FANETE (Φάνης "il brillante")
Una delle denominazioni della creatura originaria nel sistema mistico orfico. Le sue origini variano nel mito, a seconda delle redazioni dei testi orfici; è costante però il motivo della nascita di lui dall'uovo cosmico, la cui parte superiore diventa cielo, l'inferiore terra. L'uovo deriva, ora da Etere e Chaos, ora da Chronos e Adrasteia. F. è tangibilmente un mostro con testa di varî animali; ha quattro occhi, ali auree; è ermafrodito. Produce da sé la Notte, e unendosi poi ad essa procrea varie altre creature. Infine si ritira in cielo, donde emana splendore. Il suo ritirarsi coincide con l'apparire del dominio di Zeus. Altri suoi nomi: Antauges, Phaeton, Protogonos, Metis, Erikepaios, Dionysos, Eros, Priapos, Pan. Il mito di F. è probabilmente di origine asiatica; ma è stato poi trasformato e ridotto secondo lo spirito greco. Traccia di questa riduzione si può riscontrare nella contradizione filosofica esistente nel concetto di F., tra il mondo creato per emanazione (mondo con inizio) e il mondo senza inizio, eracliteo, trasformantesi. Tutto ciò può servire a far datare l'origine del sistema in Grecia in epoca anteriore a Eraclito.
Bibl.: O. Gruppe, in Roscher, Lexikon d. gr. u. röm. Mythol., III, ii, coll. 2250-2271; J. F. Burns, Cosmogony and Cosmology, in Hastings, Encycl. of Religion and Ethics, IV, p. 147 seg.; O. Kern, Orpheus, Berlino 1920, p. 48 seg.; J. E. Harrison, Prolegomena to the study of Greek Religion, Cambridge 1922, pp. 647-658; R. Mondolfo, in Riv. di filol., n. s., IX (1931).