FANFARA (voce onomatopeica)
Il termine indica tanto un limitato complesso di ottoni (per lo più della famiglia delle trombe) e di strumenti a percussione, quanto la musica che con esso si esegue. Le musiche sono costituite da brevi ritornelli o da corte melodie di carattere marziale e di andamento solenne, quando siano state destinate ad accompagnare cortei o parate, o di arie popolari e semplici quando servano a ritmare la marcia delle truppe. Le fanfare sono anche usate nelle partite di caccia come segnale per indicare la radunata dei cacciatori, la presenza della selvaggina, l'inseguimento, ecc.
Estendendo il significato della parola fanfara potremmo comprendervi in genere anche i segnali che fino dai tempi più antichi erano in uso negli eserciti dei popoli orientali e in quelli dei Greci e dei Romani.
Le raffigurazioni della Colonna traiana e di altri monumenti dell'antica Roma ci dànno un'idea di queste antiche fanfare. Né mancano testimonianze di fanfare che si usavano nei cortei e nei trionfi militari durante il periodo medievale, queste erano composte da trombettieri vestiti in grande pompa i quali usavano trombe d'argento adorne di preziose stoffe e di drappeggi. L'uso delle fanfare fu assai frequente in Inghilterra, dove erano note anche col nome di flourishes e venivano eseguite da trombe e corni. In Germania e in altri paesi del nord si usano tuttora fanfare che in alcune circostanze suonano dall'alto delle torri o dei campanili; così anche si usavano fanfare per annunciare al popolo la lettura di qualche pubblico editto, grida, ecc. e anche per segnalare le ore. Le melodie di antiche fanfare di guerra si possono desumere anche da talune composizioni polifoniche che avevano voga nel Cinquecento sotto il nome di Battaglie, e che con onomatopee vocali riproducevano il suono degli strumenti e i loro segnali.
In un metodo per tromba composto da Girolamo Fantini, trombetta del duca di Toscana, e pubblicato nel 1638, si contengono molti segnali inilitari e anche pezzi da usarsi durante le parate, p. es. una Entrata imperiale per sonare in concerto.
Negli antichi comuni italiani le fanfare servivano, oltre che per le parate e per il servizio del governo della città, anche per dare concerti pubblici a ricreazione del popolo.
Non infrequente l'introduzione di fanfare in alcune opere; basterà ricordare quella che annuncia l'arrivo del governatore nel Fidelio di Beethoven. Oltre che nei corpi militari, l'uso della fanfara si è poi diffuso nelle società ginnastiche e sportive e anche nei cortei civili. Un uso tipico di fanfara si ha nel teatro wagneriano di Bayreuth dove al principio di ogni atto un piccolo complesso di suonatori avverte il pubblico dell'inizio della rappresentazione ripetendo i temi più significativi dell'atto.