Federal Reserve (Fed)
Federal Reserve (Fed) Banca centrale degli Stati Uniti d’America, organo centrale di coordinamento e controllo del sistema federale della riserva, istituito dal Congresso nel 1913, quando il presidente T.W. Wilson firmò il Federal Reserve Act. Quest’ultimo, lo statuto e altri atti legislativi rappresentano il fondamento giuridico del suo operato.
In particolare, la banca centrale deve perseguire 6 obiettivi: la stabilità dei prezzi, una elevata occupazione, un tasso di crescita sostenuto dell’attività economica, la stabilità del sistema finanziario, la riduzione della volatilità dei tassi di interesse a lungo termine e la stabilità del mercato valutario. Questi obiettivi hanno la stessa importanza, ovvero non è prevista alcuna gerarchia. Ciò si traduce in una molteplicità di scopi e nella flessibilità nella conduzione della politica monetaria (➔) della Fed, maggiore di quella di cui è dotata la BCE (➔), il cui obiettivo finale è il raggiungimento di un tasso di inflazione non superiore al 2%.
Per quanto riguarda la politica monetaria, la Fed ha sempre fatto largo ricorso al targeting dei tassi di interesse, a esclusione del periodo 1979-82, quando alla guida fu nominato P. Volcker. Infatti, nell’ottobre del 1979, il governatore annunciò un cambiamento radicale: la Fed avrebbe adottato come suo obiettivo il tasso di crescita dell’aggregato monetario (➔) M1 e avrebbe abbandonato il riferimento ai tassi d’interesse. Nonostante una politica monetaria persistentemente restrittiva, il tasso di interesse a breve termine e il tasso di disoccupazione (➔ disoccupazione, tasso di) salirono entrambi notevolmente. Inoltre, il tasso di crescita dell’aggregato monetario M1 andò notevolmente oltre i valori desiderati, dimostrando che la Fed non era in grado di realizzare neanche il suo obiettivo concernente la crescita della moneta. Nel 1982, dopo una profonda recessione (➔), fu abbandonato il tentativo di perseguire obiettivi in termini di riserve, poi, nel 1986, quello di raggiungere un determinato tasso di incremento di M1, mentre il tentativo di controllo della crescita di aggregati monetari più ampi naufragò, definitivamente, nel 1993.
La Fed ha aumentato, nei primi 10 anni del 21° sec., la propria trasparenza, rendendo noti i suoi interventi con ampio preavviso e annunciando con chiarezza i propri obiettivi in termini di tassi d’interesse. Inoltre, essa opera con gradualità, ossia, tenta di raggiungere lo scopo mediante piccoli aggiustamenti dei tassi (in genere da 25 a 50 punti base) nel corso di diversi anni. La trasparenza e il gradualismo creano, però, fra gli operatori, aspettative di continui rialzi (o ribassi) dei tassi, e la Fed, al fine di evitare shock sui mercati, è indotta effettivamente a realizzarli, anche se le mutate circostanze economiche non sembrano più richiederli. L’obiettivo operativo della politica monetaria della Fed è il tasso d’interesse sui fondi federali (➔ federal funds). In particolare, le operazioni di mercato aperto vengono condotte dalla Fed sul mercato delle riserve bancarie.