farmacodipendenza
Utilizzo compulsivo di un farmaco da parte di un soggetto nonostante gli effetti negativi che possono derivarne. La f. può verificarsi in presenza di dipendenza fisica ma può avvenire anche in sua assenza.
Le cause della f. non sono chiare, tuttavia sono stati identificati fattori di rischio che potrebbero essere predisponenti, quali i fattori genetici, l’azione di rinforzo positivo da parte del farmaco, lo stress emotivo, l’ansia, la depressione e lo stress ambientale, le pressioni esercitate dal gruppo.
Il meccanismo attraverso il quale i farmaci inducono dipendenza non è noto. Tuttavia, sono state postulate varie ipotesi che implicherebbero il ruolo dei neurotrasmettitori (dopamina, serotonina, GABA, glutammato) e dei peptidi oppioidi a livello dei cosiddetti circuiti cerebrali della gratificazione. A livello cellulare viene riconosciuto un ruolo al sistema dell’AMP ciclico sia nello sviluppo della dipendenza sia nella sindrome da astinenza.
Diverse sono le classi di sostanze ad azione farmacologica che possono dare farmacodipendenza. Tra queste, le più importanti sono gli allucinogeni (LSD, psilocina, psilocibina, mescalina, fenciclidina), che causano alterazione della percezione della realtà e dipendenza psichica. I deprimenti del sistema nervoso centrale (barbiturici, benzodiazepine, alcol, solventi o glue sniffing) hanno azione sedativa; tuttavia si sviluppa tolleranza ai loro effetti e dipendenza. Con l’alcol può verificarsi una sindrome da astinenza che può arrivare alle convulsioni e al delirium tremens. L’inalazione di solventi può causare morte improvvisa dovuta a fibrillazione ventricolare e, in ogni caso, il loro uso cronico causa gravi danni neurologici. Per quanto riguarda gli oppiacei (morfina, eroina e congeneri), essi causano analgesia, sedazione ed euforia e inducono dipendenza fisica. La somministrazione di antagonisti, come il naloxone, precipita la sindrome da astinenza. Gli stimolanti del sistema nervoso centrale comprendono principalmente l’amfetamina e composti correlati (metamfetamina, ecstasy, metilfenidato) e la cocaina. Il loro uso sviluppa rapidamente tolleranza che può portare all’assunzione di dosi anche molto elevate, con conseguente elevato rischio di accidenti cardiovascolari e cerebrovascolari. Infine, l’assunzione continuata del tetraidrocannabinolo (THC), principio attivo contenuto nell’hashish e nella marijuana, causa dipendenza psichica e porta a deficit della memoria e dell’attenzione, diminuzione degli interessi, dell’iniziativa e della partecipazione (sindrome amotivazionale).
La terapia consiste essenzialmente in una diminuzione graduale della somministrazione del farmaco fino alla sospensione completa. A volte si può somministrare una sostanza ad azione simile per mitigare i sintomi della sindrome da astinenza (come il metadone, nel caso di dipendenza da analgesici narcotici). Se sono presenti contemporaneamente depressione o altri disturbi dell’umore, questi vanno trattati, in quanto la f. potrebbe derivare dal tentativo del soggetto di auto-trattare tali patologie.