Il complesso degli studi e delle conoscenze che vertono sulle correlazioni tra caratteristiche genetiche e risposte farmacodinamiche di tipo abnorme. Hanno particolare interesse, al riguardo, alcune anomalie enzimatiche, che condizionano la predisposizione verso particolari quadri clinici indotti da alcuni farmaci e, più raramente, da alcuni alimenti. Le mutazioni di geni che codificano enzimi coinvolti in particolari vie metaboliche nell’organismo non sempre però provocano sin dalla nascita una malattia grave o letale. Un individuo può nascere con un difetto metabolico, ma la malattia potrebbe non rivelarsi mai se la via metabolica interessata viene utilizzata solo in situazioni particolari. L’uso di farmaci nuovi, pertanto, potrebbe mettere in evidenza, per es., una malattia metabolica e quindi una variante enzimatica altrimenti non sospettabile.
Esempi significativi di anomalie enzimatiche sono quelle connesse al polimorfismo della glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, enzima che catalizza una fase del ciclo ossidativo del glucosio nei globuli rossi. In condizioni normali l’attività di tale enzima interviene indirettamente a condizionare l’integrità dei globuli rossi; carenza o alterazioni qualitative della glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PDH) possono predisporre a sindromi emolitiche indotte da sostanze diverse. A quest’ultima categoria appartengono l’anemia da primachina, le crisi emolitiche da sulfamidici, fenacetina, acetanilide, antipirina, nitrofurantoina, acido paramminosalicilico, il favismo. L’enzimopatia che predispone a tali episodi morbosi (non rara tra alcuni gruppi etnici del bacino mediterraneo e dell’Africa) è di natura ereditaria.
Un altro comune difetto enzimatico è presente in alcuni individui, detti metabolizzatori lenti: essi rappresentano circa il 5% della popolazione nordamericana ed europea e il 30% dei Cinesi di Hongkong. Questi soggetti manifestano effetti collaterali negativi determinati da numerosi farmaci di comune prescrizione, quali alcuni betabloccanti, i farmaci contro le aritmie cardiache, l’asma o la tosse e gli antidepressivi. Studi di clonazione e di sequenziamento dei geni hanno dimostrato che i soggetti a metabolismo lento presentano mutazioni numerose e diverse nel gene che codifica l’enzima 450dbl localizzato sul cromosoma 22.