FRANGIPANE, Federico (in religione Paraclito)
Nacque a Tarcento, nei pressi di Udine, intorno al 1530 da Giovanni Battista del ramo dei signori di Castello e Tarcento e da Antea di Girolamo di Pers.
Studiò a Udine e poi a Padova, dove compì gli studi di giurisprudenza; tornato nella città natale, intraprese la carriera forense e venne inviato in qualità di ambasciatore della città di Udine presso il Senato veneto. Si trasferì poi a Roma al seguito del cardinale Marco Sittico Altemps, nipote di Pio IV, che lo nominò suo segretario. Si suppone che in questa veste il F. abbia partecipato al concilio di Trento, dove in data 27 dic. 1562 pronunciò un sermone, come è registrato nel Diario di Ludovico Bondone Firmano (Concilium Tridentinum, ed. Soc. Görresiana, Diaria, II, Friburgi 1911, p. 563). Non è sicuro che proprio in questa occasione abbia ricevuto la prepositura del capitolo di S. Pietro di Guglio in Carnia, comunque ascrivibile intorno a questa data. È in questo periodo che cominciano a circolare le prime composizioni poetiche del F., che gli vengono attribuite assieme alla qualifica di "giureconsulto".
Si tratta di poesie di occasione, a carattere encomiastico, che spaziano, come nell'uso del tempo, dal latino al volgare. Un sonetto del F. è contenuto nella raccolta curata da D. Atanagi, Rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori in morte della signora Irene delle signore di Spilimbergo (Venetia, Guerra, 1561, p. 36); tre distici elegiaci sono in Helice. Rime et versi di vari compositori della patria del Friuli sopra la fontana Helice edita da C. Frangipane (ibid., al segno della Salamandra, 1566, p. 80); un sonetto volgare nel Tempio della divina signora donna Geronima Colonna d'Aragona, a cura di O. Sammarco (Padoa, L. Pasquati, 1568, c. 60v); due epigrammi latini del F. costituiscono la premessa a Le rime di V. Papazzoni (Venetia, D. Nicolino, 1572, pp. n.n.); un suo sonetto è tra quelli in appendice alle Rime nuovamente venute in luce di G. Molino (ibid. 1573, c. 119r) raccolte da Celio Magno e G.M. Verdizzotti dedicate a G. Contarini; un altro è nelle Rime et versi nella morte del reverendiss. mons.r. Alessandro Piccolomini arcivescovo di Patrasso et eletto di Siena (Siena, Bonetti, 1579, p. 16); una composizione in esametri latini è presente nella prima parte della raccolta di Zucconello, Viridarium poetarum tum Latino, tum Graeco, tum volgari eloquio scriventius in laudes… Stephani regis Poloniae (Venetiis, ad signum Hippogriphi, 1583, pp. 63 s.); mentre un sonetto è raccolto nel secondo libro dedicato alle composizioni volgari, Del giardino de' poeti in lode del serenissimo re di Polonia (Venetia, Guerra, 1583, p. 7). Un carme in esametri di imitazione virgiliana e un sonetto in volgare sempre a carattere encomiastico sono contenuti nella Raccolta di diverse compositioni sopra le vittorie acquistate in Fiandra dal serenissimo Alessandro Farnese duca di Parma et di Piacenza di G. Savorniano (Parma, Viotto, 1586, p. 44, 126 s.), dove sono presenti rime di S. Ammirati e di T. Tasso.
Nel 1583 il F. decise di vestire la tonaca degli eremitani di S. Agostino con il nome di frate Paraclito. Mantenne comunque i rapporti con i letterati dell'epoca, come testimonia la lettera che M. Manfredi gli inviò nel 1591, che rimanda a un'antica frequentazione (M. Manfredi, Lettere brevissime, Venezia 1606, n. 163, p. 132), cui rinvia il sonetto che il F. gli dedicò, pubblicato nell'appendice a La Semiramis. Tragedia di M. Manfredi (Pavia, eredi di G. Bartoli, 1598, c. 121r). Dello stesso tenore il sonetto a lui indirizzato da T. Savorgnan nella raccolta di Iacopo Bratteolo, Rime di diversi elevati ingegni della città di Udine (Udine, Natolini, 1597, c. 53v), contenente anche un sonetto del F. allo stesso Bratteolo (ibid., c. II). Dal 1583 cominciano a circolare composizioni poetiche sia sotto il nome di battesimo sia sotto quello di religione: diviene dunque complesso attribuire con certezza una datazione a composizioni che potrebbero risalire al periodo precedente alla monacazione o al periodo successivo.
Un Carmen ad Sixtum V pont. max. in esametri, attribuito a frate Paraclito, è contenuto nella raccolta di P. Galesino, Obeliscus Vaticanus (Romae, Grassi, 1586-87, pp. 70-75). Dell'anno seguente è un carme eroico in esametri dedicato a G. Grimano il Naturae atque artis contentio (Venetiis, Guerra, 1587, cc. 7), mentre un sonetto encomiastico del F. è in appendice alla Oratione funerale di fra' Gherardo Bellinzona dell'Ordine eremitano di S. Agostino con diverse compositioni di poesia toscana et latine (Vicenza, della Noce, 1587, n.n.). Il raro opuscoletto contenente i Carmina ad Sixtum V (Venetiis, Guerra, 1587, cc. 4), pubblicato sotto il nome di Paraclito, consta di due brevi composizioni in esametri, il De translatione corporis Pii V pont max. ad templum S. Mariae Maioris (c. 2rv); e il De aqua ducta a Sixto V… in hortos, aedesque ab ipso constructas (cc. 3r-4r).
Sempre sotto il nome di Paraclito sono pubblicate le Rime in tre virtuose sorelle, le pellegrine chiamate (Treviso, Mazzolini, 1590, p. 24). Sotto il nome di Federico compaiono un sonetto, una composizione latina in esametri e tre distici elegiaci nella raccolta di G. Strasoldo, Poemi scripti parte in lingua italiana volgare e parte latina. Da diversi nobili ingegni della Patria del Friuli in lode della Sacra Real Fabrica de lo Escuriale (Udine, Natolini, 1592, cc. 16v, 30rv). Da Paraclito è invece firmato il Carmen heroicum in Nativitate Domini (Tarvisii, apud Dominicum Amicum, 1593). Una sua composizione in esametri è nelle Poesie di diversi volgari et latine per la morte… Alfredo Belgrado (Venezia, Rampazzetto, 1593, pp. 52 s.); così come un breve epigramma a nome di frate Paraclito è nel Tractatus brevis de curatione vulnerum in universali di G. Grassi (Utini, 1596, c. 2v). Nove composizioni latine in esametri e distici elegiaci, oltre a un sonetto in volgare attribuiti a frate Paraclito sono contenute nelle Poesie latine et volgari composte da diversi nobilissimi ingegni in lode dell'illustrissimo signor Nicolò Contarini luogotenente generale della Patria del Friuli (Udine, Natolini, 1598, cc. 3r-6v, 43r).
Il F. morì nel novembre del 1599 nel monastero di Porcia, presso Pordenone, dove si era ritirato da qualche anno.
Gran parte della sua produzione poetica è conservata in copia manoscritta presso la Biblioteca comunale "V. Joppi" di Udine: consta di Lusus poetici, Fondo Joppi, ms. 164, denominato Poetica varia Forojuliensia, fasc. 1 (I), cc. 32, in quarto, senza data: G. Mazzatinti, Inv. dei manoscritti della Bibl. d'Italia, III, p. 213, dove è segnalato come ms. 34). Il sottotitolo del componimento è Metamorphosis Phoenicis puella in avem: si tratta di un poemetto in distici elegiaci a imitazione delle Metamorfosi ovidiane, dedicato a varie forme di metamorfosi, da quella della fanciulla in uccello e quella del camaleonte, della salamandra, della sirena, del salice. Vi è contenuto anche Ad Michaelem Angelum Bonarotam, che ha per argomento la metamorfosi dal marmo in statua. Vi si registrano inoltre forti influenze catulliane, come nel componimento De basiolo (c. 15r). Da questi manoscritti è stata tratta l'edizione delle Poesie latine del F., a cura di F.D. Ragni, Udine 1930.
Fonti e Bibl.: Udine, Bibl. com. "V. Joppi", Fondo Joppi, ms. 710: V. Joppi, Letterati friulani, (seconda metà del sec. XVIII), I, 2, n. 26; G.G. Capodagli, Udine illustrata da molti suoi cittadini, I, Udine 1665, pp. 216 s.; F.S. Quadrio, Della istoria e della ragione d'ogni poesia, II, Milano 1741, p. 519; VII, ibid. 1752, pp. 102 s.; G.G. Liruti, Notizie delle vite ed opere scritte da' letterati del Friuli, II, Venezia 1762, pp. 197-202; N. Grassi, Notizie stor. della provincia della Carnia, Udine 1782, pp. 112 s.; G. Valentinelli, Bibliografia del Friuli, Venezia 1861, pp. 47, 133, 213, 250, 331, 334, 345, 351, 430; F. Di Manzano, Annali del Friuli…, VII, Udine 1879, p. 169; Id., Cenni biogr. dei letterati ed artisti friulani dal sec. IV al XIX, Udine 1884, pp. 101 s.; L. Frangipane, Genealogia dei Frangipane signori di Castello e di Tarcento dal 1186 al 1891, Udine 1891, tav. 9; F. Fattorello, Storia della letteratura ital. e della coltura nel Friuli, Udine 1929, pp. 113 s.; G. Baldissera, Cittadini illustri e benemeriti di Tarcento. Medaglioni biogr. tratti dagli spunti della letter. e de' ricordi locali, Gemona 1934, pp. 48-51.