fascicolazione nervosa
Contrazione spontanea involontaria di gruppi di fibre muscolari, che può manifestarsi visivamente sotto la cute come scossa, vibrazione o ondulazione. La forza della f. n. non è in genere sufficiente a far compiere al soggetto un movimento articolare (raramente ampie f. n. distali possono muovere un dito). Si differenziano le f. n. benigne occasionali dei soggetti sani, che non sono accompagnate da atrofia muscolare o astenia, coinvolgono pochi fascicoli muscolari e corrispondono a EMG normale, da quelle di alcune malattie del motoneurone che si manifestano, spec. negli stadi iniziali, con f. n.: la sclerosi laterale amiotrofica (➔), la siringomielia, la poliomielite nelle prime fasi, le lesioni e le compressioni delle radici anteriori (ernie discali) e i tumori del midollo spinale. Anche zone più distali dell’assone motore possone essere coinvolte nell’origine delle f. n., come nei casi di polineuropatie, di compressioni e intrappolamenti cronici di un nervo. Le f. n. sono dovute a impulsi ectopici dell’assone, così che le fibre muscolari hanno scariche sporadiche e autonome; in ogni caso il neurone danneggiato e il suo assone a vari livelli hanno la possibilità di generare impulsi spontanei. L’elettromiografia ha caratteri costanti: il potenziale d’azione è ampio e, al contrario del normale che è bifasico, può avere da 3 a 5 fasi e dura più a lungo (5÷15 millisecondi). Questi segni, detti di denervazione (➔), cessano allorché si stabilizza una atrofia neurogena totale, o quando intervengono i potenziali di fibrillazione (denervazione/reinnervazione). Le f. n. possono colpire anche il solo distretto facciale, come nell’atrofia bulbo-spinale. Una sindrome che associa f. n. e crampi mostra all’EMG che la stimolazione del nervo periferico provoca contrazione muscolare prolungata, con lunghe scariche di potenziali d’azione all’estremità distale del nervo motore.