Botanico italiano (Chiavari 1833 - Napoli 1905); prof. di botanica nelle univ. di Genova, Bologna e Napoli. Socio nazionale dei Lincei (1900). Il suo primo scritto sulla fecondazione delle Asclepiadee (1865), pur influenzato dagli analoghi studî di C. Darwin sulle Orchidee, rivela la fede che D. aveva nelle cause finali in natura, convincimento che sviluppò in Pensieri sulla biologia vegetale (1867), da lui definita lo studio delle relazioni, e dei conseguenti adattamenti morfologici e, più raramente, funzionali, degli organismi vegetali con l'ambiente. In quest'ottica D. condusse tutta la sua ricerca, illustrata in numerosi lavori: Ulteriori osservazioni sulla dicogamia nel regno vegetale (1868-74), Teoria generale della fillotassi (1883), Applicazioni di nuovi criterî alla classificazione delle piante (1888-96), Funzione mirmecofila nel regno vegetale (1888-1903), Studî di geografia botanica (1897), Studî fillotassici (1895). La biologia vegetale, come scienza che evidenzia la plasticità e l'adattamento degli organismi, è anche la più adatta a far conoscere le leggi evolutive: D. infatti accettò, con criterio polifiletico, la dottrina della variabilità ed evoluzione della specie di Darwin, del quale fu interlocutore e critico; respinse l'evoluzionismo di tipo haeckeliano, perché, quale causa dell'origine della vita, non ammetteva il caso ma un principio ordinatore superiore. È considerato un fondatore della biologia vegetale.