FENAROLI, Fedele
Nacque a Lanciano (Chieti) il 25 apr. 1730 da Francesco e Cecilia (o Virginia) Cuculli, come risulta dal registro dei battezzati della parrocchia di S. Luca di Lanciano (cfr. De Napoli, F. F. ..., p. 113).
Il padre Francesco, che era maestro di cappella presso la chiesa di S. Maria del Ponte a Lanciano, impartì le prime nozioni di musica al figlio; tuttavia, volle che questi intraprendesse anche gli studi giuridici. Ma quando il padre morì, il F. appena quattordicenne entrò al conservatorio "S. Maria in Loreto" a Napoli. Erano gli anni in cui insegnavano presso il suddetto conservatorio celebri compositori, quali F. Durante, L. Leo e P. A. Gallo. Sotto la guida di tali maestri il F. terminò gli studi nel 1752. Essendo morto il Durante nel 1755, rientrò al conservatorio di S. Maria in qualità di insegnante di contrappunto e composizione. Sposata la cantante Geltrude Di Maria, svolse la sua attività di insegnante per oltre mezzo secolo, annoverando tra i suoi allievi L. Mosca, P.A. Coppola, C. Conti, D. Cimarosa, N. Zingarelli, S. Palma, S. Fighera, C. Coccia, G. Cordella, F. Ruggi, G. Nicolini, M. Carafa. Il F. inoltre impartì privatamente lezioni anche a N. Manfroce, S. Mercadante e V. Lavigna. Non fu invece suo allievo Michele Ruta (contrariamente a quanto detto in vari repertori), autore di Annotazioni e illustrazioni per una delle riedizioni napoletane dei trattato fenaroliano su Regole e Partimenti.
Come testimonia F. Florimo, che aveva avuto notizie sul F. direttamente dal suo maestro N. Zingarelli e da G. Sigismondo (bibliotecario del conservatorio "Pietà dei Turchini" e poi anche del Real Collegio di musica di Napoli), "nel lungo insegnamento si mostrò sempre diligente e mosso da grandissimo zelo, né mai fu veduto dar segni d'intolleranza o fastidio se i suoi discepoli non eseguivano in sulle prime quanto veniva loro insegnato" (p. 352).
Nel 1762 il F. prese temporaneamente il posto di A. Sacchini, secondo maestro di cappella di S. Maria in Loreto, che aveva chiesto una licenza "per andare a far l'opera in Venezia" (Di Giacomo, II, p. 210): dalla minuta dei governatori dei conservatorio in data 12 ott. 1762 si apprende che il Sacchini stesso avrebbe provveduto al pagamento del suo sostituto. Ma non essendo il Sacchini più rientrato a Napoli, il 1º sett. 1763 il F. venne nominato secondo maestro con un compenso di 8 ducati al mese. Il 15 ag. 1777 divenne, infine, primo maestro con un salario di io ducati mensili.
Dalla minuta dei governatori del S. Maria del 21 nov. 1777 si apprende che il F. e S. Valente, nominato secondo maestro di cappella nel mese di novembre, dovevano sottostare a rigide condizioni di lavoro per riportare a un alto livello professionale il conservatorio. Essi dovevano comporre una messa ogni quattro mesi, una messa per due cori e un mottetto ogni anno ed inoltre ogni tipo di composizione servisse al conservatorio. L'istituto si limitava solo a fornire la carta e a pagare il costo della copia; se i due maestri non avessero adempiuto al loro dovere, dai loro salari sarebbero stati trattenuti 6 ducati per ogni messa e 2 per ogni mottetto non composto. I governatori non rimasero comunque del tutto soddisfatti dell'attività didattica del F. e del Valente, i quali, come risulta da una minuta del 22 giugno 1788, ricevettero addirittura l'ordine di mettere per iscritto alcune loro proposte per ottenere un maggiore profitto degli allievi (poco si sa delle conseguenze e degli effettivi miglioramenti che seguirono a tale vicenda).
Nel febbraio del 1797 il conservatorio "S. Maria in Loreto" si trasferì dalla sua sede a quella del conservatorio di S. Onofrio, che assunse così il nome di conservatorio "S. Onofrio a Capuana". Qui si trasferirono insieme col F. e il Valente anche N. Coccia, G. Prota e altri insegnanti. Comunque, il processo di decadimento, che investiva già da alcuni anni il conservatorio, non si arrestò, tanto che l'arcivescovo di Taranto G. Capecelatro, consigliere di Stato di Giuseppe Bonaparte, in una relazione del 30 ag. 1806 (Florimo, I, p. 64) denunciò i disordini amministrativi e il rilassamento della disciplina del conservatorio "S. Maria in Loreto", proponendone la fusione col conservatorio "Pietà dei Turchini", la quale avrebbe dato luogo ad una nuova istituzione: il collegio reale di musica. In un'altra relazione del 4 ott. 1806 il Capecelatro suggerì di affidare la direzione del collegio a tre illustri musicisti del tempo: il F., G. Tritto e G. Paisiello. Il 21 novembre il re accolse la proposta e la commissione intraprese la sua attività, continuandola anche quando il collegio si trasferì dalla Pietà al monastero di S. Sebastiano (1808). La commissione fu tuttavia sciolta nel febbraio del 1813 quando lo Zingarelli fu nominato direttore musicale e amministrativo. Questi ottenne che il governo corrispondesse al F. "l'intero soldo" di 50 ducati mensili e l'alloggio presso il collegio.
Socio onorario della Società borbonica - dopo la Restaurazione - e direttore musicale dell'Accademia dei cavalieri, il F. si guadagnò la stima non solo dei numerosi allievi ma anche dei più importanti esponenti della società napoletana.
Morì a Napoli il 1º genn. 1818 e alle solenni esequie furono eseguite sue musiche dirette dallo Zingarelli; fu sepolto nella chiesa dell'Ecce Homo, appartenente alla Congregazione dei musicisti. Presso l'Accademia delle belle arti della Società Borbonica, ne lesse l'elogio funebre F. M. Avellino, che mise in evidenza lo spirito caritatevole del F., il quale "provvedeva a sue spese agli alunni più poveri" (cfr. De Napoli, F. F. ..., p. 115).
La maggior parte delle composizioni musicali del F. si trovano conservate nella Biblioteca del Conservatorio "S. Pietro a Majella" in Napoli e inoltre nella Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna, nella Biblioteca del Conservatorio di Milano, di Firenze, di Parigi, nella Biblioteca oratoriana dei filippini a Napoli, nella Staatsbibliothek di Berlino e nella British Library di Londra.
Il F. fu autore di due sole opere teatrali andate peraltro perdute (Idue sediarii e La disfatta degli Amaleciti, rispettivamente rappresentate al teatro dei Fiorentini di Napoli nel 1759 e a Chieti nel 1780) e di tre oratori: L'arca del Giordano (eseguito nella chiesa di S. Francesco a Lanciano in data incerta), Abigaille (Lanciano 1760) e La sconfitta degli Assiri (Roma 1789).
Gran parte della produzione musicale del F venne commissionata dai governatori del conservatorio presso cui il compositore svolgeva la sua attività didattica. Il F. scrisse infatti sei messe (da 2 a 5 voci), una Messa de' defunti a 4 voci (1770), Kyrie, Gloria, Credo; inni, responsori; Lamentazioni e Lezioni per la Passione, Lezioni dei morti: 24 mottetti da 4 a 8 voci.
Si ignora se il F. abbia composto musica orchestrale e musica da camera: ci sono note soltanto le Intavolature e sonate per cembalo (Napoli, Bibl. d. Cons. di S. Pietro a Majella, ms. R. 8.34), una Pastorale per cembalo (Ibid., ms. 34-4.39); e una cantata (il manoscritto è andato perduto e il titolo è ignoto) eseguita al teatro S. Carlo di Napoli il 12 genn. 1768 in occasione del genetliaco del re Ferdinando IV.
La fama del F. è soprattutto legata alla produzione delle opere didattiche: Regole musicali per i principianti nel sonare co' numeri (Napoli 1775), Partimenti ossia basso numerato (Roma 1800 c.), Studio del contrappunto (Ibid. 1800 c.), Solfeggi per soprano col basso continuo (ms. in foglio obl. di cor. 55, conservato nel Civico Museo bibliogr. musicale di Bologna), Scale e cadenze nelle tre posizioni (conservato nella Bibl. del Conserv. "G. Verdi" di Milano).
Infatti, mentre le composizioni del F., pur distinguendosi per la chiara condotta delle voci e la purezza dello stile, non presentano una grande originalità di idee, una notevole importanza nella storia della musica assunsero invece le sue opere didattiche ed in particolare i Partimenti, che riassumono la lunga attività del maestro. Questi si distinguono per la chiarezza e facilità del metodo didattico ed espongono, semplificandola, la tecnica conipositiva dei primi grandi maestri dei conservatori napoletani: F. Durante e L. Leo. I Partimenti rappresentavano "il miglior metodo d'insegnamento in quel tempo per imparare l'accompagnamento, per suonare il basso numerato o non numerato e rendersi per gradi padroni dell'armonia" (E Florimo, p. 352). La fortuna di quest'opera fu pertanto immensa: E. Imbimbo la tradusse in francese (Partimenti ou basses chiffrées de Fenaroli, divisées in 6 livres d'exemples, Paris s. d.) e numerose edizioni seguirono alla prima, molte anche con aggiunte e modifiche (come nei Principes d'accompagnement des écoles d'Italie, di A. E. Choron, Paris 1804).
Fonti e Bibl.: G. M. Avellino, Elogio di F. F., Napoli 1818; T. Consalvo, La teoria musicale del F., Napoli 1826; C. de Rosa di Villarosa, Mem. dei compositori del Regno di Napoli, Napoli 1840, pp. 75 s.; G. Trambusti, Storia della musica e specialmente dell'italiana, Velletri 1865, p. 508; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, Napoli 1880-81, I, pp. 29 s., 36, 43; II, pp. 352-357; V. Bindi, Artisti abruzzesi, Napoli 1885, pp. 116-120; G.M . Bellini, F. F., Notizie biografiche, Firenze 1919; G. Cesari-A. Luzio, I copialettere di G. Verdi, Milano 1913, pp. 242, 320; S. Di Giacomo, I quattro antichi conservatori di musica a Napoli, Palermo 1928, I, p. 124; II, pp. 207 ss.; G. De Napoli, F. F. nel secondo centenario della nascita, in Musica d'oggi, XII (1930), pp. 113-116; Id., La triade melodrammatica altomurana, Milano 1931, p. 52; Catalogo del R. Conservatorio di musica di S. Pietro a Maiella, Parma 1943; G. Tintori, L'opera napoletana, Milano 1958, p. 19; M. F. Robinson, The governors' minutes of the Conservatory S. Maria di Loreto, Naples, in Royal musical association research Chronicle, X (1972), pp. 1-97; Id., L'opera napoletana, a cura di G. Morelli, Venezia 1984, pp. 37, 41; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, pp. 205 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 530; Enciclopedia Italiana, XIV, p. 993; R. Aurini, Diz. bibliogr. della gente d'Abruzzo, Teramo 1952, pp. 250-256; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, coll. 27-30; R. Eitner, Quellen-Lex. der Musiker, III, pp. 411 s.; The New Groves Dictionary, VI, p. 464; Diz. encicl. universale della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 729.