Lagarina nel Trentino.
Occupato all'inizio di novembre 1915 il paese di Marco, il comando del reparto aveva approntato un piano diretto alla conquista della selletta di Costa Violina la quale, una volta in mani italiane, sarebbe servita come base di partenza per tentare un'azione diretta all'occupazione di Castel Dante, un colle ritenuto una posizione chiave del dispositivo difensivo austro-ungarico in quanto sovrastava l'abitato di Rovereto. Diramati gli ordini, il 9 novembre un'aliquota del 114° reggimento prese posizione per sferrare l'attacco contro Costa Violina. Nelle prime ore dell'11 novembre la 12a compagnia iniziò l'attacco e il plotone del G. a un certo momento si trovò a essere il reparto italiano più a ridosso delle posizioni avversarie. Il G., ritenendo eccessivamente rischioso attendere che anche le restanti unità della compagnia fossero schierate per l'assalto finale, di propria iniziativa guidò i suoi soldati all'attacco riuscendo a occupare Costa Violina; per questa operazione il 1° ott. 1916 ottenne la medaglia di bronzo.
Rinforzata la posizione recentemente occupata, i reparti italiani il 25 dic. 1915 attaccarono con parziale successo i trinceramenti austro-ungarici di Castel Dante, che conquistarono in un paio di giorni. Poiché era assai probabile che il nemico tentasse un contrattacco, furono fatti affluire in linea i rinforzi, fra i quali la 12a compagnia con il plotone comandato dal G. il quale, la sera del 27, nonostante avesse un piede congelato, insieme con altri ufficiali sovrintese i lavori per realizzare degli apprestamenti difensivi.
La mattina del 28 dic. 1915 gli Italiani, ritenendo che il tentativo austro-ungarico per riconquistare Castel Dante sarebbe iniziato con un violento fuoco d'artiglieria, lasciarono a presidiare la posizione poche vedette, mentre il resto dei reparti si spostava sul versante meridionale del colle in una zona defilata dal tiro avversario. Come previsto, i proiettili dei cannoni asburgici sconvolsero i trinceramenti di Castel Dante annientando i pochi difensori rimasti, ma quando gli Austro-ungarici tentarono di riprendere la sommità del rilievo, le truppe italiane contrattaccarono all'arma bianca: nel corso di questo attacco il G. venne colpito a morte.
Ritenuto fra i protagonisti dello scontro risoltosi con la vittoria degli Italiani, che erano riusciti a mantenere la posizione, il G. ottenne, alla memoria, la medaglia d'argento, commutata, con r.d. 9 ott. 1922, in quella d'oro.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio Guella, bb. 1, 2, 3; Roma, Arch. dell'Ufficio storico dello stato maggiore dell'Esercito, B-1, bb. 982C, 994C; Trento, Arch. diocesano tridentino, Libro dei nati e battezzati di Bezzecca, b. 2; Libro dei morti di Bezzecca, b. 2; Ibid., Museo storico, Archivio fotografico, b. 38C; Commemorazione dei volontari trentini caduti in guerra, tenuta a Trento il 27 apr. 1919 da G. Chiggiato, Trento 1919, pp. 21 s.; Libro del sacrificio e della gloria, Padova 1923, pp. 121 s.; O. Ferrari, F. G. medaglia d'oro, Trento 1926, pp. 3 s., 6-24; Martiri ed eroi trentini della guerra di redenzione, a cura di O. Ferrari, Trento 1934, pp. 314-316; Inaugurandosi gli ossari di Bezzecca nel loro assetto definitivo, Bezzecca 1939, p. 15; Sui campi di battaglia. Il Trentino, il Pasubio, gli Altipiani, Milano 1940, p. 72; 114° Reggimento fanteria "Mantova", Udine 1952, p. 2; E. Scala, Storia delle fanterie italiane, IX, Roma 1955, p. 851; Con la "Mantova" nel Trentino. Studio storico delle azioni di guerra del 114° regg. fanteria "Brigata Mantova" negli anni 1915 e '16, Mantova 1966, pp. 18, 20, 42 s., 56, 63-73, 80, 83; Legionari trentini decorati al valor militare, a cura di F. Tonini, Trento 1968, p. 39; M. Gemignani, F. G. studente irredento e volontario, in Universitari italiani nel Risorgimento, a cura di L. Pepe, Bologna 2002, ad indicem.