FEDELI (Saggion, Saggione, Saion, Saioni, Savion)
Famiglia di musicisti attiva particolarmente a Venezia tra la seconda metà del sec. XVII ed i primi del XVIII. Carlo nacque a Venezia nel 1622 circa. Nel luglio 1643 entrò a far parte della cappella ducale della basilica di S. Marco in qualità di strumentista d'archi, e nello stesso ruolo lo vediamo impegnato nelle orchestre teatrali attive nella città. Nel gennaio 1661 fu chiamato a dirigere l'orchestra della cappella ducale in qualità di "maestro de concerti", carica che mantenne fino alla data della sua morte (quando essa venne affidata a Raimondo Angeli, per essere poi soppressa alla morte di quest'ultimo, nel 1696). Almeno in un primo momento, dunque, sotto la sua direzione suonarono i figli Alessandro e Antonio, come violinisti, e poi Giuseppe, come trombonista. Dal 1662 e per tutto il decennio seguente Carlo mantenne la carica di "maestro di stromenti" presso l'orchestra dell'orfanotrofio dei mendicanti.
Nel 1679 fu data alle stampe, a Venezia, la musica (perduta) che egli compose per l'opera teatrale Ermelinda, su libretto di V. Morosini, e l'anno successivo, sempre a Venezia, quella per il Don Chisciotte della Mancia, su libretto dello stesso Morosini (anch'essa perduta). I risultati migliori della sua attività di compositore sono tuttavia da ricercarsi nella produzione di musica strumentale, ed in particolare nella raccolta delle 12 suonate a 2-4strumenti, con organo, Op. 1 (Venezia 1685). Secondo E. Selfridge Field le sonate contengono aspetti che ne fanno un momento di passaggio tra le "sonate concerto" di Dario Castello e i concerti da camera di Vivaldi. Esse sono per lo più divise in cinque movimenti e comprendono in genere una parte concertistica per il violoncello.
Carlo non lasciò mai Venezia, nonostante che - secondo quanto riferisce il figlio Alessandro - avesse ricevuto numerosi inviti da parte di corti straniere. Compose anche una Triosonata (che si conserva manoscritta a Vienna, Osterreichische Nationalbibl., Musiksammlung E. M. 83), una Cantata, per voce e basso continuo (anch'essa manoscritta a Kassel, Murhardsche Bibliothek der Stadt und Landesbibliothek, f. 34), nonché un pezzo, per voce e basso continuo (edito in Canzonette per camera (Bologna, M. Silvani, 1670).
Morì a Venezia il 19 dic. 1685.
Alessandro (detto Saion), figlio di Carlo, nacque a Venezia intorno al 1653. Il 5 dic. 1664 divenne membro della cappella ducale di S. Marco in qualità di violinista, carica per la quale percepì inizialmente un salario annuo di 15 ducati, che dal 21 genn. 1684 fu portato a 30. All'indomani della morte del padre, essendo il primogenito, dovette provvedere al mantenimento dei cinque fratelli e di una sorella nubile. Le disagiate condizioni economiche della famiglia e la esiguità del suo stipendio di violinista lo spinsero a presentare una petizione ai procuratori del governo cittadino, nella quale chiedeva che fossero presi adeguati provvedimenti (20 genn. 1685: cfr. Luin, pp. 424 s.). La richiesta fu accolta in virtù dei suoi meriti artistici e lo stipendio venne così portato a 50 ducati annui. Si ignora l'anno della morte, avvenuta a Venezia probabilmente dopo il 1692.
Antonio, altro figlio di Carlo, nacque a Venezia dopo la metà del sec. XVII. Dal 1682 occupò il posto di violinista nella cappella ducale della basilica di S. Marco, in sostituzione di F. Donaduci. Nel 1692, alla morte del Donaduci, venne tuttavia dimesso dall'incarico e fu eletto al suo posto Gentile Zorzi (19 apr. 1693). Si ignora la data di morte, avvenuta comunque a Venezia dopo il 1692.
Giuseppe (0 Iseppo, detto Sagion o Saggione Venetiano), anch'egli figlio di Carlo, fu attivo a Venezia nell'ultimo ventennio del sec. XVII. Nel 1679 entrò, come già i fratelli, nella cappella di S. Marco in qualità di trombonista, percependo uno stipendio iniziale di 15 ducati annui (Luin, p. 426).
Nel 1694 circa divenne membro della corporazione degli strumentisti della sua città. A partire dal 1715 dovette risiedere a Parigi, dove fu noto come "Saggione Venetiano" e dove riscosse un certo successo come compositore di musica da camera. In quello stesso anno pubblicava le Sonate per violino e basso, Op. 1 (dedicate al principe di Sassonia Federico Augusto, Parigi 1715).
Scrisse inoltre Songs in the temple of Love, opera in un atto (libretto di P. Motteux, London, Queen's Theater di Haymarket, 1706); Ier Recueil d'airs français dans le goút italien, serieux et à boire à une, deux et trois voix, Paris 1728; IIme Recueil d'airs français dans le goût italien..., à une, deux et trois voix, Opera seconda, ibid. 1728; IIIe Livre d'airs français mis en musique dans le goût italien ... à une, deux et trois voix, ibid. s.d.; inoltre Six sonates à deux violoncelles, violes ou bassons qui peuvent se jouer sur deux violons en les transposant à la quinte, ibid. 1733.
Altre composizioni sono conservate in manoscritto a Cambridge, Fitzwilliam Museum e Parigi, Bibliothèque nationale. Inoltre alcune composizioni sono in Meslanges de musique, I-III, Paris 1727-29; Nouveau recueil de chansons choisies, IV, La Haye 1729; Concerts parodiques divisez en six suites, IV, Paris 1732; Le dessert des petits soupers, Paris 1755 c.; Recueil de pièces, petits airs, brunettes ... accomodi pour les flutes traversières violons, pardessus de viole..., Paris 1755 ca. e Sonata in mi, dalle Sonate, Op. 1, in L'école du violon au XVIIe siècle, Paris 1905.
Non si conoscono né il luogo né la data della sua morte.
Ruggiero, anch'egli figlio di Carlo, nacque a Venezia nel 1655- Sul finire degli anni '60 cominciò a suonare la viola presso orchestre teatrali veneziane, poi nel gennaio del 1669 entrò come basso nel coro della cappella ducale della chiesa di S. Marco, insieme con Antonio Giannettini. Il suo stipendio era allora di 60 ducati all'anno. Già a partire dai primi mesi del 1674 il suo impegno nella cappella andava diradandosi, non essendo a quanto sembra congeniale al suo carattere quell'ambiente. Del 1675 è la notizia che "il Ruggier Fedeli andò al servitio di Bergamo" (cfr. Luin, p. 426). Non doveva trattarsi allora di una dimissione defmitiva, che si ebbe ufficialmente solo il 19 apr. 1677. Le ragioni del licenziamento si dovettero alle ripetute assenze, ed in particolare al suo allontanamento dalla città, senza l'autorizzazione prevista dalle prescrizioni in vigore. Tuttavia, provvedimenti di questo genere ammettevano quasi sempre una revoca dietro adeguata giustificazione e inoltre occorre tener presente che a quel tempo il padre Carlo era ancora in attività presso la cappella, e così lo stesso fratello maggiore Alessandro. Al di là delle motivazioni ufficiali, occorre dunque pensare che Ruggero fosse ormai determinato per proprio conto a lasciare Venezia: "le occasioni trascurate dal padre di andarsene all'estero e specialmente le relazioni col duca di Brunswick sono forse state utili al figlio per poter abbandonare la strettezza della sfera veneziana e far vedere i suoi talenti in libertà" (Luin). Nei trent'anni che seguirono Ruggero si trovò così a frequentare numerose corti tedesche e loro teatri, e anche allora non poche volte si verificò il caso che egli ne fosse dimesso per ragioni d'ordine disciplinare. Nel 1681 era impegnato nell'attività operistica presso la corte di Bayreuth e nel 1687 veniva nominato maestro di cappella. Nel 1691 era a Berlino come compositore nella cappella di corte. Il 17 luglio di quello stesso anno, in occasione dei festeggiamenti per la nascita del principe ereditario Federico di Prussia, eseguì una serenata dinanzi al castello reale. Fu affiancato in tale circostanza, oltre che dal membri della cappella reale, dai connazionali Federico Chiaravalle, contraltista, e Niccolò Giovanni Quiratte. Negli anni seguenti mantenne la propria residenza a Berlino, alternandola con brevi soggiorni presso la corte di Kassel.
Sul finire del 1695, per le rappresentazioni che allora si tenevano presso la corte di Hannover, venne affidato dalla regina di Prussia Sofia Carlotta, e dal genero di questa, il langravio di Assia, al servizio dell'elettore di Hannover. In tale occasione figurò nell'opera Baccanali di A. Steffani (1695) nel ruolo di Atlante, mentre sua moglie prese parte alla tragedia Psyche di A. Leardini (1696) come membro del balletto. Nel 1700 fu il langravio di Assia-Kassel a nominare Ruggiero maestro della cappella di corte, dove fu suo allievo e collaboratore J. A. Birckenstock. Nel 1701 era di nuovo a Berlino, dove secondo una testimonianza di Telemann prese parte alla rappresentazione del Polifemo di Giovanni Bononcini. Egli aveva del resto già ricevuto incarico di compositore di corte presso la corte reale di Prussia, percependo un salario di 500 talleri, e nello stesso 1701 veniva nominato maestro generale della cappella di corte. Nel 1703 veniva rappresentata presso la corte di Brunswick l'opera Almira, dramma per musica in tre atti, su versi di G. Panceri. Nel 1705 Ruggiero compose la musica per la cerimonia funebre in onore della defunta Sofia Carlotta, eseguita sotto la direzione dell'autore da un complesso di circa cento cantanti. Come è stato da più parti osservato, dovette esser quella l'ultima volta nella quale musica italiana veniva eseguita alla corte di Prussia sotto Federico I.
Nei registri della musica della corte di Berlino (cfr. Luin, p. 428), il suo nome continuò a comparire nel ruolo di maestro generale della cappella fino all'anno 1708. Tuttavia a Berlino non dovette più dirigere musica, se è vero che già nel 1705 si era stabilito nuovamente e definitivamente presso la corte di Kassel, dove ebbe a percepire uno stipendio di 1416 talleri.
Morì in questa città nel 1722.
Ruggiero ebbe "una posizione più gloriosa e piacevole, come compositore, cantante e direttore, che suo padre ed i suoi fratelli alla cappella di S.Marco a Venezia. La sua carriera più felice lo ha fatto uscire dalla miseria e dalle meschinerie della vita giornaliera a casa sua.. A rimasto l'unico della famiglia il cui nome e conosciuto ancora oggi come quello di un musico importante del suo tempo" (Luin).
Tra le composizioni profane di Ruggiero si ricordano: Almira, Braunschweig 1703 (Lübeck, Bibliothek der Hansestadt); Voi che sparse, dramma pastorale (Schwerin, Wissenschaftliche Allgemeinbibliothek); otto cantate italiane, per voce e basso continuo: Avviatemi al mio duole; Che bel soffrir; D'un desprezzato amante; Il mio core; In questi ombrosi valli; Lieta era l'onda; Sovra candido lino; Tutti della sua luce; E l'idol mio, aria per voce, archi e basso continuo, 1709 (già Berliner Stadtbibliothek; perduta); Col geloso mio pensiero, a due voci (ibid., perduta); Musica sacra: Messa in re, a 4 voci e orchestra (Berlino, Staatsbibliothek); Kyrie e Gloria, in messa Iste confessor (ibid.); 4Magnificat (uno rivisto da Ruggiero da un originale di F. Fedeli), rispettivamente ibid. e Dresda, Sächsische Landesbibliothek; Strasburgo, Archives et Bibliothèque de la Ville; già Berliner Stadtbibliothek (perduto); dodici salmi: Confitebor tibi, Domine, a 4 voci; Confitebor tibi, Domine a 5 voci, 4 violini, 2 viole e b. c.; Confitebor tibi, Domine a 1 e 5 voci, 2 oboi, 4 violini, 2 viole e b. c.; Dixit Dominus a 4 voci, 2 violini, viola, violoncello, b. c.; Laetatus sum a 2 Voci, 2 violini, 2 viole, fagotto, tromba e b. c.; Laetatus sum, a 3 Voci, 2 violini e b. c.; Lauda, Ierusalem, a 3 voci, 2 violini e b. v., ; Laudate Dominus, omnes gentes, voci, 4 violini, viola, fagotto e b. c.; Laudate, pueri, Dominum, per voci, 2 violini, b. c.; Laudate, pueri, Dominum, per voci, 2 violini e b. c.; Nisi Dominus, a 5 voci, 3 violini, 2 viole, fagotto e b. c.; Omnes gentes, per voci, 2 violini, 2 viole e b. e. (Berlino, Staatsbibliothek), Quattro mottetti: Adhostes coelestes, a 2 voci e b. c.; O quam vana est gloria mundi, a 7 voci, 2 violini, viola, b. c.; Tandem aliquando, 4 più 4 voci, 4 violini, viola, fagotto e b. c.; Unser Herzens Freude, a 4 voci, 2 violini, viole e b. c. (Strasburgo, Archives et Bibliothèque de la Ville).
Bibl.: M. Brenet, La librairie musicale en France de 1653 à 1790, d'après les Registres des priviliges, in Sammelbände der Internationalen Musik-Gesellschaft, VIII (1906-07), p. 401 (per Giuseppe); E. J. Luin, La famglia F., in Rivista musicale italiana, XXXVIII (1931), 3, pp. 424-428; H. Becker, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, IV, Kassel-Rasel 1955, pp. 2 s. (per Ruggiero); Ch. Engelbrecht, Die Hofkapelle des Landgrafen Carl von Hessen-Kassel, in Zeitschrift des Vereins für hessische Geschichte und Landeskunde, Kassel-Basel 1957, pp. 141-173; E. Selfridge Field, Annotated membership lists of the Venetian instrumentalists' guild, 1672-1727, in Royal Musical Association Research Chronicle, IX (1971), p. 1; Id., Venetian instrumental music from Gabrieli to Vivaldi, Oxford 1975, p. 98 (per Carlo); Répertoire internationale des sources musicales. Recueils imprimés, XVIIIe siècle, pp. 260 ss., 332; Idem, Einzeldrucke vor 1800, III, a cura di K. SchIager, p. 12 (per Giuseppe); R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, III, pp. 402 ss.; The New Grove Diet. of music and musicians, VI, pp. 446 s. (dal quale sono tratti gli elenchi delle opere); Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti. Le biografie, II, p. 720.