FARINEL (Farinelli, Farinello, Farinet)
Famiglia di musicisti italiani di origine francese, trasferitasi a Torino, intorno al 1620, al servizio dei Savoia.
Francesco (François) è considerato il capostipite della famiglia. Nacque in Francia intorno alla fine del sec. XVI, probabilmente a Billom o a Lezoux, in Alvernia: nel primo dei suoi testamenti, compilato nel 1656 e attualmente conservato presso l'Archivio di Stato di Torino, Francesco si dichiarava "figliuolo delli furono ss.ri giugali Gabriele et Cat.[eri]na di Biglione [Billom] in Auvergne" (Insinuazione di Torino, 1656, libro X, ff. 237-238v), mentre in un atto del 1668 si firmava come "s.r Francesco Farinello... del luogo di Lezous" [Lezoux] in Auvergne. È probabile, secondo quanto afferma la Bouquet (Turin et les musiciens, p. 415), che fosse nato a Billom e si fosse in seguito trasferito nella vicina Lezoux, per studiare presso il locale collegio gesuitico, il primo fondato in Francia.
Nulla conosciamo della sua formazione musicale e della sua vita prima del 1620: secondo la Bouquet (ibid.) avrebbe iniziato gli studi musicali presso il collegio stesso. Le prime notizie sul musicista risalgono al 1620 quando risulta a Torino, in qualità di violinista, presso la corte dei Savoia. La sua presenza nella città piemontese è probabilmente da mettere in relazione con la venuta, a Torino, di Cristina di Francia che, l'anno precedente, aveva sposato Vittorio Amedeo di Savoia, figlio del duca Carlo Emanuele I. Il 27 giugno 1620 Francesco contrasse matrimonio con Anna Chapaty, "figlia del musico francesco" (Maigneau, p. 136).
La venuta di Cristina di Francia a Torino e, in particolare, il suo notevole interesse per il balletto cambiarono radicalmente le abitudini musicali della corte piemontese: accanto alle istituzioni musicali già esistenti (la cappella ducale e la compagnia dei Musici armonici) nel 1628 fu creato il Cabinet franQais. Notevole è, in questo periodo, la presenza di artisti francesi: oltre ai F., numerosi altri prestavano servizio, nello stesso periodo, presso la corte sabauda. Determinante fu anche il contributo di Ludovico San Martino, detto marchese d'Agliè, uomo di lettere, autore di numerosi testi dei balletti rappresentati a Torino, dove - tra l'altro - vi era la presenza di Sigismondo D'India, autore della Zalizura, su testo dello stesso Agliè, considerato unanimemente il primo melodramma rappresentato a Torino.
L'attività di "musico" di Francesco non si limitava all'incarico di violinista per Cristina di Francia, ma comprendeva anche di frequente il servizio per la cappella ducale (o da camera), cioè la cappella privata del duca Carlo Emanuele I che, nel 1627, gli fece assegnare un salario di 15 ducatoni al mese (Arch. di Stato di Torino, Sez. riunite, Controllo patenti, 1627, f. 122). In alcune circostanze, secondo il Pamparato, il F. prestò servizio anche per il cardinale Maurizio di Savoia.
Nel 1637, alla morte di Vittorio Amedeo I che, nel frattempo, era succeduto a Carlo Emanuele I, gravi torbidi scoppiarono a Torino. La lotta per il potere portò alla guerra civile e la stessa Cristina, per circa tre anni, dovette allontanarsi dalla città. Non sappiamo se Francesco la seguì. Sappiamo però, con certezza, che nel 1643 la duchessa di Savoia, allora reggente, per risarcire Francesco delle perdite che aveva subito durante la guerra (gli era stata saccheggiata la casa), ordinò che gli venissero donate "tutte le robbe, mobili et libraria del senatore Constantia, calcolati del valore di seicento lire circa..." (Ibid., Controllo finanze, 1641-42, f. 53). Nello stesso periodo madama reale lo aveva nominato primo musico da camera e maestro "baladin" dei paggi, carica già coperta in passato da musici come Pierre Hache, violinista, fino al 1635. È probabile che già in questa data Francesco cominciasse ad assumere le nuove funzioni e che, a causa dello scoppio della guerra, Cristina ufficializzasse l'incarico nel 1642, al suo ritorno a Torino.
Nel 1654 Francesco talvolta venne sostituito dal figlio FrancescoAgostino, probabilmente a causa di una malattia che lo indusse anche a fare testamento (ibid.). In quello stesso anno, probabilmente per lo stesso motivo, Carlo Emanuele II accordò la sopravvivenza della carica a Francesco Agostino (ibid., 1654, f. 62).
Nel 1657, ed è questa l'unica testimonianza circa la sua attività di compositore di corte, Francesco compose le musiche per il balletto La primavera trionfante dell'inverno, su libretto di G. Orenzano, un tempo attribuito a Filippo San Martino conte d'Agliè, nipote del marchese Ludovico, rappresentato in occasione del carnevale e ripreso, successivamente, nel 1663, a Chambéry, residenza estiva dei Savoia. Le musiche dei balletto, come - d'altra parte - tutte le altre composizioni, sono andate perdute, ma probabilmente esse dovevano essere numerose se si pensa che la carica di primo musico comportava, oltre alla normale attività esecutiva, anche quella di compositore di tutte le musiche per i balletti. D'altra parte, già nel 1645 la duchessa di Savoia gli aveva accordato un trattamento particolare "da qualsivoglia musico sia per essere lui Farinel il più vecchio alli servitii di questa Real Casa, che per il suo impiego nelle compositioni ..." (ibid., 1645, f. n. n.).
Nel 1671 fece testamento in favore dei figli Francesco Agostino e Stefano e del fratello Roberto (Ibid., Testamenti pubblicati, vol. XII, f. 69). Morì a Torino nel 1672.
Roberto, detto l'ainé, fratello di Francesco, nacque, con tutta probabilità, a Billom, sulla fine del sec. XVI. Su di lui non si hanno notizie precise ed esaurienti. Sappiamo che si trasferì, insieme col fratello, a Torino, al servizio di madama reale, dove è documentata la sua presenza dal 1623 al 1642. Successivamente passò a Grenoble dove, in epoca imprecisata ma comunque prima del 1649, sposò Charlotte Reymond La Violette, figlia di un "celebre maître joueur d'instrument ..." (Maigneau, p. 136). Morì in luogo e in data imprecisati, ma certamente dopo il 1671, anno in cui il fratello testava in suo favore, lasciando "... a mon frère rouber farinel la somme de cens livres" (Testam. pubbl., f. 70).
Michele, primogenito di Roberto, nacque a Grenoble, ove venne battezzato il 23 maggio 1649. Probabilmente apprese dal padre i primi rudimenti musicali. Allievo, secondo la Benoît (Les musiciens..., p. 54), di Giacomo Carissimi a Roma, Michele è, insieme col fratello Giovanni Battista, il personaggio più importante della famiglia. Nel 1668 si trovava a Lisbona, nel 1672 a Parigi; dal 1675 al 1679 fu a Londra, dove sposò Marie-Anne Cambert, clavicembalista, figlia di Robert, uno dei primi compositori d'opera francesi, caduto in disgrazia all'avvento di Lully alla corte di Luigi XIV e trasferitosi a Londra, presso la corte di Carlo II d'Inghilterra. Nel 1679 si recò insieme con la moglie a Madrid, dove assunse la carica di sovrintendente della musica di Maria Luisa d'Orléans, regina di Spagna. Il contratto, datato 26 sett. 1679, prevedeva, tra l'altro, che il "Sr Farinelly composera toute la musique, sinfonie et dances... et lad. demoiselle Farinelly jouera et accompagnera du clavessin ..." (Benoît, pp. 50 s.). Nel contratto Michele veniva indicato come già "gentilhomme pentionnaire du roy d'Angleterre ..." (ibid.). Nel 1688 rientrò a Parigi, qualche mese prima della morte della giovane regina spagnola, e, in quello stesso anno, acquistava da un certo Jean Le Roux, ordinario della musica del re Luigi XIV, la carica di violinista di corte per la somma di 2.808 lire.
Nell'atto di acquisto Michele si firmava ancora come sovrintendente della musica e dei balletti della regina di Spagna. Intorno al 1680, intanto, una sua composizione, Farinell's Division on a ground, apparsa nell'opera Division on a ground, pubblicata a Londra da Henry Playford (si conserva una ristampa del 1685), divenne subito celebre in tutta l'Inghilterra.
Si trattava di una serie di variazioni sul tema della "follia", una danza di origine portoghese, impropriamente conosciuta come "folies d'Espagne". Nel 1682 era apparsa l'opera The king's health: set to Farrinel's ground in six strains, pubblicata a Londra su testo di Th. D'Urfey, testimonianza, questa, dell'enorme successo che le variazioni di Michele ebbero presso i contemporanei. Esse sono quasi identiche a quelle sullo stesso tema, composte da Arcangelo Corelli, che vennero pubblicate come ultima sonata della celebre Opera V. Lo stesso Michele nella sua autobiografia (ora perduta, ma un tempo appartenuta al musicologo francese J. Ecorcheville) ebbe a dire che "... mes Follies d'Espagne et d'Angleterre ont paru avant les pièces de mr. Corelli... et, in effet, mon mss. contient le basse continue del Follies traditionelles" (Fischer, p. 26).Secondo il Niecks, Corelli aveva potuto conoscere Michele a Hannover, dove questi esercitava l'attività di direttore musicale ma, in realtà, il Farinel di cui parla il Niecks è il fratello di Michele, Giovanni Battista. Nel 1691 Luigi XIV nominò Michele consigliere del re della città di Grenoble, dove si era ritirato, nonostante l'opposizione di alcuni colleghi (Benoît, p. 55); nello stesso periodo egli assumeva il ruolo di insegnante di musica delle religiose del monastero di Montfleury. Nel 1696 mise in musica il Recueil de vers spirituels (Grenoble, Jean Verdier), su testo di H. Guichard.
La musica di quest'opera è andata perduta. Il musicologo francese J. Ecorcheville, all'inizio del sec. XX, possedeva una serie di manoscritti, oltre all'autobiografia di Michele di cui si è già detto, ma - a tutt'oggi - non esistono altre testimonianze sulle sue composizioni. Nel catalogo dei Livres rares et precieux... de feu M. Jules Ecorcheville, compilato in occasione della vendita della collezione del musicologo francese (Parigi, 26-29 maggio 1920), figuravano alcuni manoscritti, nelle sole parti di basso e basso continuo, tra cui Les concerts choisis de m. Farinelly de Cambert, datati 1707. Purtroppo anche queste composizioni sono andate perdute.
Nel 1697, per un breve periodo, Michele fu maestro di cappella nella chiesa di S. Stefano, a Tolosa. Da questo momento non si hanno più notizie sulla sua attività. Morì in località e in data imprecisate ma, quasi certamente, dopo il 1707.
Giovanni Battista nacque a Grenoble il 15 genn. 1655. È probabile che apprendesse dal padre i primi rudimenti musicali. Le prime notizie circa la sua attività di violinista e compositore risalgono al 1680, quando risulta direttore musicale alla corte di Hannover, dove, nello stesso periodo, Agostino Steffani esercitava l'attività di maestro di cappella. Qui, l'8 genn. 1689, si sposò con Vittoria Tarquini di Venezia.
Privo di fondamento appare quanto scrive il Mattheson (P. 483) circa la possibilità che Giovanni Battista fosse lo zio del celebre cantante Farinelli, il cui vero nome, come sappiamo, era Carlo Broschi. La notizia venne riportata successivamente da Hawkins (A general history... II, p. 677), dal Niecks (1888, p. 717) e dallo Eitner (p. 388). Quest'ultimo, che tra l'altro lo indica con il nome di Cristiano, riporta notizie biografiche e attribuzioni di composizioni riferibili invece al fratello Michele, probabilmente riprendendole da Hawkins (p. 589).Hannover attraversava allora un periodo di notevole rigoglio musicale. La presenza dello Steffani che, nel 1689, fece rappresentare l'opera Henrico Leone per l'inaugurazione del nuovo teatro e, in particolar modo, la munificenza dell'elettore Ernesto Augusto, amante delle arti e mecenate, avevano dato la possibilità di portare al massimo splendore la vita musicale della corte. Giovanni Battista, per motivi a noi ignoti, nel 1691 si allontanò da Hannover per recarsi nella vicina Osnabrück, dove gli venne affidato l'incarico di maestro di cappella. Nel 1695 tornò a Hannover, dove ricevette l'incarico di primo violino dell'orchestra di corte. Ebbe modo di conoscere Haendel, quando questi, nel 1710, venne a prestare servizio in quella corte in sostituzione dello Steffani, passato nel frattempo a incarichi diplomatici. Nel 1714, quando il principe elettore di Hannover divenne re di Inghilterra con il nome di Giorgio I, Giovanni Battista fu innalzato al grado di nobiltà e nominato agente diplomatico a Venezia, ricoprendo il prestigioso incarico dal 14 marzo 1714 fino al 1720 (Repertorium der diplomatischen Vertreter aller Länder, I, p. 80), anno in cui venne richiamato.
Morì in data e luogo imprecisati. Compose, secondo il Fischer, diversi concerti per flauto e opere teatrali dei quali però si è persa ogni traccia.
Fonti e Bibl.: Per Francesco: i documenti citati nel corso del testo o qui riportati sono contenuti in: M. T. Bouquet, Turin et les musiciens de la cour, tesi di dottorato, Paris 1987, ad Indicem; E. Maigneau, Les artists grenoblois, Grenoble 1883, p. 136; J. G. Prod'homme, Les musiciens dauphinois, in Sammelbände der Internationalen Musikgesellschaft, VII (1905-1906), p. 73; S. Cordero di Pamparato, Imusici alla corte di Carlo Emanuele I di Savoia, in Carlo Emanuele I, Torino 1930, pp. 109 s.; M. T. Bouquet, Musique et musiciens à Turin de 1648 a 1755, Torino 1968, pp. 19, 157; Storia del teatro Regio di Torino, I, M. T. Bouquet, Il teatro di corte, Torino 1987, pp. 20 s., 49; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XIII, col. 992; La Musica, Diz., I, p. 631; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 396; Diz. encicl. univ. della musica e dei music., Le biografie, II, pp. 702 s.
Per Roberto cfr.: E. Maigneau, cit., p. 136; S. Cordero di Pamparato, cit., pp. 109, 115; J. G. Prod'homme, cit., pp. 73 s.; M. T. Bouquet, Turin et les musiciens..., cit., pp. 47, 191, 194, 415, 530 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 396.
Per Michele: J. Hawkins, A general history of the science and practice of music, London 1775, pp. 589, 677, 701; D. D. Boyden, The history of violin playing from its origin to 1761, London 1865, pp. 264 s., 270 s.; F. Niecks, Les folies d'Espagne: a study, in The Musical Times, XXIX (1888), pp. 719 s.; G. Fischer, Musik im Hannover, Leipzig, 1903, p. 26; J. G. Prod'homme, cit., pp. 74 s.; H. Riemann, John Playford's Division violin und Michel Farinell Folies d'Espagne, in Die Musik, X (1910-11), pp. 321 ss.; A. Moser, Zur Genesis d. Folies d'Espagne, in Archiv fur Musik-Wissenschaft, I (1918-19), pp. 361 ss.; M. Benoît, Les musiciens français de Marie Louise d'Orléans, reine d'Espagne, in La Revue musicale, n. 226, 1955, pp. 50 ss.; R. Hudson, The Folia melodies, in Acta musicolog., XLV (1973), pp. 98, 110 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 521; Répertoire international des sources musicales, Recueils imprimès XVI-XVII siècles, p. 566; Idem, Einzeldrucke vor 1800, III, p. 8; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, col. 483; V, col. 120; XIII, col. 586; Encicl. della musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 435; La Musica, Diz., I, p. 632; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 397.
Per Giovanni Battista, cfr.: J. Mattheson, Der volkommene Cappelmeister, Hamburg 1739, p. 483; J. Hawkins, cit., II, pp. 717, 778, 828 s.; F. Niecks, cit., p. 717; G. Fischer, Opern und Concerte im Hoftheater zu Hannover, Hannover- Leipzig 1899, pp. 8 s., 19 s., 22, 26, 29; F. Chrisander, G. F. Haendel, Leipzig 1919, I, p. 418; P. Henry Lang, Haendel, Milano 1985, p. 705; M. T. Bouquet, Turin et les musiciens..., cit., p. 194; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 521; R. Eitner, Quellen-Lexikon, III, pp. 388 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, III, col. 1825; IV, col. 1283; V, col. 1465; VIII, col. 1800; La Musica, Diz., I, p. 631; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 397.