Scrittore italiano (Napoli 1861- Catania 1927). Siciliano d'origine, visse per alcuni anni (intorno al 1890) a Milano, dove esercitò la critica letteraria sul Corriere della sera; poi tornò in Sicilia. Più del Verga (che riconobbe come maestro), più dello stesso Capuana, il De R. fu fedele ai canoni del naturalismo, contemperandoli tuttavia con uno psicologismo alla Bourget. Nel suo maggior romanzo, I Vicerè (1894), ampio quadro della decadenza di una famiglia siciliana d'origine spagnola, gli Uzeda, riuscì spesso a trovare un felice equilibrio fra il rigore della documentazione storica e la libertà dell'invenzione e della rappresentazione artistica. Altre opere: La sorte, 1887, che raccoglie sette racconti (primo esperimento narrativo di De R.); Documenti umani, 1888; Ermanno Raeli, 1889; Processi verbali, 1890; L'albero della scienza, 1890; L'illusione, 1891; Spasimo, 1897; Gli amori, 1898; La messa di nozze, 1911; Rosario, 1911, atto unico desunto da un racconto; L'imperio, post. 1928, e varî studî di psicologia, specie amorosa (La morte dell'amore, 1892; Una pagina della storia dell'amore, 1898), e di critica (Leopardi, 1898, ecc.). I suoi studî verghiani, apparsi su riviste e giornali, sono nel vol. Casa Verga, 1964.