SESTINI, Fausto Alessandro.
– Nacque a Campi Bisenzio (Firenze) il 14 aprile 1839 da Leone, di professione farmacista, e da Luisa Vannini. Fu battezzato Pietro Fausto Alessandro.
Dopo essersi diplomato nel 1858 presso la scuola di farmacia dell’ospedale di S. Maria Nuova di Firenze, Sestini entrò a far parte della scuola agraria delle Cascine, fondata dal governo provvisorio toscano, sotto la direzione di Adolfo Targioni Tozzetti, di cui divenne assistente. Si specializzò così nella chimica agraria e nella chimica alimentare, settori di ricerca nei quali fornì notevoli studi. Ben presto divenne socio corrispondente dell’Accademia dei Georgofili, dove lesse vari contributi che vennero successivamente pubblicati nella Memorie dell’istituzione. Nel 1861 partecipò attivamente alla prima Esposizione italiana, inaugurata dal re Vittorio Emanuele II il 15 settembre. L’evento era stato ideato dal governo provvisorio guidato da Bettino Ricasoli con il contributo determinante dell’Accademia dei Georgofili, il cui presidente, Cosimo Ridolfi, fu allora anche a capo della commissione organizzatrice dell’Esposizione. Nell’occasione Sestini coadiuvò Targioni Tozzetti nella prima analisi chimica dei vini italiani, basata su di un campione consistente (centosessantasette saggi).
Dal 1862 al 1871 fu professore di chimica nel Reale istituto tecnico di Forlì. In questo periodo, fra le molte altre cose, determinò la composizione chimica dell’aceto balsamico di Modena e le sue peculiari caratteristiche. Quindi dette l’avvio alle ricerche sulla trasformazione indotta dalla luce solare nella santonina, il principio attivo antelmintico contenuto nelle calatidi di diverse specie di Artemisia, in particolar modo nell’Artemisia maritima e nell’Artemisia Cina (il ‘seme santo’ delle antiche farmacopee). Da Forlì passò, in sostituzione di Alfredo Cossa, all’istituto tecnico di Udine, dove diresse anche la locale stazione agraria sperimentale fondata nel 1870 (assieme a quella di Modena). Due anni dopo si trasferì a Roma, ormai capitale d’Italia, chiamato a guidare la stazione agraria, appena nata, e a insegnare chimica nel nuovo istituto tecnico di Roma. Nel 1873 venne nominato ispettore centrale per l’istruzione tecnica dal ministero dell’Agricoltura. Nello stesso anno, sempre per conto del ministero e in qualità di direttore della stazione agraria, fu incaricato di esaminare la qualità dei vini italiani ammessi all’Esposizione universale di Vienna (alla quale partecipò anche in veste di giurato), proseguendo così il lavoro avviato a Firenze oltre dieci anni prima: «se i resultamenti testé ottenuti si confrontano con quelli avuti nel 1861, si riconosce che la fabbricazione del vino negli ultimi anni ha fatto certamente in Italia apprezzabili avanzamenti» (F. Sestini, Vini, 1873, p. 40). Durante la sua permanenza a Roma ebbe anche modo di collaborare con Stanislao Cannizzaro agli studi di fotochimica avviati nel periodo romagnolo.
Nel 1876 vinse il concorso per la cattedra di chimica agraria dell’Università di Pisa, dove avrebbe lavorato intensamente fino alla morte. L’anno successivo fu alla guida, assieme ad Antonio D’Achiardi, professore di mineralogia presso l’ateneo pisano e segretario della Società toscana di scienze naturali, fondata nel 1874 (della quale anche Sestini era membro), di una celebre visita, assieme agli studenti dell’università, agli stabilimenti di Larderello, notissimi anche a livello internazionale per la produzione dell’acido borico.
Sestini espresse «critiche ironie e acerbe» sulle condizioni dell’industria e sui metodi di produzione, che colpirono molti studenti, in particolare Raffaello Nasini, destinato a diventare uno dei più importanti chimici italiani dei primi decenni del Novecento, il quale avrebbe in seguito svolto ricerche fondamentali presso i soffioni boraciferi di Larderello: «quelle parole di Fausto Sestini si impressero nella mia mente: per Larderello ebbi sempre un senso nostalgico [...] per il desiderio di poter fare quello che non si era ancor fatto per la utilizzazione delle naturali ricchezze» (Il calore della terra, 2005, pp. 249, 278).
Negli anni di permanenza all’Università di Pisa, Sestini si dedicò con molta energia al miglioramento dell’agricoltura toscana, come è testimoniato dalle numerose pubblicazioni sulle più disparate questioni, dalla nutrizione delle piante all’analisi chimica delle acque.
Molto attento alle problematiche relative all’insegnamento (era assai stimato dai suoi studenti), realizzò varie pubblicazioni didattiche, dalla Raccolta di problemi ad uso degli studenti di chimica e dei chimici pratici (1868) agli Elementi di chimica ad uso degli istituti tecnici (1886), scritti assieme ad Angelo Funaro (che fu insegnante di scienze naturali nel Reale liceo di Livorno, direttore del laboratorio chimico municipale della città, aiuto alla cattedra di chimica agraria di Sestini e libero docente dal 1883, nonché socio della Società toscana di scienze naturali).
Il secondo testo, che intendeva andare incontro alle indicazioni del regolamento generale per gli istituti tecnici emanato dal ministro della Pubblica Istruzione, Michele Coppino, ebbe numerose edizioni, spesso esaurite nel giro di breve tempo. Alcune furono edite anche dopo la morte di Sestini a cura del figlio Quirino (1872-1942), mantenendo i nomi degli autori. Su questo manuale si formò anche Primo Levi, il quale lo avrebbe citato nel suo celebre libro Il sistema periodico (1975): «il nostro scopo era quello di vedere coi nostri occhi, di provocare con le nostre mani, almeno uno dei fenomeni che si trovavano descritti con tanta disinvoltura sul nostro testo di chimica. Si poteva, per esempio, preparare l’ossidulo d’azoto, che sul Sestini e Funaro era ancora descritto col termine poco proprio e poco serio di gas esilarante» (Torino 1979, pp. 30 s.).
Morì nella sua villa di Santa Maria del Giudice (Lucca) il 19 agosto 1904.
Opere. Di un nuovo aspiratore di Fausto Sestini di Campi, presentato e descritto dal prof. Adolfo Targioni-Tozzetti all’Accademia toscana d’arti e manifatture, nell’adunanza del 25 giugno 1859, Firenze 1859; Sulla generazione dell’idrogeno solforato nei vini ottenuti dalle uve solfate: memoria letta alla R. Accademia dei Georgofili, nell’adunanza del dì 7 aprile 1861, Firenze 1861; Della terra coltivabile: due memorie lette alla R. Accademia dei Georgofili dal socio corrispondente Fausto Sestini nel maggio 1862, Firenze 1862; Sopra gli aceti balsamici del Modenese. Ricerche chimiche. Prima memoria, Bologna 1863; Ricerche circa l’azione della luce sopra la santonina, e notizie sommarie sopra l’acido fotosantonico, Milano 1864; Fatti relativi alle metamorfosi chimiche della santonina, Firenze 1865; Raccolta di problemi ad uso degli studenti di chimica e dei chimici pratici, Forlì 1868; Vini, in Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione universale di Vienna del 1873, V, Milano 1873, pp. 37-40; Elementi di chimica, Livorno 1886 (con A. Funaro).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Stato civile di Toscana, nascite di Campi dell’anno 1839, filza 3024, atto 112; A. Funaro, Fausto Sestini: commemorazione tenuta per incarico della Società toscana di scienze naturali nell’aula magna dell’Università pisana il 29 gennaio 1905, Pisa 1905; I. Giglioli, Fausto Sestini: commemorazione letta innanzi alla Società chimica di Roma il 23 ottobre 1904, Pisa 1905; M. Zecchini, Fausto Sestini: cenni biografici, Torino 1905; G. Bargellini - A. Benedicenti - L. Manfredi, Santonina, in Enciclopedia Italiana, XXX, Roma 1936, pp. 791 s.; Il calore della terra. Contributo alla storia della geotermia in Italia, a cura di M. Ciardi - R. Cataldi, Pisa 2005, p. 245, 249, 263, 269, 278; G. Fochi, La chimica pisana, in Annali di storia delle università italiane, 2010, vol. 14, pp. 207-216; M. Ciardi - M. Taddia, Popular science, textbooks, and scientists. The periodic law in Italy, in Early responses to the periodic system, a cura di M. Kaji - H. Kragh - G. Palló, Oxford 2015, pp. 274-276; M. Taddia, Dagli appunti di Schiff ai primi passi del sistema periodico in Italia, in A cent’anni dalla scomparsa di Ugo Schiff. Un protagonista del sogno di Bettino Ricasoli per Firenze “Atene d’Italia”, a cura di S. Selleri - M. Fontani, Firenze 2017, pp. 71-74.