FALSETTO (fr. voix de tête; sp. falsete; ted. Falsett, Fistelstimme; ingl. falsetto) e Falsettisti
Sebbene intorno alla definizione e all'essenza del falsetto vi sia discordia di opinioni tra i tecnici e i trattatisti del canto (alcuni dei quali lo identificano col registro di testa, altri lo pongono in mezzo tra quello di petto e quello di testa, altri lo considerano come un registro a sé), il vocabolo stesso sembra significare chiaramente un'alterazione della voce che, falsata, oltrepassa l'estensione sua naturale. Così, p. es., canterà in falsetto un basso che portando la voce a un'ottava più alta della sua normale estensione, venga a falsarla trasformandola in voce di contralto o un tenore che, con lo stesso sistema, la muti in voce di soprano. Generalmente si considera in falsetto soltanto la voce maschile quando imita la femminile: ma non mancano trattatisti che applicano il termine anche alle donne.
Giulio Caccini nella prefazione alle Nuove Musiche biasima l'uso delle voci finte (falsetto) dalle quali "non può nascere nobiltà di buon canto". Ma l'uso del falsetto si diffuse molto largamente fra i cantanti, specie tenori, dei secoli XVII e XVIII. Già sappiamo che a Roma, nella Cappella Pontificia, prima che fossero introdotti i cantori evirati, si ricorse ai falsettisti i quali eseguivano le parti dei soprani e dei contralti. Narra anzi il Liberati nel suo Ragguaglio dello stato del Coro dei Cantori della Cappella Pontificia, ecc., che allorquando fu introdotto in quella cappella il primo castrato (padre Gerolamo Rosini da Perugia) nel 1601, i falsettisti non vollero cantare con lui. I più di quei falsettisti erano spagnoli o di origine spagnola: e sembra che fosse una loro specialità (per quanto, in realtà, comune anche ad altri di altre nazioni) conservare anche in età matura voce infantile e poter quindi salire, come i soprani, a note acutissime. Anche in tempi moderni il falsetto è stato largamente usato, specie dai tenori, sia per raggiungere le note sopracute acquistando così una maggiore estensione di voce, sia per ricavarne particolari effetti di chiaroscuro o di eco. Uno degli ultimi e dei più celebrati falsettisti fu il tenore francese Adolphe Nourrit.
Il passaggio dalla voce di petto a quella di falsetto richiede lungo studio e lunga applicazione: i tecnici suggeriscono sistemi diversi per ottenerlo e per raggiungere la fusione dei due registri, senza che avvenga rottura nel passar bruscamente dall'uno all'altro.