fanatismo
Esaltazione cieca e pericolosa
Per fanatismo si intende la devozione incondizionata a una qualsiasi idea o concezione. Il fanatico è una sorta di 'esaltato', completamente privo di dubbi e di spirito critico, intollerante verso le idee degli altri e pronto a usare qualsiasi mezzo affinché si affermino le proprie. Le forme più pericolose di fanatismo si sono prodotte in ambito religioso e politico
Il termine fanatismo ha un'origine religiosa. Per fanaticus ‒ parola derivante da fanum "tempio" ‒ i Romani intendevano un individuo ispirato dalla divinità, 'ripieno' di una presenza divina; i Greci usavano invece la parola enthousiastès (da enthousiàzo "essere ispirati da Dio"), da cui deriva il nostro "entusiasmo". Questa vicinanza tra fanatismo ed entusiasmo ha caratterizzato il primo periodo dell'uso filosofico del termine, risalente al 18° secolo: il filosofo inglese Anthony Ashley Shaftesbury sosteneva che è l'entusiasmo ad aver "fatto nascere la denominazione di fanatismo nel senso originale in cui l'usavano gli antichi, di apparizione che rapisce la mente".
Ben presto, però, i due termini hanno preso strade diverse: l'entusiasmo ha conservato un significato sostanzialmente positivo, mentre il fanatismo è divenuto sinonimo di un'esaltazione cieca e pericolosa, in virtù della quale si è pronti a usare la violenza contro chi non condivide le stesse idee. Sono stati i pensatori dell'Illuminismo francese ‒ e in particolare Voltaire ‒ a fare del fanatismo un bersaglio polemico, intendendo con esso soprattutto la superstizione religiosa e le sue conseguenze violente, come guerre e persecuzioni. Non si deve dimenticare che l'Europa usciva allora da quasi due secoli di sanguinose guerre religiose tra cattolici e protestanti, nonché dalle persecuzioni cui erano stati sottoposti gli eretici (eresia) da parte delle varie Chiese; tutti gli Stati, inoltre, avevano una religione ufficiale, e allontanarsi dalle sue verità significava compiere un reato, per il quale si veniva perseguiti. Il fanatismo ‒ come devozione cieca a un insieme di idee, che implica l'uso della violenza per la loro affermazione ‒ era stato insomma sino al 18° secolo un fenomeno essenzialmente religioso; ma nei due secoli successivi, e in particolare nel Novecento, avrebbe assunto un volto prevalentemente politico.
Il processo di secolarizzazione ‒ cioè la progressiva perdita di importanza della religione nella vita degli individui ‒ ha prodotto, tra i suoi effetti, la sempre maggiore importanza attribuita alla politica, che in alcuni casi ha finito per assumere le caratteristiche di una religione, sia pure di tipo laico: essa non aveva il compito di rendere possibile la convivenza tra gli uomini, ma quello di trasformarli, permettendo la nascita di uomini nuovi che avrebbero edificato un mondo completamente diverso e superiore al precedente. Il fine della politica diveniva così totale o 'totalitario': essa doveva offrire una risposta complessiva e definitiva a ogni aspetto dell'esistenza umana e permettere la sua 'rigenerazione'.
Questo atteggiamento è stato comune, sia pure con significative differenze, alle grandi ideologie totalitarie (totalitarismo) del Novecento: comunismo, nazismo e fascismo. Privi di ogni dubbio sulle proprie idee, intolleranti verso quelle degli altri, pronti a usare sistematicamente la violenza affinché si affermassero le proprie, i regimi totalitari e i loro protagonisti attivi (governanti, funzionari di partito, militanti di base) hanno rappresentato l'incarnazione contemporanea del fanatismo, che ha sostituito gli eretici e gli infedeli con i dissidenti (dissenso), gli oppositori, i nemici di classe o di razza. Emblema terrificante del fanatismo spinto sino alla follia è il tentativo nazista di cancellare l'intero popolo ebraico dalla faccia della Terra.
Dopo il crollo delle ideologie totalitarie, il fanatismo ha di nuovo assunto forme religiose. Negli ultimi decenni esso si è diffuso soprattutto nel mondo islamico, dove alcune minoranze ‒ sfruttando il disagio sociale di ampi strati della popolazione medio-orientale o di coloro che sono immigrati in Occidente ‒ cercano di imporre una lettura integralista e violenta della religione islamica, ispirata alla 'guerra santa' contro tutti gli infedeli.