FAZY, Jean-Jacob, detto James
Uomo politico svizzero, nato a Ginevra il 19 maggio 1794, morto ivi il 6 novembre 1878. Mandato a Parigi per intraprendervi studî commerciali ed economici, vi si dedicò anche al giornalismo e alle lotte politiche. Un suo opuscolo sulla Banca di Francia pubblicato nel 1818 fu acquistato in blocco e distrutto dalla Banca stessa. Tornato a Ginevra nel 1825, vi fondò il Journal de Genève, in cui iniziò una lotta in senso liberale, ma due anni dopo si trasferì di nuovo a Parigi, dove riprese la sua vita di giornalista nella France chrétienne, nel Mercure de France au XIXe siècle, infine in Le Pour et le Contre, venuto alla luce alla vigilia delle giornate di luglio (1830), alle quali il F. partecipò. Combatté allora, specialmente, nella Revue Républicaine da lui fondata, l'elezione del duca d'Orléans. Costretto ad abbandonare la Francia, tornò a Ginevra (1833), dove prese parte alle lotte politiche con l'Europe Centrale, altro periodico da lui dato a luce. In quegli anni strinse relazioni col Mazzini, lo ospitò in casa sua, e ne favorì l'impresa dell'incursione in Savoia (febbraio 1834); ma finì col diventarne avversario (1854). Il 3 marzo 1841 organizzò una coalizione contro il Consiglio di stato svizzero, reclamando la revisione della costituzione; e quando fu formata un'assemblea straordinaria, il F ne fece parte, riuscendo nel suo proposito revisionista (7 giugno 1842) e ottenendo l'istituzione di un consiglio municipale per Ginevra. L'anno dopo entrò nel Gran Consiglio. Durante le lotte del Sonderbund (v.), il F. si oppose invano a che il Consiglio di stato di Ginevra si mantenesse neutrale; riuscì invece a promuovere un moto insurrezionale (6 ottobre 1846), per cui il Consiglio di stato fu costretto a dimettersi e a proclamare un governo provvisorio da lui capeggiato (8 ottobre). Nominato membro del Gran Consiglio, il F. esercitò da allora in poi un grande ascendente negli affari politici del suo paese; ed eletto deputato alla Dieta (1847), votò la costituente federale del 12 settembre 1848. Durante la prima guerra dell'indipendenza italiana caldeggiò un intervento svizzero nella lotta contro l'Austria; ma l'anno dopo temperò assai i suoi ardori democratici; e se pure protestò contro le persecuzioni del governo elvetico a danno degli esuli italiani, francesi e tedeschi, fu recisamente contrario a qualunque maneggio politico di essi.
Seppe quindi mantenersi al potere nonostante il tracollo del partito radicale, che nel 1856 ebbe però il sopravvento, e il F., creato presidente del Consiglio di stato a Ginevra e membro dell'assemblea generale al Consiglio degli stati, tornò ad avere parte preponderante nella vita politica svizzera, specialmente durante la questione per Neuchâtel. Cadde nelle elezioni del 1862 e rimase soccombente anche in quelle dell'anno successivo per la nomina a membro del Consiglio di stato cantonale. Nel novembre 1864 riuscì di nuovo eletto e confermato nel 1868. Visse gli ultimi anni ritirato dalla vita pubblica, in precarie condizioni economiche.
Bibl.: H. Fazy, J. F., Ginevra 1878.