FAUNA e Fauno (Fauna e Faunus)
Antica coppia di divinità latine della pastorizia. Fauno è il dio che favorisce la fecondità delle greggi (il suo nome dalla radice di faveo) e le preserva dagli assalti dei lupi: onde il nome di Luperci dato ai sacerdoti del dio, di Lupercal alla sede originaria del suo culto (una grotta sul fianco settentrionale del Palatino), di Lupercalia alla sua festa principale (15 febbraio), e l'epiteto di Lupercus al dio stesso. Fauno era anche venerato come il genio dei boschi che spaventa, di notte, gli uomini con sogni e apparizioni paurose (onde il nome di Incubus); che fa conoscere l'avvenire per mezzo dei rumori del bosco, del volo degli uccelli o coi sogni (onde il suo nome di Fatuus, da fari). Nel culto, Fauno decadde presto d'importanza, soprattutto in seguito alla parte sempre maggiore data a un dio di umile origine, Silvano (v.), forse un'ipostasi dello stesso Fauno. Identificato col greco Pan (v.), divenne un semplice semidio mortale e si confuse con la folla dei Pani, dei Satiri, delle Ninfe.
Presto fu obliterata anche la sua corrispondente femminile, l'antichissima Fauna, il cui originario attributo di Bona Dea (v.) divenne, in un primo tempo, il suo nome proprio e in seguito fu assunto dalla dea greca Damia, penetrata in Roma alla prima metà del sec. III. Ebbero vita, invece, nel culto ufficiale, sino alla fine del paganesimo, le feste Lupercalia, celebrate a scopo di purificazione e di fecondità: il 5 dicembre ricorrevano invece le feste Faunalia, descritte da Orazio nell'ode 18ª del III libro.
Iconografia. - Sappiamo che un'immagine del dio stava nel Lupercale: rappresentava Fauno nell'abbigliamento stesso dei suoi sacerdoti, nudum caprina pelle amictum (Iustin., XLIII, I,1,7): fra i monumenti rimastici - scartando quelli che rappresentano Fauno in figura di Pan o di satiro - è da ricordare una statuetta in bronzo del dio, corrispondente appunto alla descrizione del tipo del Lupercale.
Bibl.: M. Motty, De Fauno et Fauna sive Bona Dea, Berlino 1840; Preller-Jordan, Röm. Mythologie, 3ª ed., I, p. 379 segg.; Hild, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités gr. et rom., II, pp. 1021 segg.; W. F. Otto, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclop., VI, coll. 2054 segg.; G. Wissowa, in Roscher, Lexikon d. griech. und. röm. Mythol., I, coll. 1454 segg.; A. Baumeister, Denkmäler des klass. Altertums, Monaco 1885 segg., I, p. 523.