FASSI
Famiglia di architetti che lasciò vasta traccia di sé in Carpi (Modena) tra il XVI e il XVII secolo.
Ne fu capostipite Pellegrino, nato a Carpi nella seconda metà del sec. XVI. Ebbe un ruolo direttivo nei lavori di ristrutturazione del castello già dei Pio, dal 1526 di proprietà degli Este, signori di Ferrara. In particolare, con la soprintendenza del governatore di Carpi, conte Onofrio Bevilacqua, su commissione del duca Alfonso II d'Este, curò, fra il 1582 e l'83, il rifacimento del piano inferiore, destinato a residenza del governatore, e il compimento del loggiato soprastante il portico della corte d'onore, che dallo scaIone monumentale conduce alla vasta sala dei Mori. Se per tale loggiato, di nobile estrazione bramantesca, Pellegrino dovette appoggiarsi a preesistenti progetti, senza pertanto che il suo apporto appaia rilevabile, esso è riconoscibile nel tratto di raccordo tra la scala e la loggia, ovvero nell'atrio, dove si colgono differenze modulari nel sistema delle volte, nonché discrepanze fra gli ornati in terracotta e le preesistenti membrature (Garuti, 1983).
L'erudito carpigiano Eustachio Cabassi era in possesso del Libro della Fabbrica del castello, manoscritto del 1582 ora disperso, che, oltre a documentare l'opera di Pellegrino nel castello, riferiva di pagamenti fatti a due suoi figli, Francesco e Giacomo, per una loro partecipazione al cantiere (Cabassi [1784], 1986, pp. 57 s.).
Francesco, vissuto a Carpi fra la seconda metà del sec. XVI e la prima metà del sec. XVII, si distinse come "valente maestro muratore" (Cabassi, p. 57). Oltre all'opera prestata presso il castello di Carpi, tra il 1582 e il 1583, consta che nel 1612 succedette al defunto Antonio Federzoni nella direzione del cantiere dell'erigenda collegiata dell'Assunta (ora cattedrale), affiancato dal figlio, il noto Guido (ma, per la direzione, cfr. voce in questo Dizionario), e dal bolognese Sante Bolzoni (Garuti, 1987), artefici con funzioni essenzialmente esecutive più che di impegno progettuale. Sposò Giufla Belesi.
Un figlio di Francesco, Antonio, vissuto a Carpi tra la fine del sec. XVI e la prima metà del sec. XVII, è documentato come direttore dei lavori per la collegiata di Carpi, fra il terzo e il quarto decennio del '600 (Cabassi, pp. 81, 83), per la realizzazione dei progetti elaborati dal reggiano Francesco Pacchioni e dal bolognese Giovan Battista Falcetta, con pareri del reggiano Giacomo Beltrami. Il cantiere era concentrato sulla facciata e, all'interno, sul nodo costituito dalle paraste della crociera e dal cornicione a sostegno del tamburo della cupola. L'operato di Antonio non incontrò il favore del duca Francesco I d'Este, che esercitava il giuspatronato sull'edificio, come attesta una memoria del 1633, riportata dal Cabassi, in cui il duca criticava il disegno della facciata definendola "troppo tozza dalle bande" (ibid., p. 83).
Fonti e Bibl.: E. Cabassi, Notizie degli artisti carpigiani [ms. 1784], a cura di A. Garuti, Modena 1986, pp. 57 s. (per Pellegrino, Giacomo e Francesco), 81 e 83 (per Antonio); A. Barbieri, Carpigiani illustri, Carpi 1973, p. 39 (per Francesco); A. Garuti, Il palazzo dei Pio di Savoia nel "castello" di Carpi, Modena 1983, p. 26 (per Pellegrino, Giacomo e Francesco); A. Garuti, in A. Garuti-D. Colli-R. Pelloni, Un tempio degno di Roma. La cattedrale di Carpi, Modena 1987, pp. 22 (per Francesco), 23 (per Antonio).