• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

FATO

di Umberto FRACASSINI - * - Enciclopedia Italiana (1932)
  • Condividi

FATO (lat. fatum, da fari "dire")

Umberto FRACASSINI
*

Il termine latino indicò in origine il detto, la parola, pronunziata dalla divinità: essa rappresenta per gli uomini il volere degli dei (vox Iovis, Serv., Ad Aen., X, 628, pari al gr. Διὸς αἷσα) e quindi il destino irrevocabile degli uomini o degli stati, fissato fin dal principio (cfr. il gr. μοῖρα e ἀνάγκη); al plurale, indicò i detti di qualche veggente o indovino riguardanti appunto l'avvenire destinato ai singoli uomini; in seguito Fata o tria Fata indicarono personificazioni del destino umano (Parca, Nona, Decima), simili alle Moire dei Greci (v. parche). Il concetto di fato come destino, elaborato dalla speculazione astrologica babilonese, si diffuse dall'Oriente (donde le personificazioni diverse di Gad, Τύχη) in Roma, dove esso - e con esso il termine - entrò nel linguaggio poetico e filosofico.

L'idea era però antichissima e assai diffusa. Accanto cioè alla divinità, oggetto propriamente della fede religiosa, e alle leggi ineluttabili della natura, oggetto dell'esperienza quotidiana, l'uomo, per quei casi che non sapeva spiegare né per mezzo di quella né per mezzo di queste, in ogni tempo si è sentito spinto ad ammettere l'esistenza nell'universo di una forza cieca e misteriosa alla quale niente può resistere. Il fato dunque è un'idea intermedia tra quella di natura e di divinità: comune con la prima ha l'ineluttabilità, con la seconda la libertà dei voleri; ma si differenzia dall'una e dall'altra per il suo agire senza ragione e senza scopo. Quindi, mentre gli effetti della natura si possono prevedere con l'osservazione e la volontà di Dio si può rendere favorevole con la preghiera, i decreti del fato non si possono né prevedere né mutare. Nonostante questa essenziale inconciliabilità, nella storia si è cercato di riavvicinare sempre più il fato tanto alla natura quanto alla divinità. E il primo avvicinamento è avvenuto soprattutto nell'astrologia, di cui è canone fondamentale che niente avviene sulla terra che non sia la riproduzione o l'effetto di ciò che avviene nel cielo. Quindi tutti gli avvenimenti terrestri, anche umani, sarebbero esattamente determinati da una necessità (gr. εἱμαρμένη) la quale partecipa insieme del fato e della natura (fata regunt orbem, certa stant omnia lege, Manil., IV, 14); giacché in parte consiste nelle leggi naturali che regolano il movimento delle stelle fisse e in parte nei mutamenti apparentemente volontarî del corso e delle fasi dei sette pianeti; sicché è possibile prevedere il corso della vita di un uomo (v. astrologia).

Quanto poi alla divinità, essa invero fu da principio considerata come inferiore al fato: così presso gli antichi Arî la legge suprema dell'universo (vedico Rta, avestico Aša) era una forza irresistibile agli stessi dei, e presso Omero la Moira era temuta e rispettata anche dai numi, compreso Zeus. Ma poi si cominciò a considerare la divinità come cooperatrice del fato e, dove si attribuiva speciale importanza alle tavole e al libro del destino, si credeva che lo scrittore ne fosse stato un dio: in Egitto, Thout il dio della sapienza, e, a Babilonia, il dio corrispondente Nabū. Anzi qui si finì col farne addirittura non più una composizione del fato ma degli dei, i quali al principio del nuovo anno si radunavano nelle sale del destino nel tempio Esagila, sotto la presidenza di Mardūk, per stabilire le azioni e gli avvenimenti dell'anno futuro. In simil guisa, nelle religioni monoteistiche in generale, ma in specie nel cristianesimo, ogni idea di fato viene esclusa e in sua vece si pone la fede nella provvidenza e predestinazione divina, per la quale niente avviene nel mondo che non sia voluto ed esattamente determinato da Dio. Le religioni soteriche, che promettono ai loro fedeli la salvezza, soprattutto intendono la salvezza dalla schiavitù del destino; in tal senso si ritenevano divinità salvatrici Iside nei misteri egiziani, e Mitra nei persiani. Il cristianesimo poi, com'è noto, nega l'esistenza del fato o destino. Parimenti nel cristianesimo primitivo Cristo era creduto il salvatore non dal destino, che non esiste, ma dalla tirannia degli spiriti che, ribellatisi a Dio, ora dagli astri dominano il mondo, detti perciò principi (ἄρχοντες) di questo secolo (I Corinzî, II, 8) e tiranni (κοσμοκράτορες) di questo mondo tenebroso (Efesini, VI, 12).

Nei paesi celtici, dov'era diffuso il culto delle Matres o Matronae spesso in numero ternario, ci sono rivelate dalle iscrizioni le Fatae (v. fata); e come alla vita delle donne presiede la fata, così - sempre nella credenza popolare - quella degli uomini è retta dal Fatus; e poiché la più irrevocabile manifestazione del destino è la morte, fatum o fata ha finito per significare la morte e ciò che da essa si origina, cioè l'ombra o il cadavere (Prop., I, 17,11).

Bibl.: R. Peter, in Roscher, Lexikon. der gr. und röm. Mythologie, I, ii, col. 1446 seg.; P. J. Enk, in Mnemosyne, XLI, pp. 370-80; E. Lehmann, in Chantepie de la Saussaye, Lehrbuch der Religionsgeschichte, 4ª ed., I, Tubinga 1925, p. 80 segg.; F. Cumont, Fatalisme astral et religions antiques, in Rev. d'hist. et litt. religieuses, n. s., III (1912), pp. 513-543; id., Astrology and Religion among the Greeks and Romans, New York 1912; K. Beth, Einführung in die vergleichende Religionsgeschichte, Lipsia 1920; W. Engel, Die Schicksalsidee im Altertum, Erlangen 1926.

Vedi anche
Zeus (gr. Ζεύς) La divinità suprema della religione greca. Il nome, attestato già in età micenea, risale al *Dieus indoeuropeo e alla nozione di ‘luce’ contenuta nella radice (*dei- «splendore») come il vedico Dyaus e il latino Iuppiter. La figura di Z., tuttavia, non coincide con nessuna delle divinità ... Epicuro Filosofo greco (Samo 341 - Atene 270 a. C.). Fondatore di una delle più importanti scuole filosofiche dell'età ellenistica, detta il "Giardino" (perché aveva sede in un giardino attiguo alla sua casa). Della sua opera, amplissima (essa comprendeva quasi 300 titoli), restano i frammenti di circa 9 libri ... stoicismo Nella storia del pensiero antico, la dottrina e la tradizione che si collega a Zenone di Cizio e alla sua scuola, così chiamata perché Zenone e i suoi successori usavano adunarsi nella Stoà Poikìle. Periodizzazione Storicamente nella scuola stoica si possono distinguere tre grandi periodi. Il primo, ... Giordano Bruno Filosofo (Nola 1548 - Roma 1600). Filippo della famiglia dei Bruni, assunse il nome di Giordano entrando a 17 anni nel convento di S. Domenico a Napoli. Sospettato di eresia, riparò a Roma (1576), di qui, deposto l'abito ecclesiastico, andò peregrinando di città in città; fu a Ginevra (1579), dove per ...
Tag
  • PREDESTINAZIONE
  • CRISTIANESIMO
  • MONOTEISTICHE
  • ASTROLOGIA
  • BABILONIA
Altri risultati per FATO
  • fato
    Enciclopedia on line
    Originariamente, presso i Latini, la parola, il detto della divinità, quindi il destino irrevocabile fissato fin dal principio e a cui nessuno si può sottrarre, e perciò la morte; al plurale, i detti del veggente che indicava il futuro e le personificazioni del destino, le Moire, le Parche, chiamate ...
  • fato
    Dizionario di filosofia (2009)
    Nozione solitamente definita in correlazione o in contrapposizione a quelle di provvidenza, destino, libertà, determinismo; tuttavia, il precisarsi del concetto di f. come preordinamento irrevocabile di una serie di cause che racchiuda e determini in modo completo il compiersi di qualunque ordine di ...
Vocabolario
fato
fato s. m. [dal lat. fatum, der. di fari «dire, parlare»] (pl. -i, ant. le fata). – Originariamente, presso i Latini, la parola della divinità, e quindi il destino irrevocabile (che comprende anche la morte) fissato fin dal principio e...
fado
fado ‹fḁ′dħu› s. m., port. [dal lat. fatum «fato, destino»]. – Genere di canzone popolare portoghese del sec. 19°, di intonazione triste e nostalgica.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali