FATTURATO (fr. factice; sp. facticio; ted. Faktis; ingl. factice o faktis)
Olio ottenuto vulcanizzando a freddo con cloruro di zolfo (fatturato bianco) o a caldo con zolfo (fatturato bruno) olî vegetali o anche qualche volta olî animali. La reazione dello zolfo sugli olî è nota da tempo (nell'antica farmacopea è descritto l'Oleum lini sulfuratum e il balzam sulfuri); la reazione degli olî col cloruro di zolfo è stata scoperta invece recentemente da Nikles e Rochelder. L'interesse industriale a queste due reazioni è stato grandissimo, specie all'inizio del secolo, quando si credette che la produzione della gomma potesse divenire insufficiente e si pensò a studiare taluni sostituti. I fatturati però, ricavati dall'applicazione di quelle due reazioni, più che sostituti sono da considerarsi ingredienti della gomma. Dànno fatturati gli olî che contengono acidi grassi non saturi e glicerina; in assenza di questa (Lewkowitoch) le reazioni con zolfo e cloruro di zolfo non dànno fatturati. Secondo A. Dubosc, i fatturati sono eteri misti formati per eterificazione della glicerina con gli acidi grassi, i cui doppî legami sono stati saturati da zolfo e cloruro di zolfo. Lo zolfo agirebbe da legame di due molecole dell'idrocarburo, mentre il cloro saturerebbe il doppio legame dell'acido grasso.
La fabbricazione dei fatturati si fa in marmitte di ghisa smaltata. Si fa uso principalmente di olio di colza, o anche di olio di ricino, di lino, di cotone, ecc. Il fatturato bianco si ottiene aggiungendo all'olio dal 20 al 45%, secondo il tipo di olio, di cloruro di zolfo, che è bene sia stato distillato a 1380. A evitare che il fatturato conservi cloruro, che danneggerebbe la gomma, si suole aggiungere l'1-2% di ossido di magnesia; per renderlo poroso si aggiungono bicarbonato di ammonio o carbonato di calcio; per alleggerirlo paraffina, vaselina, cera. La reazione del cloruro con gli olî è fortemente esotermica; e perciò richiede talune precauzioni quali il far cadere lentamente il cloruro nell'olio bene agitato, e l'usare diluenti (benzina, solfuro di carbonio, toluolo, ecc.). L'olio e lo zolfo liberi che il fatturato potrà contenere si possono eliminare lavando con acetone o solfuro di carbonio o simili. Il fatturato bruno si ottiene aggiungendo all'olio precedentemente scaldato a 100°, il 10 ÷ 20% di fiore di zolfo e scaldando poi gradualmente fino a 160 ÷ 170°. Secondo Dubosc fra 100 e 130° si ha soluzione dello zolfo nell'olio; fra 130° e 140° formazione di un prodotto di addizione; da 140° a 170°polimerizzazione di questo prodotto. Per la vulcanizzazione del medesimo si usano marmitte di ghisa o di lamiera a doppia parete, di cui l'interna è coperta di talco o di silicato di soda a evitare che il fatturato vi aderisca, nonché agitatori meccanici a pale di legno duro. La reazione è esotermica, e perciò occorre sospendere il riscaldamento e, a volte, aggiungere nuovo olio. Il fatturato si cola ancora caldo in forme di ferro o di legno rivestito di zinco. L'olio e lo zolfo liberi si eliminano come è indicato. Il fatturato paras è un fatturato in cui la solforazione ha luogo dopo che si sono ossidati gli olî con aria soffiata fino a ispessimento; l'operazione fu consigliata da Weber per ridurre la quantità di zolfo contenuta nel fatturato bruno. Si preparano pure fatturati misti operando una parziale vulcanizzazione con zolfo, e completando l'operazione con cloruro di zolfo.
I fatturati sono geli di solidi insolubili nei solventi della gomma; disperdibili in geli diluiti; saponificabili con alcali. Rendono più facilmente lavorabili le mescolanze di gomma che li contengono; non si ossidano, né resinificano, perciò migliorano la resistenza all'invecchiamento per ossidazione della gomma; sono un po' ritardanti di vulcanizzazione. Hanno densità di 0,98 ÷ 1,1.
Bibl.: A. Dubosc, Les Caoutchoucs Factices ou Huiles Vulcanisées, Parigi 1927; B. Warren, Rubber Substitutes, in Rubber Age, 1924, p. 200; Sloim, Les Caoutchouch Factices, in Encyclopédie du caouthchouc, Parigi 1929.