fanculare
v. tr. (scherz. iron.) Mandare a quel paese.
• Per un tifoso del Toro e per un critico tv essere «fanculati» da [Luciano] Moggi e [Aldo] Biscardi è un riconoscimento che, onestamente, ha dell’immeritato. Non se ne abbiano coloro che hanno avuto la bontà di manifestarmi la loro stima, ma ieri, quando sulla «Stampa» ho letto le poche righe che mi riguardano, ho avuto la sensazione di aver fatto bingo. (Aldo Grasso, Corriere della sera, 21 maggio 2006, p. 10) • dopo la bella «domenica delle primarie», ci sorprendiamo a sognare una democrazia diversa. Dove i cittadini non abbiano bisogno di scendere in piazza ‒ né di votare ‒ ogni mese, talora ogni fine settimana. Per contare. Dove ogni risultato elettorale non sia «sospettato» dall’avversario politico. «A prescindere», per citare Totò. Dove non sia necessario alzare la voce oppure urlare per farsi ascoltare. Dove si possa manifestare senza «fanculare» la classe politica. Dove la classe politica non debba essere «fanculata» per comportarsi in modo virtuoso ed equilibrato. Dove la politica costituisca «un» aspetto importante della vita. Uno, non il solo e neppure il più importante. Una democrazia normale. Magari po’ più tiepida. Non soffocata dall’antipolitica. Ma neppure dalla «troppa politica». (Ilvo Diamanti, Repubblica, 17 ottobre 2007, p. 1, Prima pagina) • anche senza tirare in ballo il Quirinale, con temeraria fantasia [Beppe] Grillo ricorre a «fanculare» e anche a «fanculizzare». Ciò nondimeno ‒ strano a dirsi ‒ sembra lui stesso più che suscettibile; sul suo blog riporta meticolosamente ogni insulto ricevuto, (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 9 maggio 2012, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dall’inter. ’fanculo, accorciamento di vaffanculo, con l’aggiunta del suffisso -are1.