FARACE (Φάραξ, Pharax)
Spartano: fu uno dei dieci consiglieri (σύμβουλοι), che dopo la resa di Orcomeno, furono posti accanto al re Agide per controllarne l'operato; come tale fu presente alla battaglia di Mantinea (418 a. C.). È da ritenere un'unica persona con quel F. che secondo Pausania (VI, 3) combatté ad Egospotami e a cui dagli Efesini fu eretta una statua nel tempio di Artemide. Nell'estate del 397, in qualità di navarco mosse da Rodi, con una flotta di 120 navi, in aiuto di Dercillida, contro Conone che si trovava a Cauno. Di qui si ritirò di nuovo a Rodi, di fronte alle forze di Farnabazo e Tissaferne. Nel 395, secondo narra Diodoro, Faracide (che da tutti è ritenuto identico al nostro F.) era al comando di 30 navi mandate in aiuto di Siracusa contro i Cartaginesi; e sostenne anche Dionigi quando i Siracusani volevano abbattere la tirannide. Nel 392 (estate) F. si trovava all'istmo di Corinto e qui, come prosseno dei Beoti, tentò inutilmente di favorire i loro ambasciatori presso Agesilao che non voleva riceverli.
Bibl.: P. Poralla, Prosopographie der Lakedaimonier, Breslavia 1913, n. 717; Cambridge Ancient History, VI, Cambridge 1927, pp. 124, 283, 285, 289; J. Beloch, Griech. Geschichte, 2ª ed., III, 1, pp. 39-40, 58; ii, p. 372.