FANIA (Φανίας, Phanias) di Ereso
È, insieme con Teofrasto, Eudemo, ecc., uno degl'immediati scolari di Aristotele di cui segue l'indirizzo nelle ricerche scientifiche e letterarie. Dai suoi frammenti appare la cura dello studioso nelle questioni cronologiche, nella ricerca dei documenti storici, sebbene talvolta ceda alla propensione del suo tempo per le notizie meravigliose. Godette notevole favore presso gli storici e Plutarco se ne servì con fiducia, come pure il compilatore del Marmor parium. Alla sua fama di filosofo e scienziato (Plut., Sol., 13) hanno contribuito i suoi scritti Sulle categorie, Sull'interpretazione e Sugli Analitici, e soprattutto quello, in almeno sette libri, Sulle piante, argomento trattato già da Teofrasto. Oltre alle opere già iricordate, Fania scrisse Sui pritani di Ereso, Sui tiranni di Sicilia, Sui poeti, Sui socraticí, Contro i sofisti, di cui forse faceva parte il Contro Diodoro.
I frammenti, in Müller, Fragmenta Histor. Graec., Parigi 1841-70, II, pp. 293-301.
Bibl.: A. Voisin, Diatribe de Phania Eresio, Gand 1824; A. Boeckh, in Corpus Inscr. Graec., II, Berlino 1843, p. 304 segg.; Christ-Schmid, Gesch. d. gr. Litter., 6ª ed., II, 1, Monaco 1920, p. 80.