ROMANI, Fedele
Scrittore, nato a Colledara (Teramo) il 21 settembre 1855; morto a Firenze il 16 maggio 1910. Laureatosi a Pisa, insegnò dal 1880 in ginnasî e licei dell'Italia meridionale e centrale e dal 1893 al liceo Dante di Firenze, dove fu pure libero docente nell'Istituto di studî superiori.
Nella sua impeccabile sincerità non pensò mai, per secondare la moda, a mostrarsi altro da quello che fosse; e le molteplici doti della sua natura specchiò schiettamente nella sua produzione: critico letterario e artistico, pensatore, artista non soltanto della penna, ché fu anche pupazzettista e caricaturista gustosissimo. Negli studî finissimi intorno a Dante, al Manzoni, al Petrarca, a Virgilio, a Omero; nelle briose illustrazioni dei proverbî del nativo Abruzzo, nelle pagine deliziose di Colledara, mirabilmente descrittive di costumi, di persone, di anime della sua terra; nei libretti modestamente intesi a segnalare e correggere errori caratteristici delle parlate dei luoghi dove insegnò, ma pieni di acume, d'arguzia, del senso vivo della lingua, il R. appare sempre uno spirito originalissimo, assuefatto a leggere direttamente nel gran libro della natura e ad attingerne ed elaborarne di suo impressioni e osservazioni. Non molto copiose le sue pubblicazioni, ma tutte di tal tempra da spiegare la bella e larga e solida forma di cui negli ultimi anni della sua non lunga vita andava cinto il suo nome.
Bibl.: Giorn. storico della letterat. ital., LVI (1910), p. 296; In memoria di F. Romani, Aquila 1913.