BORDONI, Faustina
Nacque a Venezia nel 1700, da agiata famiglia. Secondo il Burney, seguito dal Chrysander, dal Fürstenau e dal Niggli, l'anno di nascita dovrebbe farsi risalire al 1693. Suoi maestri di canto furono M. Gasparini, B. Marcello e A. Bernacchi. Incominciò la carriera cantando nelle accademie musicali che si tenevano presso le maggiori case patrizie veneziane: le prime testimonianze che si hanno su di lei (alcuni versi anonimi e certi eleganti, maliziosi distici latini di Alessandro Marcello, del quale ella fu amante) la presentano come ammiratissima stella di quell'ambiente raffinato. Ancor giovanissima, si fregiava del titolo di "virtuosa di camera del Serenissimo Elettor Palatino". Il debutto sulle scene teatrali avvenne al Teatro S. Giovanni Grisostomo di Venezia nel maggio 1716, nell'Ariodante diC. F. Pollarolo. Dopo una serie di recite a Venezia, in cui apparve accanto alla futura rivale, Francesca Cuzzoni, cantò con il più grande successo nei principali centri teatrali italiani e, dal 1724, alle corti di Monaco e di Vienna.
Negli anni 1726, 1727 e 1728, scritturata da Haendel per il Teatro Haymarket di Londra, la B. fu coinvolta con la Cuzzoni in una memorabile querelle, che divise per lungo tempo il pubblico londinese in due partiti, quello dei faustinisti, capeggiato dalla contessa di Burlington e da lady Delaware, e quello dei cuzzonisti, guidato dalla contessa di Pembroke. L'episodio diede luogo a una serie di feroci libelli polemici e ispirò tra l'altro al commediografo John Gay molte scene della sua Beggar's Opera (1728).
Il matrimonio della B. con il compositore sassone J. A. Hasse, avvenuto probabilmente a Venezia nel maggio o nel giugno 1730 (nacquero tre figli, Cristina, Giuseppina o Peppina e Francesco Maria), diede un nuovo orientamento alla sua carriera: da quel momento divenne la principale interprete delle opere del marito e il suo centro di attività si trasferì da Venezia a Dresda. L'11 giugno 1734, infatti, Federico Augusto II di Sassonia, che nel 1731, ancora principe ereditario, aveva chiamato all'Opera di Dresda la B. e il marito, scritturò stabilmente la coppia al suo servizio: da questo momento la cantante si dedicò agli spettacoli e ai concerti di corte, allontanandosi solo per brevi giri artistici in Italia. Abbandonò le scene nel 1751, conservando il titolo di Kammersängerin e una lauta pensione, e finì per dedicarsi esclusivamente all'interpretazione di musiche cameristiche e religiose.
Nel 1763gli Hasse lasciarono Dresda, trasferendosi a Vienna (dove ebbero rapporti amichevoli e familiari con Mozart) e successivamente, dal 1775, a Venezia. In questa città la B. morì il 4 novembre del 1781.
La B. era dotata di una voce di mezzosoprano, di timbro caldo e penetrante, che andava, all'inizio della sua carriera, dal si bemolle al la, e successivamente si abbassò dal sol al sol, mantenendo nel mi il suopunto di forza. Il Riccoboni le attribuiva il merito "di aver inventato un nuovo stile di canto", che si basava, per concorde testimonianza di quanti l'ascoltarono, soprattutto su una straordinaria agilità vocale, accompagnata da una perfetta intonazione e da un'emissione di voce brillante e costante nell'intero ambito della tessitura. Secondo il Mancini, "il suo genere d'agilità fu tanto più pregevole perché vibrato a quel giusto termine, e in un moto assai nuovo, ed altrettanto difficile per sostenere un passaggio con note a sei, oppure a tre, e queste condurle con la dovuta proporzione, senza mai languire tanto salendo quanto nel discendere"; possedeva inoltre "qualunque altro genere di agilità, accoppiando oltre a ciò un pronto e ben granito trillo e mordente". La B. eccelleva pertanto in qualsiasi tipo di passaggio o di volata, sia per grado congiunto sia per salto; una sua specialità, ampiamente documentata dalle parti vocali scritte per lei, era la Bebung, o ripetizione rapidissima e staccata della stessa nota. La particolare abilità nella sillabazione rapida le permetteva, inoltre, di ottenere suggestivi effetti di declamato drammatico; una forma raffinata di fraseggio espressivo le era anche possibile grazie alla sua "arte sopraffina di conservare e ripigliare il fiato" (Mancini), ispirata, secondo quanto testimonia il Martinelli, nelle Lettere, ai principi della scuola del Bernacchi.
La B. riusciva a dare il meglio delle sue doti interpretative nelle arie mosse e brillanti, che più si confacevano al suo stile di canto articolato e staccato, mentre non possedeva egual talento per quelle patetiche: il Burney, che pur altamente l'ammirava, afferma che "cantava gli adagio con grande passione ed espressione, ma non era altrettanto efficace in quei casi in cui bisognasse esprimere sentimenti di profonda tristezza, facendo uso del legato, del portamento, di passaggi sincopati o del tempo rubato"(Musical Tour, II, p. 193).Ma a questi limiti la cantante rimediava con il suo straordinario talento di attrice. Il Quantz la riteneva egualmente adatta ai ruoli seri che a quelli amorosi e appassionati, e giudicava che ella fosse "nata per cantare e per recitare". In ciò era favorita dalla grazia del fisico e da certa naturale nobiltà di modi che la distinguevano dalle comuni virtuose da canto: lo Zeno, che la conobbe nel 1725 alla corte di Vienna, scriveva: "...per le sue cortesi e gentili maniere ... non meno che col suo nobil canto, si è guadagnato l'affetto di tutta la corte". E il De Brosses, che la vide cantare a Venezia nel 1739, la giudicava "la plus complaisante et la meilleure femme du monde".
Oltre a numerosissime testimonianze letterarie, si conservano della B. diversi ritratti. I più importanti sono: un pastello di Rosalba Carriera (Dresda, Galleria Nazionale), un'incisione di Lorenzo Zucchi da un quadro di Stefano Torelli (ibid.), una miniatura di Felicitas Sartori-Hoffmann (ibid.), due medaglie di G. Broccetti (Firenze 1723), un quadro di Rosalba Carriera (Venezia, Museo Correr) e un ritratto di P. L. Ghezzi in Ilmondo nuovo del cavaliere P.L.G.,cioè ritratti e caricature di varij soggetti da lui disegnate [sic] (Roma, Bibl. Ap. Vat., cod. Ott.lat. 3113, cc. 69 s.).
La carriera teatrale della B., di straordinaria durata e intensità, toccò il suo culmine nel quindicennio dal 1720 al 1735. Già nel 1739 il De Brosses scriveva: "la Faustina chante d'un gran goût et d'un légèreté charmante, mais ce n'est pas plus une voix neuve". Cionondimeno la sua permanenza sulle scene si prolungò, come s'è detto, sino all'anno 1751.
Il periodo del suo maggior splendore vocale coincise con il definitivo passaggio dal gusto e dallo stile barocco a quello pregalante, del quale fu interprete eletta ed autorevole diffonditrice sulla scena musicale europea.
Fonti e Bibl.: Venezia, CivicoMuseo Correr, codd. Cicogna 3197, 3198: Epistolario di G. A. Hasse,passim (contengono anche lettere dei figli della B.); Ibid., cod. Cicogna 2658: Epistolario di G. M. Ortes,passim; Ibid., cod. Cicogna 1178: Satire anonime del XVIII sec. sulla B., cc. 201r-202v, 212r; Ibid., cod. (Cicogna?) 1293/19, idem, cc. 56v-59r; A. Marcello, Inter seria Aeterii Stimphalici studia iuveniles ioci, Parisii s.a., pp. 51, 57, 59, 97, 99, 105, 110; Herrn Johann Joachim Quantzens Lebenslauf von ihm selbst entworfen, in W. Kahl, Selbstbiographien deutscher Musiker des XVIII. Jahrhunderts, Köln und Krefeld s.a., pp. 146-150; L. Riccoboni, Reflexions histor. et critiques sur les différents théâtres de l'Europe, Amsterdam 1740, pp. 39 s.; A. Zeno, Lettere..., II, Venezia 1752, pp. 395, 416, 418; III, ibid. 1752, p. 93; P. Tosi-J. F. Agricola, Anleitung zur Singkunst, Berlin 1757, pp. 125, 138; V. Martinelli, Lettere familiari e critiche, London 1757, pp. 359 ss.; G. B. Mancini, Riflessioni pratiche sul canto figurato, Milano 1777, pp. 29-32; E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Venez., IV, Venezia 1834, p. 119; F. Caffi, Storia della musica sacra nella già capp. ducale di San Marco..., II, Venezia 1855, pp. 182 s.; F. Chrysander, G. F. Händel, II, Leipzig 1860, pp. 142 ss.; M. Fürstenau, Zur Gesch. der Musik und des Theaters am Hofe der Kurfüsten von Sachsen und Könige von Polen, III, Dresden 1862, passim da p. 170 a p. 294, 372 s.; F. M. Rudhart, Gesch. der oper am Hofe zu München, Freising 1865, pp. 108 s.; A. Niggli, F. B.-Hasse, Leipzig 1880; A. Urbani de Gheltof, La "nuova Sirena" e il "caro Sassone". Note biografiche, Venezia 1890; G. Gaspari, Cat. della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, pp. 68, 128; IV, ibid. 1905, p. 179; T. Wiel, I teatri musicali venez. del Settecento, Venezia 1897, ad Indicem; C.Mennicke, Hasse und die Gebrüder Graun als Simphoniker, Leipzig 1906, pp. 352-446; S. Fassini, Il melodramma ital. a Londra nella prima metà del Settecento, Torino 1914, ad Indicem; F. Balatri, Frutti del Mondo, a cura di K. Vossler, Milano 1924, p. 266; M. Högg, Die Gesangskunst der F. B.-Hasse, Berlin 1931; Ch. De Brosses, Lettres familières écrites de l'Italie en 1739 et 1740, Paris 1931, I, pp. 237 s.; II, pp. 328, 344; P. Vallese, Paolo Rolli in Inghilterra, Milano 1938, pp. 102 ss.; A. Della Corte, Satire e grotteschi di musiche e musicisti di ogni tempo, Torino 1947, pp. 363 s.; P.Metastasio, Tutte le opere ... Lettere, a cura di B. Brunelli, III, Milano 1952, ad Indicem; Ch. Burney, A general history of music from the earliest ages to the present period…, a cura di F. Mercer, II, New York 1957, ad Indicem; [Id.], An eighteenth-century musical Tour in France and Italy..., e …in central Europe and the Netherlands..., a cura di P. A. Scholes, I-II, London-New York-Toronto 1959, ad Indicem; Enc. d. Spett., II, coll.824-828.