FEBBRE "Q"
. Malattia epidemica dell'uomo, individuata nel 1935 da A. Derrick nel Queensland in Australia - donde il nome di febbre del Queensland o, in forma abbreviata, febbre "Q" - attualmente diffusa in tutto il mondo. Anche in Italia piccole epidemie si sono verificate alla fine della seconda Guerra mondiale.
La malattia s'inizia bruscamente con malessere generale, sensazione di freddo, cefalea violenta e persistente con localizzazione sopraorbitaria, dolori muscolari diffusi, febbre elevata sui 39° C. Frequente è una modica dolorabilità toracica; vi è spesso inappetenza e talvolta vomito. La febbre è continua o più spesso remittente; perdura elevata per un periodo di tempo variabile da 4 a 14 giorni e cade per lisi. In terza-quinta giornata di malattia compare tosse secca e sono rilevabili modestissimi segni di infiltrazione polmonare con caratteri clinici e radiologici molto simili a quelli della polmonite atipica primitiva. Questa compromissione polmonare non deve essere considerata una complicazione ma costituisce uno degli elementi caratteristici del quadro morboso; essa non compare costantemente, ma è presente nel 90% dei casi. Spesso la lesione polmonare sfugge all'esame clinico ed è rilevabile soltanto con l'indagine radiologica. La malattia ha di solito carattere di benignità; i casi mortali sono eccezionali. La diagnosi, oltre che in base al rilievo dei sintomi clinico-radiologici, viene formulata con l'ausilio di ricerche di laboratorio, che rivelano la presenza dell'agente infettante nel sangue dei malati durante i primi giorni di malattia e successivamente dimostrano la comparsa di anticorpi specifici.
L'agente causale della malattia è un microrganismo appartenente al genere Rickettsia: la Rickettsia Burneti. Esso è capace di infettare molti animali, roditori e bovini, che possono costituire la riserva del virus, il quale viene trasmesso all'uomo per mezzo di insetti, zecche o acari. Questi animali lo trasmetterebbero o direttamente pungendo l'uomo, o indirettamente infettando con le loro deiezioni la paglia o il fieno. La inalazione della polvere infetta, proveniente da questi materiali, provocherebbe la malattia, la quale si manifesta dopo un periodo di incubazione di circa venti giorni. Date queste modalità di trasmissione, la febbre "Q" colpisce prevalentemente allevatori di bestiame e personale addetto alla macellazione dei bovini. Non esiste finora una cura specifica.